Il misterioso Saggio del "Franco Bollo Postale Napoletana"

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mestrestamps
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Il misterioso Saggio del "Franco Bollo Postale Napoletana"

Messaggio da mestrestamps »

Ciao:

Buonasera a tutti.
Qualcuno cortesemente ha qualche informazione da darmi su questo SAGGIO?
Da come è descritto è un pezzo unico e Alfredo Ermo Fiecchi ne fece un articolo il 10 novembre 1999 ma non so dove è stato pubblicato.
Grazie a chi saprà darmi qualche notizia in più.
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cirneco giuseppe
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Re: Info su SAGGIO (mai visto)

Messaggio da cirneco giuseppe »

Premesso che non conosco l'articolo di Fiecchi e non so cosa pensasse Fiecchi di questo oggetto.
Ma vorrei fare alcune considerazioni.
Dunque siamo nel 1858 e Masini ha appena perso l'appalto per i francobolli. Cerca di rientrare in gioco preparando dei saggi con l'emblema delle Due Sicilie.
Ma un dipendente ne prende uno e ci spedisce una lettera.
Scandalo e punizione!
Il Masini si brucia e non può rientrare in gioco.
Quindi a che scopo fare ancora altri saggi?
Il Regno di Napoli, in effetti, termina con il plebiscito di fine 1860.
Quindi un saggio con l'effige di Vittorio Emanuele è impensabile prima di questa data.
Inoltre nessun funzionario del Regno d'Italia penserebbe mai a far fare i francobolli a qualcuno che non sia già nelle grazie del Regno.
Cioè al Matraire.
In verità a Napoli ci provarono a fare dei francobolli simili alla IV di Sardegna, ma furono subito bocciati e bloccati.
Quindi, se non ci riuscirono i funzionari delle poste di Napoli, come pensava di riuscirci il Masini?
Ormai siamo abituati a vedere bufale certificati come saggi, credo che questo possa essere ancora uno di quelli.
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mestrestamps
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Re: Info su SAGGIO (mai visto)

Messaggio da mestrestamps »

Ciao:

Pino ti ringrazio!
Interessante quindi sarebbe conoscere cosa scrisse Fiecchi in quell'articolo.

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cirneco giuseppe
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Re: Info su SAGGIO (mai visto)

Messaggio da cirneco giuseppe »

mestrestamps ha scritto: 19 maggio 2020, 23:06 Ciao:

Pino ti ringrazio!
Interessante quindi sarebbe conoscere cosa scrisse Fiecchi in quell'articolo.

Ciao: Ciao:
Eh si, sarebbe molto utile.
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Antonello Cerruti
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Re: Info su SAGGIO (mai visto)

Messaggio da Antonello Cerruti »

cirneco giuseppe ha scritto: 19 maggio 2020, 22:55 Premesso che non conosco l'articolo di Fiecchi e non so cosa pensasse Fiecchi di questo oggetto.
Ma vorrei fare alcune considerazioni.
Dunque siamo nel 1858 e Masini ha appena perso l'appalto per i francobolli. Cerca di rientrare in gioco preparando dei saggi con l'emblema delle Due Sicilie.
Ma un dipendente ne prende uno e ci spedisce una lettera.
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Il Masini si brucia e non può rientrare in gioco.
Quindi a che scopo fare ancora altri saggi?
Il Regno di Napoli, in effetti, termina con il plebiscito di fine 1860.
Quindi un saggio con l'effige di Vittorio Emanuele è impensabile prima di questa data.
Inoltre nessun funzionario del Regno d'Italia penserebbe mai a far fare i francobolli a qualcuno che non sia già nelle grazie del Regno.
Cioè al Matraire.
In verità a Napoli ci provarono a fare dei francobolli simili alla IV di Sardegna, ma furono subito bocciati e bloccati.
Quindi, se non ci riuscirono i funzionari delle poste di Napoli, come pensava di riuscirci il Masini?
Ormai siamo abituati a vedere bufale certificati come saggi, credo che questo possa essere ancora uno di quelli.
Alla puntuale ricostruzione di Pino, aggiungo che il Maestro Emilio Diena (a pagina 121 del suo testo "I FRANCOBOLLI DEL REGNO DI NAPOLI") scrive che il Masini - al fine di discolparsi dal sospetto di essere in qualche modo complice della tentata frode postale - consegnò immediatamente non solo i saggi residui ma anche il "punzone originale".

