Tassazione pontificia su lettere dalle varie zone del Regno

Forum di discussione sulle emissioni e la storia postale del Regno di Sardegna

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vikingo68
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Tassazione pontificia su lettere dalle varie zone del Regno

Messaggio da vikingo68 »

Ciao: a tutti.

Io sapevo che per la via di terra dalla Sardegna/Italia al Pontificio ci volevano 60c ed è il segno di tassa che infatti c'è, i 20c allora che porto assolvevano?
Grazie.

Ciao:
Carlo.
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Giorgio Di Raimo
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Re: 1863 Livorno Roma,perchè questa tariffa?

Messaggio da Giorgio Di Raimo »

...questa è del 17 APR 62..ma l'affrancatura e la tassa è la stessa...la mia è andata sulla ferrovia almeno sino a Siena :cow: : la tua non sò...ingrandisci l'annullo e ifai vedere il retro
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spcstamps
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Re: 1863 Livorno Roma,perchè questa tariffa?

Messaggio da spcstamps »

In quel periodo vi era assenza di convenzione postale tra i due paesi (Regno d'Italia e Stato Pontificio), cosicchè ogni paese pagava la tariffa propria.

In particolare la tariffa delle lettere spedite verso lo Stato Pontificio, considerato stato estero, era di centesimi 20, mentre le tassazioni in arrivo erano relative al porto in bajocchi dal destino fino al confine pontificio.

Analogamente le lettere spedite dallo Stato della Chiesa verso il regno d'Italia pagavano il solo porto pontificio in bajocchi, ma venivano poi tassate a destino per c.20; inizialmente questo fu fatto con tasse a tampone o segni di penna, successivamente all'emissione del segnatasse n.1 venne invece fatto con quel francobollo, il cui uso era destinato esclusivamente alla tassazione (senza alcuna validità postale quindi non riutilizzabile dal mittente) e pertanto quasi sempre non annullato.

Ciao:
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vikingo68
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Re: 1863 Livorno Roma,perchè questa tariffa?

Messaggio da vikingo68 »

Ciao: Grazie Giorgio e Paolo per le dettagliate notizie.
Appena mi arriva posto immagini migliori, bella la tua Giorgio annullata con l'ambulante. :clap:

Ciao: Carlo.
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Andrea61
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Re: 1863 Livorno Roma,perchè questa tariffa?

Messaggio da Andrea61 »

Come già detto, il manoscritto 6 non sta per 6 decimi (cioè 60 cent.) ma per 6 bajocchi che era la tariffa delle lettere dalla Toscana per via di terra.

Infatti, non solo i pontifici non riconoscevano lo Stato italiano e tassavano le lettere, ma le tassavano ancora pretendendo che gli antichi ducati fossero in essere. Quindi la tassazione era diversa a seconda della provenienza, pur all'interno dello Stato Italiano.

641113 DLR40c tax4.jpeg


Questa lettera sconta una tassa di 4 bajocchi perché è una lettera di due porti che proviene dalle "province usurpate" e come tale paga la tariffa interna (2 bajocchi per porto).

611028 PrNap7gr tax 8.jpeg


Quest'altra invece è tassata per 8 bajocchi che è la tariffa delle lettere dal Regno delle Due Sicilie per via di mare.

Eccetera.
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Andrea

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vikingo68
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Re: 1863 Livorno Roma,perchè questa tariffa?

Messaggio da vikingo68 »

Grazie Andrea per le ulteriori interessanti delucidazioni, devo dire che in questo caso mi sono lasciato fuorviare dalla descrizione fatta dal venditore, che ritengo essere un grande conoscitore della IV e da una rilettura troppo affrettata del Vaccari.

Ciao: Carlo.

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Pri
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Mannaggia, questa me la sono persa...

Messaggio da Pri »

purtroppo a causa di un impegno non sono riuscito a fare la mia offerta per questa bella letterina... :desp: :desp:
Da Livorno per Civitavecchia via di mare, è stata tassata perchè affrancata solo con 5 centesimi. In realtà la lettera, probabilmente, era affrancata regolarmente, infatti si notano molto bene gli spazi lasciato vuoti dagli annulli posti sul francobollo smarrito.
Trovo strano che, ligi al dovere come erano a quei tempi, non abbiano notato lo spazio lasciato dal francobollo... :mmm:
Vabbè, non mi porrò più di tanto il problema, visto che non me la sono aggiudicata... :cry: :cry:
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Erik
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Re: Mannaggia, questa me la sono persa...

