Difficile dire se il mio percorso è stato positivo, io se mi dovessi giudicare darei un pollice verso...quello che si ripete spesso sulle pagine del forum (prima lo studio!) è sacrosanto...questo presuppone del tempo da rosicchiare al frenetico tran tran e agli impegni familiari, non è semplice. Ammiro qualunque cosa! e questo non va bene, bisognerebbe incanalare la passione verso un settore per poterlo meglio approfondire....e questo devo ancora trovarlo! Vabbè cercherò di essere più diligente...la cosa importante per me è che da un anno ho un porto di approdo...dove leggere e trovare informazioni....ed anche commettere errori per essere giustamente richiamato e "raddrizzato". Grazie a Giovanni, grazie a tutti voi.
Ed ora, per festeggiare questa cosa, ho fatto quello che leggerete sotto, ci ho messo il tempo che lei (l'oggetto) ci ha messo per tornare in Italia quindi, per vari motivi mi ci sono applicato...spero di non aver fatto troppi errori e se ve ne fossero correggetemi.
Cosa ci possono dare dopo 156 anni!
Dei Bolli e degli Annulli:
La lettera parte da Alessandria, (cerchio semplice) ora di levata 1S è l’ 11 Aprile del 1958 e il Giuseppe Vallardi descrive così la città nel suo Intinerario d’Italia del 1852:
Viene ricevuta e annullata dall’ambulante sulla linea ferrata Torino – Genova (annullo circolare Poste Amb.i tra Torino e Genova (N°2)) lo stesso giorno. Lo stanziamento da parte degli Stati Sardi per l’allestimento dei Vagoni Postali era stato approvato il 2 Febbraio del 1854.
La lettera arriva a Torino l’ 11 Arile 1958 e viene annullata col circolare Torino 11 aprile. Il Vallardi descrive così la città in un passaggio:
La linea Torino Susa era già stata inaugurata nel 1854, la lettera, presumibilmente proseguì sulla linea ferroviaria fino a Susa anche se non vi è annullo dell’ambulante istituito solo nel 1859.
A Susa scese dal treno e proseguì in diligenza affrontando con questo mezzo l’entrata in Savoia.
Il Vallardi descrive così Susa e l’ultima tratta di strada Sarda.
In Savoia il percorso della linea Ferrata è in pieno sviluppo, non vi è riscontro di transiti sulla lettera sicuramente sarà passata da Chambery per proseguire verso Culoz, il Vallardi descrive Chambery e anche la linea ferroviaria con trazione a cavalli della Compagnia savoiarda - la prima degli Stati sardi e dell'Italia - tra Chambéry ed il lago del Bourget, e per la navigazione a vapore sul Rodano.
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Entra in territorio francese a CULOZ e viene annullata al verso con il timbro rosso SARDAIGNE – CULOZ (molto secco)
La via è ora quella francese che porta a Lione (Lyon) e da Lione a Parigi, la lettera viene annullata con il timbro LYON A PARIS 13 AVRIL 58, arriva a Parigi il giorno seguente con l’annullo PARIS 14 Avril 58.
Prosegue col tratto verso Sedan con l’annullo PARIS a SEDAN 14(?) Avril 58.
Siamo ormai vicini alla destinazione di Givet che non è ancora collegata alla linea ferroviaria.
Presente sulla lettera il timbro P.P. in rosso di Porto Pagato.
La lettera è affrancata con 40 Centesimi della IV emissione del Regno di Sardegna e 10 Centesimi della IV emissione del Regno di Sardegna. Il 40 è corto a dx ma per me non è un problema…
Della destinazione e del destinatario:
Destinazione: Givet
Destinatario: Messieur Hasslauer et L Fiolet – Fabbriquants des pipes
Givet è in Francia, fa parte del distretto delle Ardenne ed è incastonata proprio là dove il confine Francese si incunea all’interno del confinante territorio Belga.
E’ una città dominata dall’imponente fortezza di Charlemont :
Costruita nel 1554 (da un ingegnere italiano Donato Buoni Pellizuolli e un francese) a difesa del confine francese e del naturale passaggio costituito dal fiume Mosa è stata spettatrice e protagonista delle più travagliate vicende storiche che questa zona di confine ha vissuto. Imponente nella sua realizzazione, protegge la città di Givet.