Mi chiedo come questo punzone sia potuto rientrare nella disponibilità di Masini o di altri per poterne allestire uno simile con l'effigie di Vittorio Emanuele II nel lasso di tempo tra la fine del 1860 ed il gennaio 1861; non prima perchè era ancora regnate Francesco II e non dopo perchè già emessa la serie delle Province.

Masini avrebbe potuto allestirne uno nuovo, utilizzando i disegni preparatori serviti per i saggi litografici del 1858?

Probabilmente si ma, per esserne certi, occorrerebbe avere accesso ai documenti che potè consultare Enzo Diena per escludere che quell'oggetto sia un ingegnoso trucco eseguito posteriormente.

Cordiali saluti.
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maupoz
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Re: Info su SAGGIO (mai visto)

Messaggio da maupoz »

Ciao: Ciao:


Da come è descritto è un pezzo unico e Alfredo Ermo Fiecchi ne fece un articolo il 10 novembre 1999 ma non so dove è stato pubblicato.


Andrea

:mmm: :mmm: probabilmente c'è un equivoco .... sulle date


il certificato di Enzo Diena : "esemplare che fu descritto da Alfredo E. Fiecchi in suo articolo"

...ma il certificato è in data 13 luglio 1983 .....quindi l'articolo di Fiecchi non può essere del novembre 1999....(salvo caso di preveggenza di Enzo Diena)

...quindi la prima dichiarazione firmata Fausto Casiraghi , a mio parere, va letta che lui (Casiraghi) in data 10 novembre 1999 anche se non è in possesso dell'articolo di Fiecchi, in attesa, impagina ......


... ma non si sa in che data sia l'articolo di Fiecchi, certamente precedente il certificato Diena del luglio 1983


:ricerca: :ricerca:
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"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
"Oh che bella cosa!" gridò Pinocchio, ballando dall'allegrezza.
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Re: Info su SAGGIO (mai visto)

Messaggio da somalafis »

Gia' la dicitura del presunto ''saggio'' non sembra scritta da un buon conoscitore della lingua italiana: Franco Bollo Postale Napoletana… Si voleva indicare una modifica solo parziale della dicitura dei veri saggi Masini: Bollo della Posta Napoletana?
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ari
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Re: Info su SAGGIO (mai visto)

Messaggio da ari »

L'articolo di Fiecchi potrebbe essere nel Corriere Filatelico ?
Anni fa avevo la ristampa anastatica di Vaccari, mi pareva ci fosse un piccolo volume come indice ?

Ciao: Ciao:
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Re: Info su SAGGIO (mai visto)

Messaggio da Matraire1855 »

Cari amici,

Ho consultato i "sacri testi" e sembra che questo fantomatico articolo sia apparso sulla rivista Gazzetta Filatelica edita a Milano. Purtroppo poichè per ora non ho completato la raccolta di questa piccola rivista (per formato) chiedo l'aiuto di qualche forumista che possa averla o la possa consultare.
Quanto cerchiamo dovrebbe essere compresa in questi numeri in cui i miei riferimenti indicano: Province Napoletane (...) sulle prove senza indicazione del valore (...)

- settembre 1957
- novembre 1957
- marzo 1958
- maggio 1958
- settembre 1959
- gennaio 1961

Un grazie a chi ci aiuterà
Cerchi un volume di filatelia? Prova a cercarlo qui:
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Antonello Cerruti
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Re: Info su SAGGIO (mai visto)

Messaggio da Antonello Cerruti »

Ho trovato cenni su questo presunto saggio a pagina 9 del numero 44 di FILATELIA (maggio 1967) nell'articolo I FRANCOBOLLI DI FRANCESCO MATRAIRE a firma di Piero Damilano.
Si tratta in realtà di una prova realizzata da uno "sconosciuto litografo in possesso di mediocri capacità artistiche" al fine di esaminare le possibilità di creare nuovi francobolli in un periodo di tempo successivo al Decreto Dittatoriale n. 13 del 9 settembre 1860.
L'operazione non diede i risultati grafici sperati e si limitò quindi a pochi esemplari che imitavano i saggi Masini.

