Affrancature miste, anche "a staffetta"

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Napoli1860
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Napoli1860 »

Antonello Cerruti ha scritto: 3 maggio 2025, 19:34 L'ufficio postale di Bologna.
Aggratise? :-))
Cioè paga l'ufficio postale?
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Antonello Cerruti
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Antonello Cerruti »

Il destinatario.
Cordiali saliti.
Antonello Cerruti
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

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Antonello Cerruti ha scritto: 3 maggio 2025, 20:08 Il destinatario.
Cordiali saliti.
Antonello Cerruti
Ma perché applicare un francobollo? Non si potevano limitare a segnare la tassazione sulla lettera?
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Antonello Cerruti
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Antonello Cerruti »

La tassazione, segnata sul fronte, è stata poi annullata e sostuita dal francobollo al verso.
Così era più facile (e rendicontato) il credito da esigere e ricevere.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Napoli1860 »

Antonello Cerruti ha scritto: 4 maggio 2025, 11:26 La tassazione, segnata sul fronte, è stata poi annullata e sostuita dal francobollo al verso.
Così era più facile (e rendicontato) il credito da esigere e ricevere.
Grazie Antonello, così è chiaro e anche molto logico, direi.

Questo accresce per altro verso le domande sulla mista Sicilia-Napoli: chi è, qui, che si è fatto carico dei 5 grana aggiunti a Napoli? Aquila scrive che "il mittente integra il porto", che suona quanto meno sibillino, perché non si capisce come abbia potuto fare (trovandosi in Sicilia); d'altra parte, essendo Napoli un punto di passaggio, i 5 grana non potevano neppure esigersi dal destinatario.

265.jpg

Eppure la lettera - a prestar fede a chi l'ha vista dal vivo, e se poi i realizzi d'asta significano ancora qualcosa (da 20 mila di base a 44 mila al martelletto, più 22% di diritti) - è assolutamente genuina.
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Antonello Cerruti
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Antonello Cerruti »

Se osservi bene i bolli in cartella, noterai che il secondo è GIACENTE.
Questo vuol dire che la lettera è stata trattenuta in posta a Napoli, probabilmente fino a che il mittente non ha provveduto ad inviare l'importo mancante.

Certo mi sarebbe piaciuto esaminare personalmente questa affrancatura perché mi pare che la parte destra del secondo ferro di cavallo colpisca parte del francobollo di Napoli...
:what:
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Morgan68
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Morgan68 »

Napoli1860 ha scritto: 3 maggio 2025, 17:49
Antonello Cerruti ha scritto: 3 maggio 2025, 10:59 La seconda rappresenta una celebre tenta frode: la lettera venne fermata e tassata.
Non so quale sia la sensibilità prevalente, ma - per me - le frodi che potremmo definire "isolate" - il pirla di turno, che prova a far passare un francobollo di Parma per uno del Lombardo-Veneto - sono di scarsissimo interesse postale, filatelico e culturale, perché - alla fine della fiera - non dicono nulla, non parlano di nulla, se non della pirlaggine del singolo.
Buongiorno a tutti,
Personalmente (per quello che puo' valere) non sono completamente d'accordo.
Se il tentativo di frode e' avvenuto all'epoca, da parte anche di un singolo (pirla ?!?), esso riveste comunque (a mio esclusivissimo avviso) un interesse di tipo filatelico.
Al contrario, se viene fatto un collage postumo, si tratta chiaramente di un falso.
E' isolato perche' a noi e' arrivato solo questo, pero' chissa'?
In questo caso vi e' stata una tassazione e, mi pare, anche una tassa rettificata (segnalo comunque che di tassazioni so poco).
Alla stregua di questo caso come vogliamo catalogare i vari falsi dell'epoca di Milano, Verona, Napoli, gli spezzoni di frammento del Pontificio (che permettevano al dipendente dell'ufficio postale di ricavare un FB ogni 10)? Falsi o frodi?
Ciao: Ciao:
Enrico
Napoli1860
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Napoli1860 »

Morgan68 ha scritto: 4 maggio 2025, 14:21 Se il tentativo di frode e' avvenuto all'epoca, da parte anche di un singolo (pirla ?!?), esso riveste comunque (a mio esclusivissimo avviso) un interesse di tipo filatelico.
Io non credo che tutto ciò che esista, per il semplice fatto di esistere, abbia dignità (collezionistica), giacché il mondo è pieno di aneddoti, di folklore, di episodi occasionali, di fatti singolari... che non significano nulla.

