L'emissione del "rosso violaceo" da 205 lire è stata regolarmente autorizzata con DM ed il francobollo altrettanto regolarmente posto in vendita, come da disposizioni della Direzione generale delle Poste. Piuttosto, non mi pare che al ritiro (imposto con disposizioni che, nella gerarchia delle fonti, sono certamente subordinate ad un DM) sia seguito un atto normativo o di alta amministrazione che ne abbia annullato l'emissione.
Il resto sono chiacchiere che lasciano il tempo che trovano. Un po' come certe prese di posizioni arbitrarie sulla legittima presenza sul mercato degli scarti di produzione delle carte-valori postali, sui quali la norma è estremamente chiara (basta leggerla e, possibilmente, sforzarsi di capirla senza i pregiudizi propri di chi colleziona quel materiale).
Piuttosto, stenderei anch'io un velo pietoso sull'articolo pubblicato da la Repubblica, che a mio parere certamente non fa bene alla filatelia, facendola passare per un mondo elitario e misterioso, anziché per un sano passatempo alla portata di tutti. Piuttosto, mi domando perché, quando occorre scrivere di filatelia, le grandi testate si rivolgono sempre a commercianti...