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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cirneco giuseppe
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Re: Info su SAGGIO (mai visto)

Messaggio da cirneco giuseppe »

Grazie Antonello!
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pasfil
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Re: Info su SAGGIO (mai visto)

Messaggio da pasfil »

Un saluto a tutti.

credo non si possa trascurare che con l'uscita di scena della dinastia borbonica, si presentò l'esigenza di allestire una nuova serie di francobolli per i territori delle Province Napoletane, tanto che in tutta fretta e per tamponare alla necessità, si intervenne su metà della tavola del 1/2 grano, creando il valore da 1/2 tornese.
Intanto, anche altri - come sappiamo - tentarono ed addirittura diedero alla stampa la serie dei 5 valori (Barone Gennaro Belelli) che però poi non fu mai emessa ed inviata a Torino.
Con probabilità si tende ad attribuire il saggio al Masini, proprio perchè ripete l’impianto dei saggi tipografici che aveva realizzato in precedenza e per questa ragione reca l'effigie di Vittorio Emanule.

Personalmente, lo considero come l'unico esemplare noto proprio per le Province Napoletane.

Ciao: Ciao: Ciao:

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aurelio
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Re: Il misterioso Saggio del "Franco Bollo Postale Napoletana"

Messaggio da aurelio »

Ciao: Ciao:
forse, nel mio girovagare nei vari archivi, ho trovato qualcosa che lega Masini ad una proposta per nuovi francobolli, risalente al periodo dittatoriale.
Sto scrivendo due righe al proposito e darò notizie al momento opportuno.
Nel frattempo, BUON ANNO a tutti i filatelisti e non solo :abb: :abb:
Aurelio
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aurelio
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Re: Il misterioso Saggio del "Franco Bollo Postale Napoletana"

Messaggio da aurelio »

Ciao: Ciao:
buongiorno a tutti!
Per chi è interessato, propongo una pausa nelle vostre attività e la lettura di un mio articoletto, apparso oggi su "il Postalista". :leggo: :cof:

Mi piacerebbe sentire i vostri pareri e, se qualcuno di voi ne avesse disponibilità, di condividere altre notizie utili ad arricchire la conoscenza di quei fatti che ho raccontato. :abb:

Ecco il link: https://www.ilpostalista.it/sicilia/sicilia_072.htm
Aurelio
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Napoli1860
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Re: Il misterioso Saggio del "Franco Bollo Postale Napoletana"

Messaggio da Napoli1860 »

Aurelio!
Un lavoro - senza enfasi - eccezionale, da vero, autentico storico professionista. :clap:
Se ben intendo - e questo non lo sapevo - il Masi fu coinvolto già al primo giro, solo che non avendo prodotto risultati validi - a dire del Masini - fu messo da parte, salvo poi tornare in auge una volta avvenuto il cambio ai vertici della Direzione delle Poste. Io, in effetti, mi ero sempre chiesto da dove diavolo fosse sbucato fuori questo Masi - sul testo di Diena non mi sembra ci siano informazioni utili in tal senso - e questo tuo contributo aggiunge ora un tassello fondamentale alla ricostruzione di una delle storie più avvincenti di tutta la filatelia classica.

Vorrei portare la tua attenzione su un punto critico, muovendo da un luogo comune sulla "Trinacria".