Messaggio da Erik »

Ciao Pri, bentornato :-)
La lettera è stata tassata perché, per l'assenza della convenzione postale tra Regno d'Italia e Stato Pontificio, a seguito dei fatti del 1860 e fino a tutto settembre del 1867, tutte le lettere scambiate tra i due stati venivano tassate a destinazione. 7 baiocchi erano la tassa per le lettere fino ad un peso di 7,5 grammi giunte via di mare da Livorno a Civitavecchia.
Il francobollo, probabilmente, si è staccato in un tempo successivo ;-)

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Pri
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Re: Mannaggia, questa me la sono persa...

Messaggio da Pri »

Ciao Erik :-) grazie per la bella spiegazione :clap: sono tornato da 5 minuti e ne ho già imparato una nuova... :-) il bello del forum. ;-)
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Erik
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Re: Mannaggia, questa me la sono persa...

Messaggio da Erik »

Aggiungo che il francobollo mancante doveva essere un 20 centesimi, per una tariffa totale di 25 centesimi: 20 per le lettere dirette nello Stato Pontificio + 5 di supplemento per via di mare.
Eccone una con la stessa tariffa (ma diversa combinazione di francobolli), presa dal sito del postalista http://www.ilpostalista.it/spt_38-6.htm:

http://www.ilpostalista.it/toscana2013/nu2013/44.jpg
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Antonello Cerruti
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Re: Mannaggia, questa me la sono persa...

Messaggio da Antonello Cerruti »

A completamento dell'esatta precisazione di Erik, aggiungo solo che - in assenza di convenzione - le due amministrazioni postali consideravano le affrancature apposte in partenza come inesistenti e quindi tassavano la lettera come se non fosse stata già affrancata dal mittente.
Si trattava di un assurdo postale perchè, in questo caso, il lavoro della posta pontificia era limitato alla sola distribuzione dalla nave al destinatario ma veniva remunerato con ben 7 bajocchi.
L'assurdo era "raddoppiato" dal fatto che, se la lettera fosse stata spedita (ad esempio) da Genova e avesse fatto scalo a Livorno, avrebbe ugualmente pagato "solo" 7 bajocchi perchè considerata come in arrivo dal porto toscano di scalo.
La successiva convenzione postale mise a posto le costo.
Cordiali saluti.
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andy66
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Re: Mannaggia, questa me la sono persa...

Messaggio da andy66 »

Antonello Cerruti ha scritto:A completamento dell'esatta precisazione di Erik, aggiungo solo che - in assenza di convenzione - le due amministrazioni postali consideravano le affrancature apposte in partenza come inesistenti e quindi tassavano la lettera come se non fosse stata già affrancata dal mittente.
Si trattava di un assurdo postale perchè, in questo caso, il lavoro della posta pontificia era limitato alla sola distribuzione dalla nave al destinatario ma veniva remunerato con ben 7 bajocchi.
L'assurdo era "raddoppiato" dal fatto che, se la lettera fosse stata spedita (ad esempio) da Genova e avesse fatto scalo a Livorno, avrebbe ugualmente pagato "solo" 7 bajocchi perchè considerata come in arrivo dal porto toscano di scalo.
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Antonello Cerruti


Sì, ma a questo punto, sapendo del problema, perché le lettere non venivano spedite come 'non franche'? Cioè, per le lettere destinate in un altro stato la francatura era obbligatoria?

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Erik
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Re: Mannaggia, questa me la sono persa...

Messaggio da Erik »

andy66 ha scritto:Sì, ma a questo punto, sapendo del problema, perché le lettere non venivano spedite come 'non franche'? Cioè, per le lettere destinate in un altro stato la francatura era obbligatoria?

Esattamente. Proprio perché non c'era alcun rapporto tra le Poste dei due Paesi (e quindi non esisteva la possibilità di avere indietro dallo Stato di destinazione il rimborso delle spese per il tragitto interno), l'affrancatura fino al confine era obbligatoria, senza affrancatura (o con affrancatura insufficiente) la lettera non avrebbe neanche lasciato l'ufficio postale ;-)

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Andrea61
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Re: Mannaggia, questa me la sono persa...

