I francobolli "naturali"

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thiswas
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I francobolli "naturali"

Messaggio da thiswas »

Capita, forse ultimamente un po' troppo spesso, di trovarsi davanti, nella descrizione di alcuni lotti battuti anche in aste importanti, alla definizione "francobolli naturali". A quanto ne so la prima volta che è stato utilizzato questo termine nella filatelia italiana risale al 1965 (francobollo UPU con scritta in basso anziché in alto).
Da un po' di tempo a questa parte rileviamo un moltiplicarsi di questi "naturali", mi piacerebbe conoscere le opinioni dei tanti collezionisti di questo Forum.
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Erik
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da Erik »

Ciao Fabio,
i francobolli naturali sono un'invenzione di Bolaffi che ad un certo punto - se non ricordo male intorno alla metà degli anni '80 - cominciò a catalogare con questo nome alcune varietà, con lo scopo di allargarne il mercato anche ai collezionisti di soli francobolli "tipo", dichiarando il "diritto alla casella" per questi francobolli. Questo, in qualche maniera, ha causato un aumento della richiesta e, di conseguenza, del valore di catalogo di questi oggetti.
A mio giudizio sono né più e né meno che varietà come le altre e non ha alcun senso catalogarle diversamente, ma si sa, quando c'è l'interesse... :$$:

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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da thiswas »

Ciao Erik,
avevo letto su un articolo de "The postal gazzette" di cui in rete si trova un estratto:
http://www.thepostalgazette.com/issues/ ... bblica.pdf
RariRepubblica.pdf

che il primo "naturale" risale al 1965.
Comunque, al di là della "primogenitura" sul nome, mi interessa discutere sulla possibilità di considerare alcuni esemplari "naturali".
Preciso che io la penso più o meno come Erik, nel senso che una varietà va considerata tale, anche quando è macroscopica. Molti, però, non la pensano così... almeno credo :-)
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Spiderstamp
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da Spiderstamp »

Ciao: a tutti,
anche se le varietà hanno attirato la mia attenzione per un paio di anni quelli naturali li preferivo allora e le preferisco tutt'oggi. Nel link postato da thiswas dopo il primo classificato naturale e il Derby, che ricordo con entusiasmo perchè ancora giovincello, aggiungerei anche il £. 600 dei Castelli stampato solo in grigio-nero, il Milan Azzurro ect. ect. I naturali li preferisco a tutte le varietà che circolano oggi, solo perchè si poteva avere la fortuna di comprarli direttamente allo sportello filatelico. Oggi dubito fortemente sulla genuità delle varietà che si trovano nel mercato e ritengo che passata la moda della VARIETA' i collezionisti che hanno investito i propri soldini esclusivamente in questo settore :cry: :cry: :cry:

Ciao: Ciao: Ciao:

P.S. dimenticavo l'ultimissima moda, quella di collezionare i codici a barre anche quest'ultima sfumerà ben presto come le famose tessere filateliche che personalmente colleziono ancora
Saluti Gaetano
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fildoc
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da fildoc »

Per essere naturali, secondo me, dovrebbero esistere almeno alcuni viaggiati non filatelici..............
Altrimenti il sospetto che siano francobolli "preparati" è elevato.
Per altro sono noti casi in cui del materiale "strano" è uscito dalla zecca in modo non ufficiale e questo rafforza i dubbi su certi pezzi.
Di sicuro esistono invece francobolli che realmente per episodici errori sono diversi e che realmente sono entrati nella distribuzione postale; ecco perche' ritengo basilare il loro uso non filatelico.
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ciao
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Andrea61
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da Andrea61 »

Spiderstamp ha scritto:anche se le varietà hanno attirato la mia attenzione per un paio di anni quelli naturali li preferivo allora e le preferisco tutt'oggi.


Ma etichettature della ditta Bolaffi a parte, cosa distingue un francobollo "naturale" da una varietà "non naturale"?

In altre parole, se io ti metto davanti due varietà, in base a quali criteri decidi che una è naturale e l'altra no?

A mio modo di vedere non c'è distinzione, è solo una definizione che ha un senso commerciale ma non intrinsecamente filatelico. E' un po', mutatis mutandis, la situazione delle corrispondenze filateliche, o posta provocata che dir si voglia.

