Ciao amici!
Si è mai parlato del Monte Athos? Sicuramente nell'altro forum, e poi sul sito del Cifr c'è un ampia documentazione in merito. Mi piacerebbe tuttavia, rispolverare questa location molto particolare ed unica, almeno in Europa. (fonte Wikipedia - Piemontesacro.it)
Athos in breve...
Athos o Monte Santo, (max elevazione 2.033 m), è un monte posto nella propaggine più orientale della penisola Calcidica in Grecia, dove vi hanno sede numerosi monasteri (secc. X-XV), forma una repubblica monastica autonoma sotto la sovranità greca ed il patriarcato di Costantinopoli, il suo capoluogo Karyai. Qui hanno sede le istituzioni della repubblica monastica, la tesoreria, gli alloggi dei rappresentanti dei vari monasteri, la farmacia, le poste, un piccolo ospedale, alcune botteghe e una foresteria. Vi risiede anche il governatore dello stato greco. A Karyai è conservata il Tragos, un rotolo di pergamena redatto nel 971, che sancisce l'indipendenza perpetua del Monte Athos. L’accesso al Monte Athos è consentito solo agli uomini (legge “avaton”) che dimostrino di avere un interesse religioso o scientifico; non si può superare il numero massimo di 110 visitatori al giorno (10 per gli stranieri) ed una permanenza massima di 4 giorni (con possibilità di estensione da richiedere alle Autorità di M.Athos a Karyes).
Un pò di storia.....
Dalla fine del VII sec. d.C. il Monte Athos divenne sede di eremiti. Essi avevano una regola (tipico) approvata dall'imperatore d'Oriente Costantino Monomaco (1042-1055). L'accesso al Monte Santo venne proibito alle donne. Una credenza popolare a riguardo racconta che il divieto si estenderebbe anche agli animali. La notizia è infondata ma in realtà il divieto di accesso alle donne è stato così rigoroso nel corso della millenaria storia dell'Athos, che solo poche volte è stato infranto. Ciò è capitato ad esempio durante la seconda guerra mondiale, quando un gruppo di partigiani comunisti, tra cui alcune donne, entrarono nella montagna sacra in spregio alla sacralità del luogo.
I monaci conducono una vita di severe rinunce, sono divisi in cenobiti, vivono in comunità, e in idiorritmi, (comunità di pochi monaci che vivono di risorse personali e che si riuniscono solo per le festività e per le funzioni)
Nel XV sec., epoca del massimo sviluppo monastico, l'Athos contava trenta conventi di mille monaci ciascuno; oggi ne conta venti tra greci, russi, bulgari, serbi, con qualche migliaio di monaci di rito ortodosso. Sorti in epoche diverse (il più grande, il Russico, fu costruito nel XIX sec.), i monasteri del Monte Athos godono di autonomia amministrativa per un privilegio già riconosciuto dai Turchi e confermato nel 1927.
Le costruzioni sorgono sparse lungo le coste, abbarbicate sugli scogli. Ogni convento, circondato da mura fortificate, comprende una chiesa e diverse cappelle in stile bizantino, decorate con accostamenti policromi di mattoni, pietre, maioliche incastonate nei muri. Le cupole sono ricoperte di placche di piombo lisce o scannellate. Negli interni si trovano preziosi mosaici, affreschi, ricchi lavori d'oreficeria, sculture in legno (Grande Laura, monasteri di Vatopedi, del Dochiario, di Dioniso, ecc.), pregiate legature, smalti. I monasteri inoltre posseggono una ricchissima collezione di manoscritti (circa undicimila), di codici miniati, di bolle imperiali e di firmani.
I venti monasteri:
MEGISTIS LAVRAS
VATOPEDIOU
IVIRON
HELANDRIOU
DIONISIOU
KOUTLOUMOUSIOU
PANTOKRATOROS
XIROPOTAMOU
ZOGRAFOU
DOCHIARIOU
KARAKALOU
FILOTHEOU
SIMONOS PETRAS
AGHIOS PAVLOS
STAVRONIKITA
XENOFONTOS
GRIGORIOU
ESFIGMENOU
PANTELEIMONOS
KASTAMONITOU
Curiosità....
Il monte Athos è una penisola. Ma vi è stato almeno un lasso di tempo, in età non geologica ma storica, in cui è stata separata dal continente divenendo, tecnicamente, un'isola. Ciò avvenne durante la seconda spedizione delle Guerre persiane, quando Serse, memore della precedente sfortunata missione navale di Mardonio, fece costruire un canale navigabile per risparmiare alla flotta persiana il periplo del promontorio, le cui insidie avrebbero potuto rivelarsi ancora una volta esiziali.
L'esistenza della ciclopica opera idraulica, la cui memoria ci è tramandata da Erodoto, è stata a lungo messa in dubbio. Si deve a una recente ricerca archeologica, effettuata con avanzate tecniche di prospezione, la clamorosa riscoperta della sua esistenza. Con il senno di poi sarebbe bastato guardare le cose dall'alto: il Canale di Serse ha infatti lasciato una traccia ben visibile dallo spazio, persino dalle immagini satellitari a bassa definizione disponibili in rete.
Alla prossima
Riccardo