Delle pipe in terracotta di Givet:
La prossimità al confine favorisce l’insediamento di una comunità Fiamminga in cerca di migliori condizioni di vita e che grazie all’apertura di una miniera di argilla a Niverlée (11km da Givet in territorio Belga) sviluppa quella che in Belgio è già una fiorente fonte di commercio e guadagno: la pipa in terracotta.
Jean Gambier, da Dieppe (Seine-Maritime), ci si trasferisce nel 1780 per la produzione di copie di tubi olandesi e fonda la Società Gambier che non ci mette molto ad essere riconosciuta come la migliore produttrice di pipe in terracotta esportate in tutta Europa. Il modello più conosciuto è la “pipe Hollandaises”.
La produzione è però destinata a crescere grazie alle qualità della costruzione, così oltre ai modelli semplici si affiancano quelli più elaborati e fantasiosi.
Alla morte di Jean Gambier nel 1817 la produzione passa al figlio Joseph che nel 1835 si associa con Louis Minervin HASSLAUER che non è un produttore ma bensì un uomo d’affari che contribuisce all’ampliamento della produzione accorpando diverse attività nei centri limitrofi e allargando la sede di Givet per farla diventare una vera e propria attività industriale, il marchio Gambier, come si dice oggi è un vero e proprio Brand, stringe una importante alleanza commerciale con la famiglia Fiolet di Saint-Omer anch’essi produttori e con altri produttori di pipe in terracotta della zona, è il periodo di massimo fulgore nelle fabbriche di Gambier sono occupati circa 600 addetti e i modelli sono 1400, si apre un ufficio a Parigi e si registra il marchio GAMBIER à PARIS. Alla morte di Hasslauer (1870) l’attività viene portata avanti dalla vedova di quest’ultimo. I modelli che vanno per la maggiore sono quelli che riproducono personaggi famosi o che per qualche fatto di cronaca sono oggetto di discussioni.
La produzione cresce con diverse collaborazioni fino all’arrivo in quelle terre della Prima Guerra Mondiale, la fabbrica viene occupata dalle truppe tedesche che la trasformano in un lazzaretto. Con le vicissitudini della Guerra inizia il declino, la famiglia Hasslauer non è più coinvolta nella produzione e il costante calo dei dipendenti riduce la produzione. Molti stampi per la produzione spariscono o vengono distrutti.
Nei primi anni 20 la società viene venduta ad una finanziaria di Parigi, il palazzo principale dell’azienda viene trasformato in una fabbrica di pantofole, nel 1926 la Fabbrica Gambier cessa di esistere.
Così finisce la storia delle pipe in terracotta di Gambier. Dalla produzione industriale si passa alla storia e dalla storia al collezionismo. Alcuni musei hanno online una interessante carrellata di modelli come per esempio il Museo della Pipa di Amsterdam :
http://www.pipemuseum.nl/index.php?hm=4&dbm=1&pkl=70&wmod=dia&startnum=0
Le spoglie mortali della famiglia Hasslauer a Givet
La fabbrica della ditta Gambier a Givet, ora è una scuola. L’antico forno ricorda gli antichi fasti.
Quando ho contattato il venditore mi aveva detto che era senza testo, peccato mi son detto…ed invece sorpresa!
Il Signor Valerio Grandi scrive per un ordine, dei modelli che ordina i primi 3 qualcuno (magari un addetta all’evasione degli ordini) annota “Pas” è interessante notare che i modelli 212-213-214 nel 1858 non vengono effettivamente più prodotti, al quarta voce vi è l’annotazione di un arrivo futuro….(se qualcuno riuscisse a tradurla sarebbe una bella cosa per me). Del modello 982 “tetes petite elephant” ho trovato però una immagine:
Spero di non avervi annoiato, io mi sono molto divertito e interessato man mano che trovavo notizie.
Quello che mi ha più impressionato è come la Storia abbia squassato questa zona di confine irrimediabilmente nell’occhio del ciclone, tante battaglie e tanta desolazione, tra le principali:
La guerra Franco-Prussiana (1870-1871)
La prima guerra mondiale (1914-1918)
La seconda guerra mondiale fino alla Battaglia delle Ardenne (1939-1945)
Praticamente una guerra ogni 40 anni circa!


Andrea