Quando l'olio d'oliva ha un'acidità superiore al 2% viene chiamato "olio lampante": non è commestibile e si chiama così perchè anticamente veniva usato per alimentare le lampade a olio.
Il riferimento di glücklich sammler all'olio siciliano deriva dal fatto che i latifondisti dell'isola, per risparmiare sulla mano d'opera, preferivano raccogliere le olive quando, ormai mature, cadevano a terra ed erano adatte solamente a produrre olio lampante.
Gli inglesi avevano forti interessi nella Sicilia borbonica: strategici, legati alla posizione dominante nel Mediterraneo; economici, legati alla produzione dello zolfo, del salgemma, del Marsala ed anche dell'olio lampante.
Nel 1842, come illustrava un denso articolo, pubblicato sull’autorevolissimo “Journal of the Statistical Society of London”, una quota rilevante della bilancia commerciale britannica era rappresentata dall’importazione di materie prime provenienti dalla Sicilia. L’ingente traffico era costituito da vino, olio d’oliva, agrumi, mandorle, nocciole, sommacco, barilla e soprattutto dallo zolfo (utilizzato per la preparazione della soda artificiale, dell’acido solforico e della polvere da sparo), che copriva il 90% della richiesta mondiale e di cui venti ditte inglesi avevano ottenuto, di fatto, la prerogativa esclusiva, per l’estrazione e lo sfruttamento, grazie al pagamento di un modico compenso».
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