Brevi note introduttive allo studio dei numerali a barre (di Gioacchino Papagna)

 

Brevi note introduttive allo studio dei numerali a barre (di Gioacchino Papagna)

Con il Bollettino postale del 6 febbraio 1866 veniva introdotta l’obliterazione dei francobolli con annulli numerali a punti. Tutti gli impiegati postali avrebbero dovuto adottare il nuovo sistema di obliterazione dei francobolli su tutti i tipi di corrispondenza a partire dal 1 maggio 1866. La distribuzione degli annulli ai vari uffici avvenne nel mese di aprile e se ne conosce l’uso di alcuni già a fine aprile.
I bolli erano di forma rettangolare a punti e nel mezzo recavano il numero che individuava l’ufficio. Con questo bollo si obliterava il francobollo, mentre sulla lettera veniva apposto un piccolo bollo a due cerchi col nome della località di partenza e la data di spedizione.
Nel 1877, i numerali a punti vennero sostituiti con quelli a barre. Questi, di forma circolare, erano costituiti da 11 sbarre interrotte al centro dal numero corrispondente all’ufficio.
Il numerale annullava l’affrancatura mentre sulla lettera veniva apposto un bollo a grande cerchio col nome della località e il datario. Il numerale a barre fu sperimentato a Firenze Ferrovia nell’ottobre del 1876 (numerale 174 con bollo a sei barre), quindi nel dicembre dello stesso anno a Roma (numerale 207 con bollo a 11 barre, poi adottato). Un terzo tipo fu sperimentato ancora a Firenze tra marzo e aprile del 1877 (numerale 174 a 8 barre).
Il sistema degli annulli numerali fu ufficialmente abolito il 1.1.1890, anche se alcuni grandi uffici continuarono ad usarli fino al 1900 per poter utilizzare le macchine annullatrici duplex.
In realtà il loro uso era già stato abolito per l’annullamento di raccomandate ed assicurate dal 1.4.1889.
Non è escluso possano essere stati usati occasionalmente anche su corrispondenze successive, secondo il Vaccari Magazine l’ultima data nota d’uso è il 12 febbraio 1901 a Valle Pompei (Scafati) col numerale a barre 3990.

 

[ La prova a 8 barre del 1877 ]

 

Rifacendosi questa volta all’Inghilterra, la nostra amministrazione postale, a partire dal primo gennaio 1877, sostituì gli annulli a punti con un annullo a sbarre.
L’operazione avvenne gradatamente,è facile quindi trovare documenti datati nei primi mesi dell’anno ancora con bolli a punti o annullati semplicemente col datario.

 

 

Strutturalmente il bollo a sbarre è un cerchio con un diametro di 24 – 25 mm composto da otto sbarrette disposte in modo degradante, quattro sopra e quattro sotto con tre segmenti per lato che racchiudono al centro il numero.
Le sbarrette sono più o meno strette, la lunghezza dei segmenti laterali è in rapporto al numero delle cifre che compongono il numero che, anche in questo caso, ha due strutture tipografiche.

 

 

La lentezza con cui i bolli vennero forniti, indusse molti uffici a provvedere direttamente. Non è infrequente perciò trovare bolli di dimensioni più piccola, 22 – 23 mm, di evidente fattura locale.

 

 

 

Con l’annullo a sbarre fu messo in uso un bollo datario a cerchio grande che divenne il primo vero bollo italiano. Tuttavia, specialmente nei piccoli centri, continuò ad essere usato il doppio cerchio fino alla sua completa sostituzione.
Si hanno quindi i seguenti abbinamenti:
– sbarre e grande cerchio di diverse tipologie ( con o senza ore – con stella o senza)

 

 

– sbarre e doppio cerchio nei centri minori fino a quando anche questi uffici ebbero il cerchio grande

 

 

 

E’ possibile, ma non frequente trovare – in particolar modo in Veneto e Toscana – abbinamenti con il cerchio piccolo o con bolli ducali, già visti a proposito dei bolli a punti.

 

 

Le combinazioni tra francobolli e numerale a sbarre, presentano una maggiore varietà rispetto ai bolli a punti, dovuta al breve periodo di validità dei francobolli in corso durante il periodo d’uso dell’annullatore.
Questa la scala di rarità:
– valori DLR comuni nei primi anni, sempre meno man mano che si avvicinava la data di scadenza della validità;
– 10 cent ocra DLR raro – validità fino al 31-8-1877;
– 20 cent azzurro raro – come sopra;
– 10 cent azzurro e 20 cent ocra comuni – la loro validità coincide esattamente con il periodo d’uso del numerale;
– prima emissione umbertina del 1879 comuni;
– seconda emissione umbertina dell’1-8-1889 rari per la brevità dell’uso (fino al 31-12-89 termine di impiego del numerale);
– i francobolli di servizio soprastampati 2 cent emessi l’1-1-1878 e fuori corso dal 31-12-1880, sono poco comuni. Tuttavia molto spesso si trovano annullati con il bollo nominale.

 

 

 

L’ANNULLO NUMERALE A SBARRE A “OCCHIALE”

Come per i numerali a punti, anche quelli a sbarre dovevano essere usati separatamente dal nominale, cosa che comportava una doppia operazione. Ben presto però l’Amministrazione postale si rese conto che tale doppia operazione richiedeva un maggior impiego di tempo, e dato che a quei tempi si risparmiava su tutto, anche sul tempo, si decise di rendere più rapida la bollatura.
Venne così approntato un nuovo tipo di bollo a due sezioni – a destra il numerale a sbarre, a sinistra il nominale a cerchio grande – che, montati su una apposita macchina, consentiva all’operatore di effettuare la doppia bollatura con una sola battuta. In gergo tale timbro è chiamato “a occhiale”.
A ottobre 1876, prima ancora della entrata ufficiale in funzione del bollo a sbarre, questo bollo venne sperimentato a Firenze ferrovia con il n.174. Sempre nel 1876, ma a dicembre, un annullo simile risulta usato a Roma con il n.207.
A differenza di quelli successivamente messi in uso, lo sperimentale di Firenze ferrovia è formato da sei sbarrette, tre sopra e tre sotto, senza segmenti laterali.

 

 

Terminata la fase sperimentale tale tipo di annullatore venne distribuito alle città capoluogo di provincia e agli uffici postali presso le stazioni ferroviarie.

 

 

 

 

 

Come per gli altri numerali a sbarre fu messo fuori uso dal 31-12-1889, ma continuò ad essere adoperato ancora per qualche tempo. Firenze ferrovia continuò ad usarlo ancora per tutto il decennio successivo, anche sugli interi postali, operazione che non doveva essere fatta, visto la mancanza del francobollo adesivo.

 

 

 

Date successive devono essere considerate occasionali.
A chiusura di questa carrellata sugli annulli numerali un accenno va fatto all’inchiostro usato che è generalmente nero, ma è possibile trovare annullamenti in azzurro o verde; non ho mai visto annulli in rosso.

Gioacchino Papagna


Bibliografia:
– Dino Platone = Gli annulli numerale a punti e sbarre – Francobolli nn.30-31-33-38-39
– Stefano Ricci = Catalogo degli annulli numerali a punti e sbarre – Parma 1970
– Albino Bazzi = Il cannocchiale provvisorio di Firenze – F&N n. 35 – Torino 1975

 

 

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