Premesso che alla fine è solo un "de gustibus", mi sembra che il settore delle varietà di Repubblica sia molto speculativo. Volendo studiare e collezionare varietà, mi rivolgerei più al Regno ed in particolare a certe serie ordinarie (i Leoni, i Michetti,....) che permettono una collezione specializzata a prezzi tutto sommato non esorbitanti.

Infine, visto che sono stati menzionati, direi che i codici a barre nei bordi di foglio non hanno nulla a che vedere con le varietà, ma costituiscono una specializzazione. Certamente devono entrare in una collezione specializzata anche se non ritengo che andranno a costituire chissà che rarità in futuro.
Andrea

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corfu
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da corfu »

penso che un vero naturale (rispettando i paletti di fildoc, che anche secondo me sono basilari in tempi sospetti ovvero negli ultimi tre decenni) possa essere la giornata del francobollo a destra L.120 emessa nel 1978 di cui sono stati ritrovati alcuni esemplari (finora 7) usati provenienti da lettere.
questa secondo me è una vera rarità, pur sempre varietà, ma passabile con il termine bolaffiano "naturale".
http://archiviostorico.corriere.it/1996 ... 8765.shtml
e anche
http://www.thepostalgazette.com/issues/ ... bblica.pdf (già citato).
Ciao:
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Spiderstamp
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da Spiderstamp »

Ciao: Andrea61,
non voglio assolutamente essere polemico ma:

Ma etichettature della ditta Bolaffi a parte, cosa distingue un francobollo "naturale" da una varietà "non naturale"?
Come meglio ha specificato corfù si parla di naturali in tempi poco sospetti, credo che il Derby sia un'esempio lampante. Oggi personalmente aggiungerei il Pechino uscito allo sportello filatelico di Taormina (ME) e ad Alcamo (TP). Praticamente andrei ad inserire tutti i fb di cui si ha notizia di un ritrovamento casuale presso uffici postali

In altre parole, se io ti metto davanti due varietà, in base a quali criteri decidi che una è naturale e l'altra no?
Se tu saresti un'impiegato delle poste e mi mostrassi un foglio del Pechino conservato dentro una rivista settimanale con dei pezzi tagliati alla carlona, o se uscendo dallo sportello filatelico di Catania guardassi il tuo bel foglio diel MIlan Campione d'Italia e solo successivamente notassi che un fb nel foglio presenta un colore diverso... o ancora se ricordi la varietà dei pacchi senza la croce di Sant'Andrea uscito solo a Catania e commercializzato succesivamente da un commerciante di Catania.......ti direi che quel fb è un natuarale

A mio modo di vedere non c'è distinzione, è solo una definizione che ha un senso commerciale ma non intrinsecamente filatelico. E' un po', mutatis mutandis, la situazione delle corrispondenze filateliche, o posta provocata che dir si voglia.Concordo pienamente

Premesso che alla fine è solo un "de gustibus", mi sembra che il settore delle varietà di Repubblica sia molto speculativo.
Infatti è per questo che ho seguito il settore per poco tempo

Infine, visto che sono stati menzionati, direi che i codici a barre nei bordi di foglio non hanno nulla a che vedere con le varietà, ma costituiscono una specializzazione.
Infatti li ponevo come un'ultima trovata, di chissà chi, per spillare soldini a piccoli collezionisti, scrivendo anche che tra le tante trovate mangiasoldi preferivo le tessere filateliche
Con questo spero che chi colleziona varietà non si offenda ma definire varietà un fb che cestinato, e poi chissà per quali Santi in Paradiso, viene reintrodotto nel mercato e viene venduta come non classificata....... ci vuol coraggio Ciao: Ciao: Ciao:
Ciao: Andrea61 tengo a precisare che è solo il mio parere 1000 :abb:
Saluti Gaetano
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cirneco giuseppe
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da cirneco giuseppe »

Ultimamente molti pretendono il blocco di francobolli con il codice a barre sul bordo.
Ma questo codice non è altro che il numero del foglio e non ha nulla di particolare.
Una curiosità? :mmm:
Se mancasse, forse ...
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Giovanni Salvaderi
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da Giovanni Salvaderi »

Ciao: Se posso dare la mia opinione personalissima, concordo pienamente con Pino il codice a barre, da seguire come varietà, non ha senso e nemmeno come curiosità, è presente costantemente nei fogli emessi, serve solo per il poligrafico a scartarli eventualmente per difetti od anomalie e per distruggerli in maniera meccanicamente automatica per evitare reintroduzioni dalle finestre, cose che avvengono puntualmente ;-)
Quando parliamo di fb. naturali, possiamo solo parlare di fogli casualmente ritrovati agli sportelli, il che non è raro.