La rilevanza (collezionistica) di un oggetto sta tutta e solo nella sua capacità di parlare, di raccontare cose interessanti, di restituire informazioni di rilievo, di per sé, ma soprattutto quando riunito ad altri oggetti a esso pertinenti.

Perché - ad esempio - il fenomeno dei falsi e delle frodi postali napoletane è così rilevante? Lo è perché ci fornisce lo spaccato di un'epoca, di un mondo, di un popolo, dei suoi usi e costumi, attraverso un tema postale. Osservo - incidentalmente - che fu proprio il dilagare delle falsificazioni a dare origine ai cosiddetti annulli "a svolazzo", che rappresentano - cito i Diena - una soluzione senza pari al mondo (anche se poi i suoi effetti non furono del tutto quelli sperati).

Falsi e frodi napoletane - così come, in diversa misura con altri significati, quelli del Lombardo Veneto - ci parlano in definitiva di un intero mondo, che si rivela ricco di informazioni utili a capire meglio quello strano luogo che è il nostro passato, quando si inizia a esploralo a dovere.

Di cosa ci parla, invece, l'affrancatura mista Lombardo-Veneto - Parma? Di un pirla che pensava di coglionare le poste austriache, credendo che non si sarebbero accorte che il francobollo non era del Lombardo-Veneto (per verifica: non tutte, ma molte frodi del Regno di Napoli sono invece fatte molto bene). Ora, il mondo è sicuramente pieno di pirla, ma le loro storie - di base - non interessano nessuno, perché non dicono nulla, non comunicano nulla, se non la pirlaggine di chi le ha vissute.

Dopodiché, però, tenuto conto che come argomentato qui

viewtopic.php?t=75254

il singolo pezzo è una pura illusione, un artificio, e l'unica cosa vera, reale, solida e tangibile è la collezione, io non escludo che la frode Lombardo-Veneto - Parma possa trovare un suo spazio in un contesto adeguato, in cui si vogliano catturare tutte e cinquanta le sfumature del fenomeno, ad esempio in una collezione come questa:

https://risorse.issp.po.it/dbcollezioni/723_alessio.pdf

che personalmente mi sono gustato parecchio.
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Morgan68
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Morgan68 »

Buon pomeriggio a tutti,

chiarissimo e molto bello il PDF.

Per quanto riguarda il pezzo specifico direi filatelicamente "de gustibus".
Immagino infatti che in una collezione su falsi e frodi anche la lettera del pirla (ladruncolo, oggi lo chiamerebbero furbetto) avrebbe trovato una sua collocazione (proprio perche' coeva).

Nel mio piccolo posso dire che non l'avrei acquistata ma, se l'avessi avuta, forse sarei riuscito a trovarci anche qualcosa di interessante. :OOO: :fii:
... ai posteri dei posteri l'ardua sentenza.
Ciao: Ciao:
Enrico
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francesco luraschi
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da francesco luraschi »

Napoli1860 ha scritto: 3 maggio 2025, 19:25 C'è una cosa che non capisco, che poi - se vogliamo - è la critica storica mossa alla mista Napoli-Sicilia: nelle cosiddette "staffette" chi è che si prendeva l'onere di apporre il francobollo aggiuntivo? Detto in altro modo: come fa una mista a nascere apponendo francobolli diversi in momenti diversi? chi è che si fa carico dell'apposizione successiva?

Per capirci: qualche pagina dietro è stata postata questa lettera, presentata come "staffetta" Toscana-Pontificio


staffetta.jpg


Ora, la domanda è: ma il francobollo del Pontificio chi lo ha messo sulla lettera? :mmm:
Il francobollo al verso della lettera lo ha messo la direzione di Bologna che ha cassato la "/" messa dalla posta toscana insieme al PD, essendo entrambi relativi alla prima spedizione. A Bologna si è tassata la lettera per 1 bajocco.

E'un metodo utilizzato nel Pontificio per le lettere indirizzate nel distretto dove non esisteva un altro ufficio postale ma solo una distribuzione, come tra Bologna e Castel San Pietro. Serviva per fini contabili nel senso che il francobollo era messo a carico del commesso locale che poi se lo faceva rimborsare dal destinatario.

