Madonna (calle, sotopòrtego de la)

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La calle de la Madonna a Rialto è caratterizzata dalla presenza di numerosi barbacani su entrambi i lati.
A Rialto.
Questa calle prende il nome da un'immagine votiva che qui esisteva, dedicata alla Madonna.
Per la presenza a Venezia di tanti capitelli ed edicole, la maggioranza dei quali dedicati alla Madonna, rimandiamo a questa pagina.
Quel capitello non esiste più, però ne esiste un altro, più recente, ad uso di una trattoria che prende il nome da questa calle.
Il moderno capitello del tipo a nicchia, vicino all'ingresso della trattoria ed ai menù esposti, è ricoperto da tessere di mosaico dorato e contiene una statuetta seriale della Madonna Immacolata, probabilmente in gesso smaltato.
 
L'attuale statuetta della Madonna inserita nella nicchia.
 
Scudo con gli stemmi Trevisan-Gradenigo sullo spessore del barbacane in pietra.
La calle è caratterizzata dalla presenza, su entrambi i lati, da continue sequenze di barbacani, caratteristiche sporgenze delle mura degli edifici ricavate dalle travature del solaio che sporgono oltre il perimetro del pianoterra: un espediente per guadagnare spazio alla casa, come è raccontato in questa pagina.
In questa calle, sul lato che sbocca verso la riva del Vin sul Canal Grande, c'è una curiosa pietra che sporge da un edificio: è sagomata a forma di barbacane ma non sostiene nulla.
 
Il barbacane in pietra in calle de la Madonna.
 
Su di essa si può leggere la scritta (riportata identica su ambedue i lati):
«PER LA IVRIDICIOM DI
BARBACANI»
.
Cosa intendesse dire questo segnale è chiaro: era il limite che veniva posto nella costruzione delle case affinché i piani superiori, sostenuti dai barbacani, non si allargassero troppo portando via aria, luce e salubrità alla calle sottostante; per questo possiamo considerarlo un barbacàn de parangòn, ovvero un barbacane di paragone, di confronto.
In testa alla pietra-barbacane (praticamente sul suo spessore) è inciso uno scudo bipartito con le armi dei Trevisan e dei Gradenigo che si può far risalire al XVI secolo, dopo l'incendio che devastò nel 1514 tutta l'area realtina.
I due stemmi Trevisan e Gradenigo, abbinati entro il medesimo scudo, sono visibili anche sull'architrave di una finestra che sovrasta una porta proprio accanto a questa curiosa pietra de parangòn: indicano probabilmente la proprietà di questa casa e quindi si potrebbe supporre, in mancanza di diversa documentazione, che il limite per protendersi sulla calle con i barbacani fosse stato stabilito da queste due famiglie: un discorso che potrebbe avere qualche similitudine con quello che si fa relativamente ad un'altra piera (pietra) de parangòn che si trova nella vicina parallela calle Toscana.
 
Scudo con i due stemmi Trevisan-Gradenigo all'altezza del numero civico 574.
 
 
L'antica devozione popolare ha sentito il bisogno di incidere sulla pietra di un pilastro questa Croce sul Monte Gòlgota.
La presenza dello stemma Gradenigo è ripetuta altre volte lungo questa calle a certificare antiche proprietà di questa famiglia: sugli architravi dei numeri civici 583 e 584.
 
Stemma Gradenigo in scudo a tacca al civico 584. Probabile stemma Gradenigo scalpellato in scudo a tacca al civico 583.
 
Oltre a questi stemmi ce ne sono altri, come i due non identificati, seminascosti dai barbacani, sullo stipite di una bottega tra i numeri civici 597 e 598.
 
Due stemmi non identificati in calle de la Madonna.
 
Infine su un architrave spezzato e riparato con un giunto di ferro, si intravede la traccia di una cornice che forse racchiudeva uno stemma del quale si è persa completamente la forma.
 
Sotto la riparazione di questo architrave si intravede la cornice di, forse, uno stemma andato perduto. 
 
In calle de la Madonna sono visibili alcuni esempi di vecchie numerazioni con cifre romane apposte sugli architravi di alcune porte.
Infine si segnala sul pilastro di una colonna di bottega un'incisione dovuta alla devozione popolare rappresentante una Croce sul Gòlgota.
 
 
Vecchie numerazioni in cifre romane in calle de la Madonna.
  
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Pagina aggiornata il 22 giugno 2015