Conformemente ad un desiderio manifestato da più parti si concede, che sulle marche da lettere da attaccarsi a spedizioni postali di lettere venga scritta dal mittente una parte dell'indirizzo. Resta per altro libero anche per l'avvenire a chi spedisce lettere per la posta di applicare, come finora, alle corrispondenze le marche senza soprascriverle. Gli uffici postali devono, giusta le vigenti prescrizioni, timbrare le marche da lettere sulle quali sia scritto una parte dell'indirizzo.
Innanzitutto si nota ancora nel 1860 l'uso del termine equivoco marche da lettere , e non francobolli, bolli/bollini da lettera, che diede origine all'uso delle marche da bollo per posta accentuato dal fatto che spesso i rivenditori di marche da bollo lo erano pure di francobolli. Va da sé che i bollini della postalettere sono marche da bollo specifiche per questo ramo erariale.
Quindi un altro dettaglio non da trascurare era che la posta doveva timbrare nuovamente le marche da lettera con un proprio timbro anche nel caso ci fosse già la scrittura sopra. In altre parole, al contrario delle marche da bollo che si annullavano scrivendoci sopra, la monetizzazione avveniva tramite l'impronta postale. In teoria francobolli annullati a mano o con timbri delle ditte si potevano riutilizzare ma poi contava la buona fede.
Poi mi chiedo: quali erano le parti che desideravano avere la possibilità di scrivere sopra i francobolli? Erano così numerose ed incalzanti al punto tale da costringere il ministero a diramare un dispaccio?
Infine: ho fatto una rapida ricerca in rete ma non ho trovato alcuna caso di indirizzo scritto sopra i francobolli. Esiste qualche caso in cui si utilizzò la lettera per scriverci sopra la risposta che copre i francobolli ma questo è un caso diverso.
