La vendita delle marche da bollo nel Lombardo Veneto

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francesco luraschi
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La vendita delle marche da bollo nel Lombardo Veneto

Messaggio da francesco luraschi »

ciao,
ho appena letto l'articolo di clemente fedele pubblicato su "storie di posta" n°28 in uscita alla recente veronafil e faccio 2 premesse.
1)l'autore e'noto per lo studio approfondito della storia postale fatto attraverso le fonti dirette, ovvero attraverso la consultazione di documenti presenti negli archivi. un libro su tutti "la voce della posta/comunicazione e societa'nell'italia napoleonica". per fare un esempio pratico: un conto e'scrivere che il bollo c4 di milano entro'in uso l'11/9/51 come ha fatto il marzari che smazzo'centinaia di lettere della collezione rivolta, un altro trovare il documento che ne certifica l'introduzione (all'APL di milano non l'ho visto)

2)l'articolo nasce da una prova fatta digitando su "google books" le parole "postarium" e "corriero". ne e'risultato che ad oggi sono stati digitalizzati i primi 3 anni (1863-1865) della rivista filatelica " The stamp collector's magazine" sulla cui base l'autore ha costruito un lungo ed alternativo articolo riguardante la nascita della filatelia e della passione per il francobollo.

tra l'altro e'riportata notizia del viaggio intrapreso in italia dal direttore della rivista, mister c.w. viner, il quale rimase sorpreso tra l'altro da... guardate l'allegato.

chiedo agli esperti di L.V.:l'autore puo'avere scoperto il motivo dell'utilizzo delle marche da bollo del L.V. (anche se nel 1863 era gia'stataliberata la lombardia)ovvero l'acquisto di valori bollati non presso l'ufficio postale ma da rivenditori autorizzati che godevano della privativa? a milano ne esistevano almeno 22 in periodo filatelico di cui 11 dotati di cassetta d'impostazione. che sia dovuto a loro il diffondersi delle marche da bollo come affrancatura totale o parziale delle lettere?

Ciao: francesco
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Ciao: Francesco
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francesco luraschi
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Re: Marche da bollo nel L.V.

Messaggio da francesco luraschi »

ricordo di avere letto sul del bianco che potrebbero essere stati i rivenditori autorizzati stessi
ad incentivare l'acquisto di marche da bollo piuttosto che francobolli dato che su questi godevano di una provvigione inferiore pari al 2%. l'aggio del 2% e'documentato sullo stampato del 1850 "capitolato per la vendita degl'II.RR. bolli da lettera" dove vengono fissati i diritti (pochi) ed i doveri (tanti) delle persone che volevano vendere francobolli in alternativa agli uffici postali.

tuttavia ho trovato un documento milanese del 24 ottobre 1855 in cui si calcola la provvigione da dare alla sig.ra carolina bossi "postara" in santa margherita a milano per la vendita di francobolli dal 1 marzo 1854 al 28 febbraio 1855 (la contabilita' in questo settore andava da marzo a febbraio dell'anno successivo).

ebbene: il 2% era il MASSIMO ed era tale fino al £.6000, dopodiche'scendeva a 1% fino a £.12000 e a 1/2% oltre tale cifra. in altre parole i venditori erano disincentivati a vendere.

potrebbe essere questa la causa?

Ciao: francesco

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Ciao: Francesco
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fildoc
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Re: La vendita delle marche da bollo nel Lombardo Veneto

Messaggio da fildoc »

Tutto puo' essere...
Il francobollo veniva pagato al ministero del commercio e pagava un servizio (quindi una spesa)
La marca da bollo veniva pagato al ministero delle finanze e pagava una tassa (quindi non pagava nessuna prestazione)
Pertanto è possibile per due motivi una diversa percentuale al venditore.
Quanto che fosse piu' facile da trovare e comperare non c'e' dubbio ...
Per questo veniva usata dai corrieri tipo Franchetti.
Quanto al testo non so quanto possa essere attinente nel momento che parla di marche da bollo rosa ovvero per almanacchi (lilla) o per pacchi postali (rosa).
+-x:
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Fildoc
marcadabollo

Re: La vendita delle marche da bollo nel Lombardo Veneto

Messaggio da marcadabollo »

fildoc ha scritto: Quanto al testo non so quanto possa essere attinente nel momento che parla di marche da bollo rosa ovvero per almanacchi (lilla) o per pacchi postali (rosa).
No, quelle descritte Mr. Viner sono le marche per tutti gli atti dell'emissione del 1862, che erano appunto rosa, colore adottato fin dalla seconda emissione del 1858, in sostituzione del verde della prima (e in concomitanza con il cambio di valuta da lire a fiorini).
Michele
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fildoc
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Re: La vendita delle marche da bollo nel Lombardo Veneto

Messaggio da fildoc »

Grazie!
In effetti appena le marche escono dall'uso postale per me divengono territorio sconosciuto :OOO:
Resta comunque un osservazione che, se estensibile al periodo precedente, potrebbe dare un ulteriore utile inquadramento
ad un fenomeno assai diffuso nel LV negli anni fra il 1854 e il 1857.
+-x:
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Fildoc
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francesco luraschi
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Re: La vendita delle marche da bollo nel Lombardo Veneto

Messaggio da francesco luraschi »

Non ricordavo neppure di avere postato 2 anni fa questo topic.

Mi e'venuto in mente una lettera particolare che forse puo'aiutarci a dare una spiegazione all'uso delle marche da bollo. Ho visto tra i collezionisti della mia zona almeno un paio di lettere con una marca da bollo da c.15 applicata su una lettera da Castiglione d'Intelvi. Ora: quella localita'era servita solo da corrieri erariali e non da spedizionieri privati. Questo particolare e'in contrasto con quanto sostenuto da Del Bianco secondo cui tale uso e'da imputare proprio a questi ultimi.

Come e'possibile se essi non transitavano dalla val d'Intelvi? E'possibile ovviamente che qualcuno abbia avuto in tasca una marca da bollo e ne abbia fatto uso postale ma le lettere non sono poi rarissime e ne esiste piu'di una. Cio'fa pensare ad una prassi metodica e non casuale.

Forse l'ipotesi di un approvvigionamento presso negozi diversi dall'ufficio postale regge. Potrebbe essere stato rivenditore di generi di privativa ...

Ciao: Francesco

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