vi mostro una lettera inedita, scampata alla sigla peritale per meri fini commerciali e che ieri mi è pervenuta da uno scambio aggiungendosi alla mia modesta collezione di Napoli.
La lettera è molto stanca e non di elevata qualità. Tuttavia accettabile è l’impronta dello svolazzo e molto bello il doppio cerchio di Caserta, ma sono state determinanti a prenderla le due impronte dei due bolli borbonici circolari a data di Cosenza, impressi sul recto.
Ritengo si tratti solo di una curiosità, del tutto occasionale, che con piacere mostro.
Come sappiamo le lettere venivano marcate all’arrivo col datario (anche in transito) , infatti al verso è presente lo stesso datario.
Allora perché quelle due impronte sul fronte?
Credo che la ripetizione del bollo di arrivo sul recto sia scaturita a causa alla cattiva qualità dell’impronta del timbro metallico apposta sul verso, malriuscito per la fretta o per usura del timbro e la fluida qualità dell’inchiostro nero, eccessivamente oleoso, rendendolo quasi illeggibile.
Quindi l’addetto postale, in tutta fretta, avrà voluto ripeterlo una prima volta sul fronte della lettera, ma visto il pessimo risultato ha riprovato una seconda volta…poi desistendo, non avendo ottenuto il risultato ideale o accontentandosi di esso.
Quindi considero l’inconsueta doppia apposizione di impronte come una interessante curiosità che ravviva una collezione.
Cosa ne pensate?


