Buongiorno e scusate per il mio ennesimo post su questo argomento ma ho ancora difficoltà nel comprendere come gli stati (in particolare quelli dell'est europa o quelli africani) guadagnassero con i francobolli CTO chiaramente prodotti in massa per i collezionisti.
Ho capito più o meno che il guadagno stava nella produzione a costo irrisorio e l'annullamento impediva che questi bolli ritornassero nel paese d'origine (ma qui sorge un dubbio ovvero, la riconversione nella valuta d'origine e il ritorno in patria dei francobolli era una perdita per lo stato di emissione? Se si perchè?)
Ripeto che di economia so poco e nulla, ho colto alcuni concetti ma il preciso meccanismo mi è ancora non ben chiaro: per esempio, se la Russia produceva grandi masse di francobolli già annullati (e venduti a meno del valore facciale, anche qui non capisco perchè) ai collezionisti/edicole dei paesi occidentali, venivano pagati in valuta occidentale (ho letto che questi francobolli servivano a "importare valuta pregiata") ma alla fine non veniva (la valuta intendo) riconvertita in rubli? Quindi il guadagno stava nel fatto che nella riconversione c'era un guadagno o si vendevano in lire (per esempio) e si tenevano i guadagni in lire che valevano di più rispetto al rublo?
Scusate la confusione, è un pò come il discorso del tenere valuta estera in contanti "sotto un mattone"...per me è arabo

non capisco se sia lecito o meno e da dove derivi il guadagno
Ho capito che il costo di stampa era irrisorio rispetto a quanto uno stato ci guadagnava, ma la parte degli scambi valutari è veramente al di là della mia comprensione
spero di non essere troppo pedante con questo argomento, faccio affidamento sulla vostra competenza essendo un totale neofita
grazie.