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Giovanni Salvaderi
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da Giovanni Salvaderi »

oppure abbiamo le "vere" varietà ;-)
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Giovanni Salvaderi
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da Giovanni Salvaderi »

Questa non è ancora stata capita :mmm:
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fildoc
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da fildoc »

Parlando con un filatelico per chiarire il senso di francobollo naturale cosi' gli ho risposto:
Generalmente si intendono i francobolli naturali quelli che pur essendo simili alla tiratura comune differiscono totalmente.
Io trovo questa definizione accettabile per il termine, ma un po' equivoca .
Infatti cosa significa naturale?
Il dizionario dice:

naturale [na-tu-rà-le] agg.

1 Che riguarda la natura, che deriva dalla natura o che è conforme ai suoi principi: fenomeni, forze, leggi n. || scienze n., le scienze che descrivono le diverse manifestazioni della natura, p.e. la zoologia, la botanica, la geologia ecc. | decesso per cause n., morte n., avvenuta per vecchiaia o malattia | ricchezze, risorse n., quelle offerte dall'ambiente | vita natural durante, fino alla morte, per l'intera durata della vita | figlio n., nato da genitori non coniugati

2 Di ciò che è nell'ordine delle cose SIN normale, ovvio: le conseguenze n. di una situazione; freq. col verbo essere e frase sogg.: è n. che ti senta deluso dai risultati ottenuti || mat. numeri n., i numeri 0, 1, 2 ecc., costituenti un insieme nel quale per assioma ogni elemento possiede il proprio successore e nel quale è presente un elemento privilegiato (lo zero) che non è successore di alcun elemento | dir. giudice n., quello che ha competenza materiale e territoriale a giudicare

3 Riferito all'uomo e agli altri esseri viventi, istintivo, innato: un'inclinazione n. per la musica

4 Non artificiale, non alterato, genuino: il fiume forma un lago n.; aromi n.; capelli di un biondo n.; spontaneo, non studiato: parlare con un tono di voce n.; corrispondente alla realtà: fotografia n. || fibre n., le fibre tessili che si ricavano da animali, quali la lana, la seta, o da piante, quali il cotone, la canapa, il lino | gas naturali, i gas che si trovano in natura nel sottosuolo, come il metano | acqua n., non minerale o minerale non addizionata di anidride carbonica | grandezza n., che rispetta le dimensioni del modello: riproduzione di un ambiente a grandezza n. | al n., come si trova in natura o nella realtà; che non ha subito alterazioni o sofisticazioni di alcun genere: verdure al n.


Certamente in filatelia per francobollo naturale si intende il quarto significato.
Ma qui nasce l'equivoco. :mmm:
Ora credo che molti per francobolli naturali intendano quelli casualmente diversi rispetto alla tiratura e non creati artificialmente (o recuperati nel bidone della spazzatura :what: ) da qualche tipografo furbetto piu' o meno in combutta con qualche commerciante.
Invece credo che altri lo intendano come francobollo che non ha subito alterazioni o sofisticazioni di alcun genere; in questo caso naturale viene inteso come non decolorato con solventi o comunque modificato dopo la tiratura.
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Giovanni Salvaderi
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da Giovanni Salvaderi »

Se un foglio od una quartina sono evidentemente acquistati ad uno sportello filatelico, si può escludere i tre casi, solo il quarto rimane evidente.
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Fiore
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da Fiore »