Si dice - spesso - che l'azzurro del francobollo garibaldino recepiva il classico colore di Casa Savoia, ma questa affermazioni - a oggi - è indimostrata. Emilio Diena lo dice chiaramente: "non so perché si sia scelto il colore azzurro", nel senso che - col puntiglio dello storico - non aveva trovato nessun documento che giustificasse il cambio di colore, e quindi, a oggi, noi non sappiamo perché la "Trinacria" fu stampata in azzurro. Questa mancanza di conoscenza - ovviamente - non ci inibisce dall'avanzare congetture plausibili (l'azzurro di Casa Savoia) ma dobbiamo riconoscerle per quelle che appunto sono: congetture (anche se, magari, molto plausibili).

La stessa linea - a quanto vedo - l'hai saggiamente seguita anche tu. Giustamente dici che "è probabile" che Masini abbia "allegato anche un esempio di come sarebbero venuti questi francobolli, come era la consuetudine del tempo". L'ipotesi è altamente verosimile.

Però, per altro verso, mi verrebbe da dire che se davvero avesse allegato una prova di francobollo alla lettera che hai mostrato, allora ne avrebbe fatto menzione: era una cosa troppo importante per sottacerla o lasciarla implicita.

Sarebbe davvero straordinario trovare una corrispondenza del Masini (o una risposta a una sua comunicazione) dove si fa menzione esplicita del "saggio" in discorso.

Mi taccio sulla "insabbiatura" di tutta la faccenda ad opera di dirigeva le poste, e sull'onere spropositato che ne seguì (avete presente quanti sono 8000 ducati? :what: ), e mi limito a ripetere - con Fruttero e Gramellini - che "l'Italia si assomigliava già".

Ancora complimenti!
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aurelio
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Re: Il misterioso Saggio del "Franco Bollo Postale Napoletana"

Messaggio da aurelio »

Napoli1860 ha scritto: 16 gennaio 2025, 15:34
Sarebbe davvero straordinario trovare una corrispondenza del Masini (o una risposta a una sua comunicazione) dove si fa menzione esplicita del "saggio" in discorso.

Mi taccio sulla "insabbiatura" di tutta la faccenda ad opera di dirigeva le poste, e sull'onere spropositato che ne seguì (avete presente quanti sono 8000 ducati? :what: ), e mi limito a ripetere - con Fruttero e Gramellini - che "l'Italia si assomigliava già".
Ciao: Ciao:
grazie innanzitutto per aver apprezzato questo mio piccolo contributo alla storia di quel periodo.
Secondariamente - riguardo a successive corrispondenze riguardanti il Masini - purtroppo non ho trovato nient'altro e tantomeno su ciò che ho scritto sull'origine di quel saggio, che credo rimarrà, per quanto verosimile, una mia ipotesi.

Prossimamente, invece, in un prossimo articoletto, condividerò dei documenti riguardanti l'affaire dei non emessi, un gran bel pasticcio dell'epoca! :-))
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Re: Il misterioso Saggio del "Franco Bollo Postale Napoletana"

Messaggio da Napoli1860 »

Dal bell'articolo di Aurelio
10.png
Per dare l'idea delle proporzioni, i "colleghi" numismatici ci informano che nel 1841 un feudo baronale, con tutte le terre che lo componevano, valeva 20.000 ducati.
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
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Re: Il misterioso Saggio del "Franco Bollo Postale Napoletana"

Messaggio da Napoli1860 »

Ciao Aurelio, buon week-end a tutti,
ancora una volta ho utilizzato una parte del tuo articolo per arricchire la descrizione di una pagina della mia collezione (e ovviamente provvederò ora anche a citare questo tuo secondo contributo tra i riferimenti bibliografici).

https://aldiquadelfaro.blogspot.com/202 ... vizio.html

La cosa non è imminente - anzi, ci vorrà un po' di tempo - ma ho intenzione di realizzare una pubblicazione a stampa della collezione; sarò felice di fartene omaggio di una copia, se hai piacere.

Reputo questi tuoi contributi della più grande rilevanza, non solo perché conferiscono "tridimensionalità" - se così posso dire - a questi oggetti che ci appassionano tanto, ma anche perché - svelando le piccole vicende individuali dietro i grandi eventi della Storia (filatelica e non solo) - aiutano a capire l'effettiva dinamica di cose, magari spicciole, e tuttavia decisive sul piano della puntuale ricostruzione storica.

