Interessante. Sono curioso di sapere chi è il perito che ha ha fatto la stima sulla quale si basa l'ammenda, e quanto costerà alle pubbliche tasche la causa che sicuramente si aprirà e che si concluderà con tutta probabilità con un nulla di fatto. O meglio, con una grande seccatura e una spesa inutile per il poveretto che ha subito questa vessazione per un titolo non incassabile e, credo, comunque abbondantemente prescritto.
Il titolo è "in teoria" ancora valido ed esigibile e quindi è stata fatta una mera valutazione del suo "valore monetario" attuale.
Su questo importo è stata calcolata la sanzione e la teoria ha retto sino alla conferma della Cassazione.
Ora ci saranno due creditori (il possessore del titolo e lo Stato Italiano) che si dovranno impegnare mooooolto per esigere i loro crediti.
Certo che se il perito vorrà essere pagato in proporzione al valore stimato...
non capisco come possa essere ancora valido un titolo di uno stato che non esiste piu e scaduto da 60 anni (a quanto si capisce) .
Sarebbe interessante sapere come andrà a finire . Secondo me sarà la solita boutade con risvolit, negativi, a carico dei contribuenti.
Francesco
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Marcofilia Parma e provincia pre 1946 - Annulli meccanici del Regno e Repubblica - Annulli speciali italiani pre 1946 - Annulli Duplex - Annulli alberghieri italiani - Francobolli-Moneta italiani - Erinnofili antitubercolari del Regno - Annulli meccanici Tedeschi pre 1946 - Tematica Rugby ... e raccolgo quello che mi piace
Quasi la stessa cosa successe al povero Vollmeier.
Dopo una bella vacanza in Sicilia, torno' a casa con l' auto piena di scatoloni contenenti migliaia di prefilateliche siciliane.
Fermato in dogana, i sospettosi funzionario chiamarono il "perito filatelico" della locale Camera di Commercio per una stima. Questo pontificò con cifre stratosferiche giustificandosi col fatto che non "conosceva" cataloghi che li quotavano.
Il massimo studioso di prefilatelia italiana fu' alla mercé di un signore nessuno e questo è il mondo.
Stessa sorte toccò, dopo la scomparsa del Vollmeier, al suo archivio composto da migliaia di fotocopie donate all' ISSP di Prato che la dogana fermò alla frontiera. Non fu' facile dimostrare che delle semplici fotocopie non hanno valore "merceologico".
Oltre quaranta anni fa (ma in teoria anche oggi), ero perito delle Dogane di Roma e della Banca d'Italia.
Una mattina mi convocarono all'aeroporto di Fiumicino per valutare un "carico" di francobolli.
Alla presenza di un intelligente funzionario doganale e di un sott'ufficiale della Finanza, mi venne mostrato un bancale con un paio di quintali di francobolli di tutto il mondo, divisi in sacchi di dieci chilogrammi l'uno.
Erano quelli destinati a riempire di paccottiglia i 500/1000 differenti che servivano per le confezioni per i turisti e per le cartolerie o per gli omaggi dentro le confezioni di formaggini o dolci per i bambini.
All'epoca erano "prodotti industriali" di scarso valore e venivano quotati sui listini d'ingrosso.
In pochi minuti, esaminato che i contenuti non nascondessero altro, presi la bolla di consegna del materiale e ne indicai il valore, aderente alle quotazioni del listino.
L'intelligentissimo funzionario della Dogana esclamò subito, rivolgendosi al finanziare: "Lo vede? Si sono messi d'accordo! E' l'identico prezzo indicato dal perito della Dogana di Milano...".
Rimisi il mio listino della valigetta, mi feci fare una copia della bolla di accompagnamento e della mia perizia. Poi, raccolto il nome del sott'ufficiale presente ed annunciato che avrei subito presentato querela per diffamazione, mi diressi verso il locale posto di Polizia.
Non ci arrivai mai perchè l'intelligentissimo funzionario doganale, seguito dal suo capo ufficio, mi inseguirono pregandomi di soprassedere...
Giurandomi che, in futuro, sarebbero stati molto più attenti e rispettosi.