La definizione è CERTAMENTE molto equivoca... se non altro perché, una volta data una definizione, si debbono fornire i "parametri" necessari a stabilire quando si rientri o meno in tale definizione.
Cioè: "definiamo" francobolli naturali le "varietà" che sono state rintracciate allo sportello dell'ufficio postale, e non quelle "create" in qualche maniera e che non hanno seguito la strada "normale" per arrivare sul mercato? E allora, come si fa a "controllare" a quale delle due "famiglie" appartenga un bollo? Naturale=Viaggiato? No, perché potrei far viaggiare anche un bollo uscito "di straforo"... deve essere "certificato" dall'impiegato dell'ufficio postale...?
Insomma, mi sembra una definizione parecchio lacunosa.
E comunque, in generale, il mercato delle varietà mi attira poco: mi sembra l'ennesima maniera per spillare soldi al collezionista.
Per quanto mi riguarda, sono in possesso di tre-quattro "varietà", tutte rigorosamente trovate su buste arrivate in ufficio ( :OOO: :OOO: e tutte staccate dalla busta... che ne sapevo, qualche anno fa, di varietà e buste???), e le tengo come "curtiosità", niente più.

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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da thiswas »

Beh, io davo per scontato che ragionassimo tutti attorno allo stesso significato di francobollo naturale.
A scanso di equivoci dico qui che ho aperto la discussione per parlare di quei francobolli che appaiono sensibilmente diversi dai loro compagni di tiratura, al punto da apparire diversamente composti.
(ad esempio una scritta che per uno spostamento della dentellatura compare in alto invece che in basso, a destra invece che a sinistra, un colore completamente diverso, l'assenza di una dicitura o del valore... etc. etc.).
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da fildoc »

Ma il punto di equivoco è questo!
Per naturale nell'ambiente filatelico per molti si intende il francobollo simile, ma diverso dalla normale tiratura; senza che il francobollo sia stato sottoposto a trattamenti chimici o manipolazioni di sorta dopo la stampa ovvero un francobollo "naturalmente" di un colore diverso o con la dentellatura spostata.
Invece per molti , soprattutto collezionisti (e tra questi mi metto anch'io), nel "naturale" viene incluso anche il metodo di distribuzione ossia tramite ufficio postale. Per capirci io personalmente tenderei ad escludere tutti quei francobolli che escono dal poligrafico e passano direttamente al mercato filatelico senza "passare da via" :ris: (ovvero lo sportello postale :-) )
Che poi questo sia difficile da documentare è certo.
Ma un certo numero di francobolli viaggiati dovrebbe essere una sufficiente garanzia :pea:
Come per esempio il 120 lire del 1978 :oo: :quad: :what: che è conosciuto solo nello stato di usato!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da Andrea61 »

fildoc ha scritto:Ma il punto di equivoco è questo!
Per naturale nell'ambiente filatelico per molti si intende il francobollo simile, ma diverso dalla normale tiratura; ..........


Certo che è un equivoco!
Ed è lo stesso tipo di equivoco che induce certi furbastri a descrivere come "gemellare" un'affrancatura di Sardegna con due esemplari di tonalità differente.

Ed è--aggiungo--un equivoco voluto per ragioni prettamente commerciali.

Per cui: in campana! :-) :-)
Andrea

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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da thiswas »

Io non credo che "naturale" stia a significare l'assenza di trattamenti chimici...
Scusate, ma chi prende in considerazione francobolli alterati?
:dub:
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Stefano T
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Re: Francobolli "naturali"

Messaggio da Stefano T »

Ciao: a tutti

"Naturale" sta ad indicare semplicemente che il francobollo.... è nato proprio così... con tutte le sue caratteristiche (colori o dentellatura) più o meno simili rispetto a quelle standard.

Il vero problema però è come riuscire a sapere se un esemplare è davvero naturale (cioè se non ha subito alterazioni chimiche, errori voluti in fase di stampa e di perforazione o manipolazioni successive che lo hanno portato a diventare "strano") e soprattutto come mai, tanto diverso dagli altri, abbia superato i controlli del Poligrafico e sia stato messo regolarmente in vendita agli sportelli postali (altra caratteristica fondamentale da tenere in considerazione).

Se un francobollo con varietà lo si trova usato su busta è più probabile che sia anche naturale, ma allo stato di nuovo, soprattutto con certe varietà (vedi il Milan azzurro), occorre stare molto attenti.

Ultima considerazione: il prezzo che può essere richiesto per una presunta varietà naturale, secondo voi da che cosa dipende maggiormente? Dal fatto che sia stata certificata, dal numero di pezzi scoperti oppure dal fatto che sia stato inserito in un catalogo?
Ciao: Ciao: Ciao:

Stefano
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