E' una formula tipicamente pontificia e collegata al suo sistema di controlleria.

Ciao: Francesco
I nostri articoli:

https://www.academia.edu/10877153/_News ... _1850-1866_

Cliccare su authors per leggerli tutti facendo scorrere la pagina verso il basso oppure iscriversi al sito http://www.academia.edu per scaricare il PDF.

Ciao: Francesco
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Napoli1860 »

francesco luraschi ha scritto: 4 maggio 2025, 18:53
Napoli1860 ha scritto: 3 maggio 2025, 19:25 C'è una cosa che non capisco, che poi - se vogliamo - è la critica storica mossa alla mista Napoli-Sicilia: nelle cosiddette "staffette" chi è che si prendeva l'onere di apporre il francobollo aggiuntivo? Detto in altro modo: come fa una mista a nascere apponendo francobolli diversi in momenti diversi? chi è che si fa carico dell'apposizione successiva?

Per capirci: qualche pagina dietro è stata postata questa lettera, presentata come "staffetta" Toscana-Pontificio


staffetta.jpg


Ora, la domanda è: ma il francobollo del Pontificio chi lo ha messo sulla lettera? :mmm:
Il francobollo al verso della lettera lo ha messo la direzione di Bologna che ha cassato la "/" messa dalla posta toscana insieme al PD, essendo entrambi relativi alla prima spedizione. A Bologna si è tassata la lettera per 1 bajocco.

E'un metodo utilizzato nel Pontificio per le lettere indirizzate nel distretto dove non esisteva un altro ufficio postale ma solo una distribuzione, come tra Bologna e Castel San Pietro. Serviva per fini contabili nel senso che il francobollo era messo a carico del commesso locale che poi se lo faceva rimborsare dal destinatario.

E' una formula tipicamente pontificia e collegata al suo sistema di controlleria.

Ciao: Francesco
Molte grazie, davvero chiaro e preciso.
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Re: Una busta mista che mi lascia perplesso...

Messaggio da Napoli1860 »

Giusto per chiarire al meglio il mio punto di vista, trovo utile appoggiarmi a questo scambio di battute
Pri ha scritto: 29 settembre 2017, 15:48 Per mista io intendevo che ha due francobolli di nazionalità diversa. Che poi i due francobolli non abbiano fatto tutto il viaggio insieme, ai fini collezionistici cosa cambia?
Andrea61 ha scritto: 30 settembre 2017, 12:29 un'affrancatura che nasce formata da francobolli di amministrazioni diverse è ben altra cosa, nella sua genesi, nel "perché" della sua esistenza, nella sua rarità, di un documento in cui siano meramente presenti carte valori di amministrazioni diverse.
Pri sostanzialmente dice: cosa mi importa del "perché" due francobolli di due diversi Stati stanno su una stessa lettera?

E Andrea61 gli risponde: è proprio il diverso "perchè" che determina un diverso valore (interesse) filatelico [fermo restando che sul piano brutalmente commerciale ognuno troverà tutti i "perché" che desidera].

Io gerarchizzerei in questo modo:

1) affrancatura nate miste in partenza, in forza di convenzioni postali o di uso congiunto tollerato.

1.png
2.jpg

2) affrancature miste "staffetta" (francobolli applicati in luoghi e tempi diversi)
3.jpg

3) frodi postali
4.jpg

Mostrato in questo modo - forse - risulta più evidente come il contenuto informativo delle miste sia diverso a seconda dei casi, corrispondendo a situazione via via meno interessanti.
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Napoli1860 »

Poi, chiaramente, le casistiche empiriche potrebbero essere inesauribili, e quindi sempre ne scapperà qualcuna a ogni classificazione a-priori.

Per dire, non se conoscete la genesi di questa lettera

10.png
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Andrea61
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Andrea61 »

Nel caso della "mista" toscano-pontificia col bajocco applicato al verso ed annullato all'arrivo a Bologna parlare di affrancatura è, a mio modesto parere, un po' un abuso di linguaggio.

Il francobollo corrisponde ad una tassazione in arrivo ed è, ipso facto, un segnatasse.

L'amministrazione postale pontificia usava francobolli ordinari come segnatasse in certe situazioni.

Non è la sola.

