è un pò che penso a questa frase che spesso leggo nei forum, nei gruppi fb, o sento nei vari congressi, aste, ecc..viene ripetuta come un "mantra". "La filatelia ormai è in crisi è morta!"
Per un pò me ne sono convinto anche io, negozi filatelici che spariscono, nuovi emissioni brutte per non dire altro (almeno per quello che colleziono io), pochi per non dire nulla, giovani appassionati, prezzi dei cataloghi sempre più fuori dal mondo rispetto al reale realizzo di mercato, periti filatelici che cessano la loro attività per sopravanzata età o per altre ragioni e non vengono rimpiazzati dalle nuove leve... Si in effetti c'è grossa crisi , per parafrasare il grande Guzzanti.
Però poi ad un certo punto ho iniziato a ragionare, o almeno ho provato a farlo ,ed a guardare il tutto sotto una altra ottica sopratutto confrontando questa mia passione filatelica con altri miei hobby ( Numismatica per lo più Regno, Cartamoneta , Fermodellismo, collezione 2 euro proof,) ed alla fine non mi è sembrata poi cosi in crisi e cerco di spiegarne il motivo.
A mio modesto avviso, un mercato si può definire in crisi quando quello che prima valeva 10 ora vale 2 per non dire 1 e non vi è più nessuno interessato ad entrare in quel mercato o a continuare a spendere in tale mercato, cosa che non mi sembra stia accadendo con la Filatelia.
Le aste filateliche, guardando il motore di ricerca che un pò tutti conosciamo "Philasearch", sono sempre molte e presenti in ogni periodo dell' anno, alcune si protraggono anche per più giorni, le percentuali medie di venduto si attestano sempre oltre il 50% mediamente, se poi andiamo a vedere i pezzi" pregiati" dei vari Stati, quelli che seguo io (Regno,Repubblica, San Marino,Austria, Reich e Gran Bretagna) quando sono in ottimo stato vengono quasi sempre venduti , segno che il mercato è vivo e l' interesse c'è.. L' interesse esiste perché altrimenti non mi spiego questo elevato numero di aste mensili, i costanti realizzi dei pezzi ben tenuti e chiave di ogni collezione. Gli astari stanno li per far business, considerando appunto quanti ce ne sono di conseguenza il mercato esiste ed è vivo..
Possiamo sicuramente parlare di quanti di questi siano in Italia.. pochi ormai, a mente me ne vengono 4 forse 5, la maggior parte su Philasearch sono tedeschi, austriaci e svizzeri, quindi il "problema" a mio avviso è piu una "crisi" italiana che di filatelia.
Ma guardando anche la cosa sotto altra prospettiva e come sicuramente gia si è detto e ripetuto, è cambiato il mondi e quindi il mercato, non esiste quasi più il negozietto sotto casa dove il ragazzetto di 10-12 anni, come lo ero io nel 1986-1988 andava a spendere la sua paghetta di 10000 lire per acquistarsi la piccola serie di francobolli che il commerciante faceva pagare al 50% del catalogo.. ma ormai l' offerta globale ha permesso di :
1) ridurre i prezzi conseguentemente alla offerta di prodotto infinitamente maggiore rispetto a quella che poteva essere negli anni 80-90 primi 2000;
2) Permettere al collezionista di avere una scelta maggiore e di raggiungere più venditori rispetto a prima... Prima dell' avvento di internet gli acquisti li facevamo sotto casa o in zone limitrofe, qualcuno certo poteva andare ai congressi filatelici, nelle aste fuori la propria città , ma sempre un numero di collezionisti minore , rispetto a quello che oggi può sedersi sul divano accendere il pc loggarsi alla asta online della casa che si trova a 3000km da casa..
A mio avviso il punto è che non vi sia crisi, intesa come richiesta di prodotto, altrimenti come detto prima non esisterebbero tutte quelle aste mensili, ma sia sceso il prezzo delle serie "comuni" rispetto al catalogo, ora acquistabili a cifre più realistiche, ma anche la il mio dubbio è: "non è che erano prezzi finti, gonfiati prima? proprio perché i commercianti potevano fare il bello ed il cattivo tempo grazie ad una possibilità di acquisto e di offerta minore rispetto ad oggi??
Come detto paragonando la filatelia ad altri settori collezionatici che conosco non vi è paragone... La numismatica, sicuramente altro hobby impegnativo sia dal punto di vista economico che di studio, conta un numero di aste infinitamente minore rispetto a quelle filateliche.
La collezione dei 2 euro, sia circolati che proof o fdc, che ora sta andando tanto di moda specie tra i giovani è un mercato pieno di squali..specie per i pezzi in proof di alcuni Stati (Monaco su tutti ma anche Vaticano proof non è da meno) dove il mercato è in mano a pochi commercianti che si accaparrano la maggior parte delle emissioni annuali e le rivendono immediatamente a prezzi maggiorati già del 20-30% quando va bene..Non esistono aste, pervadere dei benchmark di mercato, da poco alcuni cataloghi anno iniziato ad inserire le monete commemorative al loro interno, con dei prezzi di riferimento ma poi anche li il "mondo reale" è altra storia.. Ci sono sicuramente più giovani e più ragazzini che si affacciano a questa "nuova numismatica" dei 2 euro, perché comunque i 2 euro sono oggetti che tutto noi vediamo e tocchiamo ogni giorno, li conosciamo e quindi sono di vasta diffusione , rispetto ai francobolli che ormai le nuove generazioni nemmeno sanno come sono fatti, ma quanta speculazione e "mercato in bolla" c'è dietro questa passione del collezionismo dei 2 euro proof o fdc??? Non al definisco numismatica perché per me la Numismatica è altra cosa.. Ma i 2 euro sono solo marketing e speculazione commerciale stop...
La cartamoneta poi non ne parliamo ha avuto alti e bassi, ora è in un momento di down, tranne per alcuni pezzi, ma occupa i margini dei cataloghi di numismatica, quando la trovi....
Fermodellismo ormai con i trenini ci giocano i grandi, le aziende , quelle poche che sono rimaste serie, non le cinesi, producono pezzi in numero limitatissimo e su ordinazione mediamente 6-7 mesi prima rispetto all' uscita del prodotto sul mercato, per evitare di rimanere poi con gli stock a terra...
Scusate la lungaggine ma veramente era tanto che volevo condividere con voi questi miei pensieri sulla filatelia in particolare ma anche con un occhio ad altri tipi e forme di collezionismo e alla fine credo che torniamo sempre li.. è in crisi la filatelia!? ma rispetto a cosa???
- Rispetto a vendere al 50% del catalogo? Si certo!
- Rispetto al numero di giovani che si avvicinano a questo hobby? Si certo!
- E' un mercato in crisi? A mio avviso no, se però teniamo in considerazione gli assunti scritti sopra..

Il grande vantaggio della filatelia è quella di avere dei cataloghi ormai "consolidati" dai quali possiamo trarre le nostre considerazioni sui valori dei singoli pezzi, un elevatissimo numero di aste e/o vendite su offerta da dove si hanno dei benchmark di mercato ben precisi.
Grazie a chi è voluto arrivare fin qui leggendo queste "poche" righe per l' attenzione prestatami e felice di sapere la vostra!
Marco