ho appena letto l'articolo di clemente fedele pubblicato su "storie di posta" n°28 in uscita alla recente veronafil e faccio 2 premesse.
1)l'autore e'noto per lo studio approfondito della storia postale fatto attraverso le fonti dirette, ovvero attraverso la consultazione di documenti presenti negli archivi. un libro su tutti "la voce della posta/comunicazione e societa'nell'italia napoleonica". per fare un esempio pratico: un conto e'scrivere che il bollo c4 di milano entro'in uso l'11/9/51 come ha fatto il marzari che smazzo'centinaia di lettere della collezione rivolta, un altro trovare il documento che ne certifica l'introduzione (all'APL di milano non l'ho visto)
2)l'articolo nasce da una prova fatta digitando su "google books" le parole "postarium" e "corriero". ne e'risultato che ad oggi sono stati digitalizzati i primi 3 anni (1863-1865) della rivista filatelica " The stamp collector's magazine" sulla cui base l'autore ha costruito un lungo ed alternativo articolo riguardante la nascita della filatelia e della passione per il francobollo.
tra l'altro e'riportata notizia del viaggio intrapreso in italia dal direttore della rivista, mister c.w. viner, il quale rimase sorpreso tra l'altro da... guardate l'allegato.
chiedo agli esperti di L.V.:l'autore puo'avere scoperto il motivo dell'utilizzo delle marche da bollo del L.V. (anche se nel 1863 era gia'stataliberata la lombardia)ovvero l'acquisto di valori bollati non presso l'ufficio postale ma da rivenditori autorizzati che godevano della privativa? a milano ne esistevano almeno 22 in periodo filatelico di cui 11 dotati di cassetta d'impostazione. che sia dovuto a loro il diffondersi delle marche da bollo come affrancatura totale o parziale delle lettere?