Da quel che si capisce dalla lettera del Masini, lui - il Masini - era l'incisore dei coni, ma la stampa spettava ad altri. Un po' come avvenuto in Sicilia, se capisco bene, dove lo Juvara era l'incisore e Lao e Barbera erano invece gli stampatori. Anche a Napoli, quindi, Masini avrebbe dovuto incidere, e il de Masa [che il Masini identifica peraltro come Masi] doveva stampare; solo che - a quanto riferisce Masini - il de Masa non fu in grado di produrre nulla di apprezzabile, e quindi fu lo stesso Masini a farsene carico.

Il tuo contributo - inoltre - non dico che fughi del tutto, ma sicuramente riduce notevolmente, il dubbio che il "saggio" in questione possa essere un falso per frodare i collezionisti. Masini - in effetti - non si rassegnò mai alla perdita dell'incarico, tentò in tutti i modi di riaverlo, e la tua indagine ce ne dà una ulteriore riprova. E' quindi altamente verosimile che, per dare forza alle sue istanze, abbia prodotto dei "saggi" da sottoporre a chi di dovere, di cui è arrivato a noi l'esemplare in discorso.

Anche il fatto che vi sia un errore di concordanze ("FRANCOBOLLO POSTALE NAPOLETANA") è secondo me un indizio di genuinità: il Masini aveva probabilmente fretta di concludere l'opera e avendo modificato la dizione per renderla più simile a quella dei francobolli sardi, non si accorse dell'errore.

Sono davvero curioso - a questo punto - di vedere quali "news" ci darai sulle vicende dei non-emessi.. :cin:
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Re: Il misterioso Saggio del "Franco Bollo Postale Napoletana"

Messaggio da aurelio »

Napoli1860 ha scritto: 18 gennaio 2025, 12:07
Da quel che si capisce dalla lettera del Masini, lui - il Masini - era l'incisore dei coni, ma la stampa spettava ad altri. Un po' come avvenuto in Sicilia, se capisco bene, dove lo Juvara era l'incisore e Lao e Barbera erano invece gli stampatori. Anche a Napoli, quindi, Masini avrebbe dovuto incidere, e il de Masa [che il Masini identifica peraltro come Masi] doveva stampare; solo che - a quanto riferisce Masini - il de Masa non fu in grado di produrre nulla di apprezzabile, e quindi fu lo stesso Masini a farsene carico.
Ciao: Ciao:
i documenti che ho avuto modo di consultare dicono che Masini era l'incisore del conio e delle prime rullette, come da contratto che ho mostrato nel primo articolo che ho pubblicato. Secondo l'Amministrazione delle Poste, la realizzazione delle tavole e la stampa dovevano essere eseguiti in una officina appositamente realizzata in locali della medesima amministrazione e curata dalle loro maestranze che, però, ad un certo momento si rivelarono assolutamente inadatte: si dovette pertanto ricorrere al Masini per alcune correzioni sulle tavole e per la stampa di un primo quantitativo di francobolli, per riuscire a tagliare il traguardo del 1 gennaio 1858. Il Masini fu, poi, subito liquidato, come scrisse lui lui stesso nel documento del 1860 che ho mostrato.
Buon weekend
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Re: Il misterioso Saggio del "Franco Bollo Postale Napoletana"

Messaggio da Napoli1860 »

Vediamo di mettere un po' in ordine le cose.
cirneco giuseppe ha scritto: 19 maggio 2020, 22:55 Il Regno di Napoli, in effetti, termina con il plebiscito di fine 1860.
Questo non è del tutto corretto, sul piano storiografico

Il Regno di Napoli non termina col plebiscito-farsa (già all'epoca ritenuto tale) dell'ottobre del 1860. Il Regno di Napoli (e Sicilia) ha fine il 13 febbraio 1861, quando Francesco II dichiara ufficialmente la resa di Gaeta. Ce lo conferma lo stesso Cavour: "fate ponti d'oro a Francesco, la resa di Gaeta non sarà mai pagata abbastanza", a testimoniare che finché i gigli borbonici sventolano sulla casamatta di Gaeta, il Regno era ancora formalmente in piedi (e non solo formalmente, considerato che da Gaeta, seppur minima, un'attività politica veniva comunque svolta).

