pinco1 ha scritto: 27 febbraio 2025, 20:49
Ciao Pasquale,
grazie. Quindi il mio 2g è un 1° tavola, ciò mi basta.
Ma veniamo al dunque. ( noto che si insiste a sottolineare la specularità della matrice. Ciò è banalmente ovvio e vale per tutte le tecniche di stampa. La matrice è "per forza speculare". Se nel fb. il volto è a sx., se vuoi osservare la matrice che l'ha prodotto la devi girare e la vedrai, quindi, volta dx.)
Direi che, per la produzione della tavola da stampa, siamo nel "canonico". Incisione di un conio, punzone, trasferimento su tavola tramite rulletta.
A tavola finita, non ti piace la pos. 32 ? Come fai ad eliminarla ?
La Calcografia è tecnica incavografica, quindi, per eliminare un'incisione, devi, per forza, "abbassare" il piano di stampa.
Ma, se abbassi il piano di stampa di una singola impronta, perdi la sua "planarità" rispetto alle impronte adiacenti, e .. non stampi niente.
Non per smentire il Sommo, ma.. non funziona così.
Logica vorrebbe, che, anche per cambiare una singola impronta, e vuoi risparmiare una tavola, la devi spianare tutta, e ripetere ex novo l'intera operazione.
O, hanno usato un qualche artifizio tecnico, che mi sfugge totalmente. Per questo ho chiesto come hanno fatto tecnicamente.
In ogni caso mi hai dato un nuovo spunto di ricerca, visto che mi occupo esclusivamente di tecniche di stampa.
Se ne verrò a capo, e ripeto se, ne riparleremo.
Ciao Pinco1 ed un saluto a tutti.
Per “sostituire” una o più incisioni su una tavola (o plancia) calcografica non bisogna necessariamente “abbassare il piano di stampa” e spianarla (termini da te utilizzati) e perdere così il lavoro fatto.
Per quanto riguarda la calcografia applicata alla filatelia napoletana del 1858, gli interventi sulla tavola metallica potevano essere effettuati per correggere il lavoro, sia in corso di prima realizzazione (nella fase della primaria incisione sulla lastra di acciaio non temprato) che per sostituire una o più incisioni sulla “tavola” ultimata (dopo che si era proceduto a temprarla per rendere l’acciaio molto duro per sopportare le ripetute fasi di stampa), ma tali interventi necessitano di notevole competenza e maestria e con l’adozione di tecniche diverse.
Di quanto ho appena accennato trovi riscontri non solo proprio nella prima tavola del 2 grana, nella quale l’eliminazione delle primarie incisioni è stata molto più semplice da eseguire, nonostante si sia trattato di un intervento molto esteso. Proprio l’abbondanza delle tante sottili striature di colore ad andamento quasi verticale non facenti parte del disegno, presenti nei relativi bordi bianchi e negli esemplari stampati provenienti da questa tavola, lasciano capire le modalità d’intervento effettuato, in quanto sono state determinate dai tanti sottili e superficiali graffi arrecati sulla lastra nella procedura di raschiatura delle incisioni da eliminare (anche in questi graffi si deposita l’inchiostro che poi si trasferisce sulla carta insieme al disegno).
Ulteriori riscontri li trovi nelle emissioni calcografiche dei ½ tornesi “trinacria” e “croce di Savoia”, dove gli interventi furono molto più complessi e richiesero maggiore maestria.
Come saprai, per quest’ultimi due valori venne utilizzata una parte della seconda tavola del ½ grano che era in acciaio temprato, sulla quale con tecniche diverse, prima per le “trinacrie” venne incisa la “T” (di tornese) in sostituzione della “G” (grana) e successivamente per le “croci di Savoia” nella stessa parte della parte della tavola ed in tutte e 100 le incisioni venne sostituito centralmente il disegno, eliminando così i gigli, la trinacria ed il cavallo, sostituti dalla nuova incisione di quattro cantoni lineati che ai lati delimitavano la croce.
Per queste operazioni di eliminazione di gran parte del disegno nelle incisioni e per l’incisione di un nuovo disegno, non venne spianata la tavola, in quanto gli interventi furono mirati e circoscritti alle sole zone interessate. Converrai che negli esemplari stampati, l’allineamento e la distanza dei francobolli da ½ grano, le diciture tra i due cerchi interni, i triangoli multilinee ai quattro lati, la cornice dell’incisione e le battute create dalla rulletta, sono le stesse che ritrovi nelle corrispondenti posizioni della tavola sia per le trinacrie che per le croci di Savoia. Pure, per determinate posizioni del ½ grano, alcuni particolari interni ed esterni al disegno dell’incisione (che poi si ritrovano nei francobolli stampati) sono presenti nelle stesse posizioni del foglio sia nelle trinacrie che nelle croci di Savoia.
Circa le residuali parti delle primarie incisioni non completamente eliminate, in generale la loro presenza può essere determinata dalla fretta di portare a termine il lavoro con la previsione di ottenere un risultato accettabile, anziché perfetto a “regola d’arte” oppure per ragioni tecniche, quando l’incisore decide di lasciarle, ad esempio, nel caso l’eliminazione completa richieda una raschiatura molto più profonda che in ragione delle altre parti della tavola non interessate dall’intervento, non conviene effettuare perché andrebbe a compromettere la qualità del lavoro finale. Infatti, una raschiatura molto più profonda va poi a determinare delle macchie di colore nella stampa che non consentono di distinguere i particolari del nuovo disegno inciso (a causa dell’inchiostro che va a depositarsi nella zona ove la raschiatura sia stata più profonda). Per la prima tavola del 2 grana, ragionevolmente si può desumere che l’eliminazione completa delle primarie incisione e dei graffi superficiali avrebbe richiesto tanta meticolosità e tanto tempo, così il risultato finale è stato determinato dall’urgenza di portare a terminare il lavoro in breve tempo.
Le operazioni di raschiatura per l’eliminazione delle incisioni possono essere effettuate sulla “tavola” non temprata e nel caso si debba intervenire su di una tavola temprata, bisognerà prima procedere a “detemprarla” per riportarne l’acciaio più tenero e facilmente lavorabile manualmente mediante l’utilizzo degli appositi attrezzi. Poiché l’acciaio non temprato o detemprato è più tenero, bisognerà adottare anche particolari accorgimenti per evitare di arrecare sottili e superficiali graffi non direttamente provocati dal raschietto (o altro attrezzo) e che a loro volta andrebbero anche eliminati prima di procedere alla tempra della tavola.
Intenzionalmente e senza voler intralciare i tuoi studi, ho menzionato la prima tavola del 2 grana, la Trinacria e la croce di Savoia, proprio per le tre diverse tecniche di intervento adottate per reincidere o modificare le incisioni esistenti su di una tavola, senza necessità di ripartire ex novo e di eliminare tutto il lavoro fatto. In sostanza: nella prima Tavola venne riutilizzato il cilindro (che conteneva il primo riporto del conio) per reincidere le incisioni dello stesso disegno (secondo riporto); nella Trinacria venne impiegato un piccolo punzone utilizzato manualmente solo per la sostituzione delle “G”; nella croce di Savoia in tutti gli esemplari venne realizzata manualmente una diversa incisione solo nella parte centrale.
Per quanto riguarda il tuo 2 grana, confermo la provenienza dalla prima tavola, ma fa parte del gruppo di 100 destro del foglio.
Mi associo agli altri amici intervenuti per fare i complimenti a Pasquale per lo studio fatto su questa emissione.
Pietro