Il grande Mario Rigoni Stern ha, infatti, scritto anche di francobolli.
Gli fu chiesto di essere l'autore della prefazione al libro "Francesco Matraire - Incisore e Litografo" di Carlo Cerutti.
Questo il suo contributo:
I francobolli e la storia; la storia degli Stati vista attraverso i francobolli in maniera eloquente e pratica perché così è il segno delle cose concrete. Per capire il Settecento veneziano bisogna "leggere" con metodo e scrupolo Cà Rezzonico; per capire la battaglia dell'Ortigara occorre camminare e ricamminare quella montagna. Ora, leggendo questo aureo libretto, sono penetrato come non mai nelle vicende del nostro Risorgimento.
Ma nel leggere le vicissitudini di questo strano e quasi misterioso creatore di francobolli che corrisponde al nome di Francesco Maria Matraire, mi sono ricordato che anch'io quando mi sono trovato coinvolto, ho disegnato francobolli su buste di fortuna: nell'inverno del 1940, sulle montagne dell'Albania, ho inventato un francobollo su una busta indirizzata a una ragazza (rapresentavo goffamente la testa di un alpino visto di profilo con attorno la scritta "Zona sprovvista di francobolli ma non di cartucce"). Questa lettera, affidata a un porta-ordini che scendeva nelle retrovie, giunse alla destinataria senza sopratassa. Ma anche dalla Russia mi capitò di dover disegnare un mio francobollo (persino con la dentellatura attorno al Monte Cervino e il motto "Pista"). E il bello è che queste lettere sono giunte quasi tutte a destinazione senza censura. (E meno male che non hanno dato applicazione al Decreto Reale del 15 febbraio 1852 che prevede, come si legge qui, "...pena di reclusione per chiunque avesse contraffatto francobolli...").
Ma tornando a Francesco Maria Matraire che ha legato il suo nome alla filatelia e che poi è scomparso come un fantasma, tra le tante supposizioni sulla sua nascita mi piace pensarlo provenzale per la sua vena inventiva, per il suo impegno artistico e per la sua "agitata attività" tra regnanti e ministri, tra confini che cambiavano o che venivano annullati. Nella sua officina di Torino, al lume di una lampada a gas, ha disegnato, inciso e stampato gli inizi della nostra storia: i suoi francobolli hanno seguito l'Unità d'Italia e fatto giungere messaggi dall'Alpi a Lilibeo. Dovrebbero riproporli!
Addio Sergente delle nevi