730405 Ita40c tax22l.jpeg

Nella mia collezione non ho descritto questa lettera come "affrancatura mista". Non lo è: i due testoni greci sono lì a segnalare una tassazione di 22 λεπτα per 'affrancatura insufficiente (come anche indicato dal timbro in cartella in gran parte coperto dai detti testoni).

Da un punto di vista prettamente storico-postale la situazione non è diversa da questa, anch'essa presente nella mia collezione:
701012 Mex12c tax200.jpeg
Qualcuno parlerebbe di affrancatura mista Messico-Italia?

Esistono anche esempi moderni: la seguente è un'affrancatura mista? Che ci sta a fare lì il francobollo greco?


580704 GRE60 fp.jpeg
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Andrea

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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Napoli1860 »

Andrea61 ha scritto: 4 maggio 2025, 19:57 Nel caso della "mista" toscano-pontificia col bajocco applicato al verso ed annullato all'arrivo a Bologna parlare di affrancatura è, a mio modesto parere, un po' un abuso di linguaggio.
Il caro vecchio Wittgenstein: tutti i problemi - alla fine - sono problemi di linguaggio.

Volendo provare a far chiarezza, a cominciare dal linguaggio, e sempre gerarchizzando le situazioni:

[1] affrancature miste "originarie", nate così già in partenza (per usi congiunti ammessi o tollerati);

[2] affrancature miste "staffetta" (o "rispedizioni"), con francobolli apposti in luoghi e tempi diversi, ma non a destinazione [segue esempio];

[3] miste "a destinazione" [senza uso del termine "affrancatura"] col francobollo del secondo Stato apposto in arrivo a titolo di tassazione;

[4] miste "puramente formali", con compresenza di francobolli di diverse amministrazioni per tentata frode postale (o per qualunque altra ragione che non sia chiaramente riconducibile all'ordinario funzionamento del sistema postale).


Questo sarebbe un esempio della casistica [2]

Mista.png
Lettera di un foglio, affrancata in origine per 10 grana. Arrivò a Genova il 15 novembre 1859, in transito da Napoli con il Vapore "Corriere Siciliano", per poi esser rispedita a Milano il giorno dopo, con l'aggiunta di un 20 centesimi di Sardegna.
Giunse a destinazione il 17 novembre, con l'ambulante postale. Il segno "4" - corretto in "5" - sta indicare 50 centesimi,
la tassa sarda in arrivo, in assenza di convenzione postale tra i due Stati.


Vi ci ritrovate?
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Francesco Baino
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Francesco Baino »

Buonasera a tutti, mi inserisco in questa interessantissima discussione per fornire due contributi, che spero utili.

Nei due volumi Sirotti-Colla “Dagli Stati Preunitari al Regno d’Italia” (1998), editi dal Sassone, era stata presentata una utile classificazione delle affrancature cosiddette “miste”, che può tuttora essere considerata valida con alcune integrazioni - ad es. quelle ipotizzate nel post soprastante - anche alla luce di recenti ritrovamenti e studi del settore.

Vorrei poi tornare alla famosa lettera con affrancatura “mista” Sicilia-Napoli, ex Rotschild, ex Imperato (era probabilmente il pezzo a cui teneva maggiormente), avendola esaminato “de visu” in occasione dell’ultima Asta Bolaffi in cui è stata venduta, ed essendomi confrontato con uno stimatissimo professionista del settore che vi opera da oltre cinquant’anni, e che probabilmente si era a sua volta confrontato proprio con Nino Aquila. C’è da notare – ma questo si può fare solo esaminando fisicamente il pezzo - che il 5 grana di Napoli è assottigliato: fatto piuttosto curioso. Ed infatti Giorgio Colla firma il pezzo “G. Colla”, indicando che il pezzo è originale, è una grande rarità ma non è in quello stato di conservazione spettacolare cui riserva la sua firma completamente estesa. Una spiegazione verosimile che giustifica sia l’affrancatura sia il difetto dell’esemplare è la seguente – tenendo conto che si tratta pur sempre di ricostruzioni ex-post, diciamo così “indiziarie”: il mittente ha integrato il porto nel senso che, accortosi della giacenza, ha fisicamente pagato all’ufficiale postale 5 grana, e l’ufficiale postale, per ridurre al minimo i tempi di attesa successivi, ha prelevato un 5 grana del Regno di Napoli non annullato da altra missiva – da qui l’assottigliamento del francobollo – e l’ha applicato sulla lettera in questione, permettendone l’arrivo a destino.
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Antonello Cerruti
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Antonello Cerruti »

Domande:
come ha fatto il mittente (a Termini) a sapere che la sua lettera era ferma
Cin giacenza a Napoli?
Perché l'impiegato a Napoli ha usato (in frode?) un francobollo strappato da un'altra lettera invece di uno dei nuovi di cui poteva disporre?