Messaggio da Andrea61 »

Antonello Cerruti ha scritto:La successiva convenzione postale mise a posto le cose.


Volendo pignoleggiare, parlare di "successiva convenzione" è persino improprio.

In una situazione in cui lo Stato Pontificio non riconobbe mai lo Stato Italiano unitario, una vera Convenzione Postale a livello governativo era impensabile.
Vi fu un "accordo" a livello di Amministrazioni Postali in base al quale la corrispondenza potè viaggiare franca a destino a partire dal 1º Ottobre 1867, ma mai una Convenzione concordata da plenipotenziari governativi e ratificata da organi legislativi

La cosa in qualche modo buffa è che l'ostinazione Pontificia nel non voler riconoscere i cambiamenti geopolitici avvenuti nel 1860-1 era tale per cui le lettere in arrivo dall'Italia ormai unita venivano tassate secondo l'Antico Stato di provenienza. Così, se la lettera di pri venne tassata 7 baj era perché quello era il dettato della Convenzione Toscano-Pontificia, mentre ad esempio lettere provenienti da Modena o Milano venivano tassate secondo le tariffe della Lega Austriaca e quelle da Napoli o Palermo econdo la Convenzione che i Pontifici avevano a suo tempo stipulato coi Borboni.

Naturalmente, come è ben noto, la ragione dietro tale ostinazione era in gran parte il risentimento di Pio IX verso il Savoia che a seguito della conquista garibaldina delle Due Sicilie non esitò ad invadere lo Stato Pontificio (e conseguentemente ad annettersi Romagne e Marche, le cosiddette "province usurpate") per andare a prendere possesso, a Teano, delle nuove regioni. Bisogna dire, anche con un'occhio al diritto internazionale, che tale risentimento era abbastanza giustificato.

Simmetricamente, ed in modo assolutamente coerente, le corrispondenze in partenza dal Lazio e dirette nelle povince usurpate venivano affrancate secondo le tariffe interne Pontifice (ad esempio l'uso isolato del 3 baj della 1ª emissione è tipico di questa tipologia di spedizione). Naturalmente, da parte loro, gli Italiani tassavano tutte le lettere allo stesso modo, semplicemente ignorando l'affrancatura apposta in partenza, quale essa fosse. Come detto, tale situazione--con tutte le sue scomodità e macchinosità--rimase in essere fino al 30 Settembre 1867, quando al fine un po' di buon senso prevalse.

A livello collezionstico tutto ciò è documentabile abbastanza facilmente: a meno di cercare prime o ultime date o cose molto particolari esiste materiale in buona quantità di prezzo non elevato e non è difficile mettere insieme una collezioncina che documenti questo lato poco noto della storia patria.
Andrea

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vikingo68
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Re: Mannaggia, questa me la sono persa...

Messaggio da vikingo68 »

Ciao a tutti, intervengo solo per chiedere se nel marzo 1863, data in cui è stata spedita questa lettera, era ancora possibile usare un 20c che era già fuori uso ufficialmente.

Io credo che il francobollo mancante fosse un 15c.

Un salutone, Carlo. Ciao:
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Re: Mannaggia, questa me la sono persa...

Messaggio da Erik »

vikingo68 ha scritto:Ciao a tutti, intervengo solo per chiedere se nel marzo 1863, data in cui è stata spedita questa lettera, era ancora possibile usare un 20c che era già fuori uso ufficialmente.

Io credo che il francobollo mancante fosse un 15c.

Un salutone, Carlo. Ciao:

Ciao Carlo,
giusta osservazione :evvai:
A questo punto, per mantenere la giusta tariffa per via di mare, è probabile che i francobolli mancanti fossero due, un 15 ed un 5 centesimi oppure due 10 centesimi. Osservando bene, in effetti, si nota una piccola traccia più a destra (nella parte alta della "B" del cognome del destinatario) di quello che potrebbe essere stato un ulteriore annullo su un eventuale secondo francobollo :lente:

Ciao:
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Re: Mannaggia, questa me la sono persa...

Messaggio da Pri »

Sarebbe fantastico ritrovare almeno il primo francobollo smarrito, riconoscibile per l'annullo CIVITAVECCHIA :-)

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