A ogni modo - e più in generale - l'identificazione di un evento con una data precisa risponde solo a esigenze, lasciatemi dire, "scolastiche". Non è che - citando Barbero - la mattina dopo la scoperta dell'America, la gente si è svegliata e ha detto: "oh, che bello, finalmente è finito il Medioevo".

Da questa prospettiva, anzi, il Regno di Napoli - nel sentire comune, che poi è quello che conta - muore il giorno stesso in cui Garibaldi entra a Napoli, il 7 settembre, e ne abbiamo testimonianza nel celebre "Omnibus" del 13 settembre, che contiene l'atto di nascita della "Trinacria", e in cui, neanche troppo implicitamente, si riconoscono Garibaldi e Vittorio Emanuele come nuovi governanti.
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Antonello Cerruti ha scritto: 20 maggio 2020, 9:54 il Maestro Emilio Diena (a pagina 121 del suo testo "I FRANCOBOLLI DEL REGNO DI NAPOLI") scrive che il Masini - al fine di discolparsi dal sospetto di essere in qualche modo complice della tentata frode postale - consegnò immediatamente non solo i saggi residui ma anche il "punzone originale".

Mi chiedo come questo punzone sia potuto rientrare nella disponibilità di Masini o di altri per poterne allestire uno simile con l'effigie di Vittorio Emanuele II nel lasso di tempo tra la fine del 1860 ed il gennaio 1861
I tempi tornano: Garibaldi entra a Napoli il 7 settembre, la lettera del Masini recuperata da Aurelio è datata 6 novembre. Anche senza immaginare che il Masini sia rientrato in possesso del punzone originario, c'era tutto il tempo per predisporne uno nuovo, considerato anche che il Cavaliere ardeva dalla voglia di riottenere l'incarico.
somalafis ha scritto: 20 maggio 2020, 11:33 Gia' la dicitura del presunto ''saggio'' non sembra scritta da un buon conoscitore della lingua italiana: Franco Bollo Postale Napoletana… Si voleva indicare una modifica solo parziale della dicitura dei veri saggi Masini: Bollo della Posta Napoletana?
Qui non ci sono risposte certe ma solo congetture e - gioco della probabilità alla mano - è più verosimile che il Masini, nella foga che lo animava, abbia commesso un errore (che si sia confuso tra vecchia e nuova denominazione) che non che un ipotetico falsario (chiaramente intenzionato a rendere credibile la sua opera) sia incappato in un errore così pacchiamo.

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Tutta questa storia - basata sul contenuto di questo topic, e soprattutto sull'indagine di Aurelio - la trovate ora sintetizzata qui:

https://tesoridicarta.blogspot.com/2019 ... er-il.html

dove trovate - news! - anche l'articolo di Fiecchi, in verità molto breve, e probabilmente con un seguito (che non ho) ma che suggerisco di leggere, e di raccordare con tutto il resto, per poi farvi due domande sulla "grande Filatelia di una volta, la Filatelia con la F maiuscola, che non tornerà mai più" in cui tanti amano crogiolarsi (ma che speriamolo davvero non torni mai più, dico io).

Per Aurelio: ho provveduto a inserire i tuoi contributi (con relativi link) tra i riferimenti bibliografici. Li trovi al fondo di questo post che fa da cappello alla mia personale ricostruzione delle vicende dei francobolli napoletani.

https://tesoridicarta.blogspot.com/2019 ... bolli.html

Lasciami concludere - simpaticamente - dicendo che dissento dalla tua conclusione: non è vero, proprio no, che il Masini sia tornato "mestamente e definitivamente nell'oblio della storia".

Cavalier Masini - ovunque tu sia adesso - guarda che cosa sei stato capace di combinare, 165 anni dopo...

https://tesoridicarta.blogspot.com/2024 ... ncita.html
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