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Francesco Baino
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Francesco Baino »

Certamente, sono domande giustissime: si potrebbe ipotizzare che il mittente avesse un contatto in loco da porter avvisare, ad esempio. Rimane purtroppo il fatto che quella che ho riportato è "solo" una possibile ricostruzione di cui nessuno - ora, al momento presente, 165 anni dopo - può averne la prova provata. La nota positiva è che può essere di stimolo allo studio ed all'analisi.
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paolo.pellegrini
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da paolo.pellegrini »

Mista "originaria" Gov.Prov. Modena e Sardegna
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Re: Affrancature miste, anche "a staffetta"

Messaggio da Napoli1860 »

Francesco Baino ha scritto: 4 maggio 2025, 22:22 C’è da notare – ma questo si può fare solo esaminando fisicamente il pezzo - che il 5 grana di Napoli è assottigliato: fatto piuttosto curioso.
Buongiorno Francesco, un saluto a tutti.

La tua informazione permette di qualificare ciò che si trovava segnalato genericamente nella descrizione del lotto dell'asta Bolaffi: "Difetto al 5 gr. del Regno di Napoli".

Come dici tu stesso, suona ben strano sentir parlare di assottigliamento per un francobollo ancora collocato sul suo supporto carteaco, per almeno due ragioni: la prima, perché l'assottigliamento - di regola - si produce in fase di rimozione del francobollo dalla lettera (e infatti tu ne congetturi una rimozione da una precedente missiva); la seconda, perché apprezzarlo quando ancora sta attaccato al supporto non deve essere facile (visto che la trasparenza sarebbe occultata proprio dallo strato di carta).

La mia sensazione generale - a ogni modo - è che questa lettera richiami idealmente da vicino il caso - celeberrimo? famigerato? - del "settimo 80 centesimi" di Parma: il coinvolgimento emotivo e la presa di posizione aprioristica superano di gran lunga gli oggettivi (seppur parziali) dati di fatto. Citando Pirandello: "la verità non sta nei fatti, ma nell'animo delle persone, che nessun dato di fatto potrà mai alterare o modificare".

Per conferma: una delle critiche mosse alla lettera è di essere andata incontro a una strana "geografia delle firme peritali".

Per lungo tempo, l'unica firma presente è stata quella di Paolo Vaccari (come si vede in questa immagine d'epoca, che mostra il verso della lettera) che poi è stata rimossa

IMAGE0066.JPG

Si parla poi di un certificato di Enzo Diena, che sarà sicuramente presente, ma la sua firma - sulla lettera - non sembra esservi; il certificato di Colla, infine, è piuttosto recente, e sembra fatto bell'apposta per facilitare l'ultimo passaggio sul mercato.

E infine l'argomento che - nella linea argomentativa degli scettici - dovrebbe chiudere ogni discorso: com'è possibile che un oggetto così straordinario non rechi le firme di Renato Mondolfo e di Giulio Bolaffi? Possibile che due monumenti della filatelia internazionale non lo abbiano mai avuto tra le mani? E - se invece lo hanno avuto, come è logico aspettarsi - come mai non l'hanno firmato?

Tutto molto logico, all'apparenza. Peccato che veniamo da una gran bella discussione

viewtopic.php?t=75151

dove l'abbondanza di prestigiose firme peritali stratificatesi nel tempo sembra non voglia dire proprio nulla, non offrire nessuna garanzia.

Gli argomenti, insomma, sono sempre double-face: si possono spendere in un verso, per sostenere una tesi, ma anche nel verso opposto, per rovesciarla.

Per parte mia, mi limito a condividere un parere generale offertomi da una figura anch'essa con oltre mezzo secolo d'esperienza: "nessuno può pensare di alterare un documento postale senza lasciare tracce che - se non altro nel lungo periodo - non diventino visibili ad un occhio allenato".
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