Ai Santi Apostoli.
Questa calle, secondo il "Nuovo Stradario del Centro Storico
Veneziano" del Comune di Venezia del 27 febbraio 2012 avrebbe dovuto
prendere la denominazione generica di calle de la Posta, esattamente come la
calle
de la Posta de Fiorenza, perdendo così quella caratteristica che
evidenziava come a Venezia facessero capo differenti servizi postali.
Una sorta di sollevazione popolare costrinse il Comune di Venezia a
rivedere tutto il progetto di rinnovo della toponomastica ripristinando tre anni dopo, in questo
caso, la precedente più corretta denominazione.
Il
"nizioleto" con la corretta denominazione della
calle.
Qui facevano capo, in particolare, i corrieri postali diretti verso gli
stati tedeschi con i quali esistevano molti reciproci interessi economici,
evidenziati anche dall'esistenza del Fontego dei Tedeschi, una sorta di
rappresentanza commerciale per i mercanti mitteleuropei, che stava tanto a
cuore alla Repubblica di Venezia al punto che, dopo l'incendio che lo distrusse nel
1505, lo fece riedificare a proprie spese.
I
due portali che tradizionalmente vengono considerati ingressi ai
locali della posta di Fiandra. Si tratta di due portali che
ritroviamo all'ingresso a
palazzo Morosini nella stampa del Carlevarijs mostrata più sotto.
Il
percorso della posta seguiva la via d'Alemagna, la stessa attraverso la
quale viaggiavano le merci che, una volta sbarcate a Venezia, venivano
distribuite in Europa e lungo la quale si svolgeva l'importante fiera di
Bolzano che richiamava mercanti tedeschi, ma anche olandesi, che poi
facevano proseguire i prodotti verso le ricche piazze inglesi.
Un ruolo preminente nel trasporto della posta fu quello avuto già nel XV
secolo dalla famiglia Tasso che mise in piedi una fitta rete postale che
interconnetteva praticamente tutte le maggiori capitali europee.
Fuori della rete dei Tasso esistevano dei corrieri più o meno
occasionali, in grado (nel 1473) di consegnare una lettera da Amburgo a
Venezia in quattordici giorni, tempo che successivamente riuscirono a
dimezzare.
Nel 1513 Davide Tasso, fratello del Mastro Generale delle Poste Imperiali
di Massimiliano I d'Asburgo (1459-1519), per una serie di circostanze
riuscì ad ottenere il titolo di mastro di Posta Imperiale di Verona (e
qualche anno dopo anche a Trento).
Questo ramo della famiglia Tasso unì Venezia alla posta di Fiandra
attraverso la Valsugana.
Un Ruggero de Tassis (figlio di Davide) venne nominato Mastro delle Poste
Imperiali nella città di Venezia, nomina che venne confermata un paio
d'anni dopo, il 20 luglio 1541, dall'Imperatore Carlo V in persona.
Il governo veneziano, obtorto collo, accettò l'attività dei
corrieri di Ruggero de Tassis nei propri territori e nel 1572 decretò che
non potevano essere aperti uffici postali in determinati luoghi del
dominio di terra senza l'autorizzazione dello stesso Ruggero de Tassis.
I
due testoni che sovrastano i due portali, resti di palazzo
Morosini.
La
calle de la Posta de Fiandra vista dall'estremità opposta, presso i
portali di palazzo Morosini.
Vincenzo
Coronelli (1650-1718) ci fa sapere che l'ufficio della posta di Fiandra si
trovava «...in casa del signor Baron de Taxis...» e negli estimi
del 1713 e del 1740 troviamo una corte de la Posta chiamata «...corte
vicin ca' Baron Taxis...».
Con i mutamenti urbanistici intervenuti potrebbe identificarsi con una
piccola corte privata, un tempo chiamata corte de la Posta de Fiandra,
alla quale si può accedere dal
campiello
Valmarana.
La
corte de la Posta di Fiandra, oggi diventata corte privata.
Il palazzo era quello che una volta apparteneva alla famiglia
Erizzo e vi aveva visto i natali quel Paolo Erizzo (1411-1470),
governatore di Negroponte, che venne ucciso dai Turchi quando si
impadronirono dell'isola. Ricostruito, fu poi dei Morosini, di quel ramo
detto "del Giardino" per il magnifico giardino che avevano qui.
Quando questo ramo della famiglia si estinse, gli eredi lo affittarono.
Oltre alla famiglia Valmarana, venne preso in affitto anche dai Tassis che
qui vi collocarono gli uffici della posta.
Una stampa di Luca Carlevarijs (1663-1730) risalente al 1703 ci mostra il
palazzo Morosini in un contesto urbanistico completamente diverso
dall'attuale: oggi manca tutto lo spazio davanti alla facciata e viene il
dubbio che i due portali che facevano da ingresso abbiano nel tempo trovato una diversa
collocazione.
Le
partenze e gli arrivi della posta di Fiandra a Venezia nel 1793.
Palazzo
Morosini come si presentava nel 1703: notare l'identicità dei
due portali d'ingresso con i due resti che si trovano
nell'angusta calle de la Posta di Fiandra.
Il palazzo aveva affreschi del Veronese e forse vi aveva messo le mani
anche un giovane Tiziano. Ma anche Ottavio Taxis, generale delle poste
imperiali a Venezia, lo arricchì radunandovi una propria collezione di dipinti
ed opere d'arte.
La posta che proveniva dalla Fiandra, Olanda, Baviera, Colonia, Franconia,
Frisia, Lorena, Magonza, Sassonia, Augusta e Trento arrivava qui il
venerdì mattina e la domenica sera, ripartendo il mercoledì e venerdì.
Con la posta di Fiandra arrivava e partiva la posta di Germania, Ungheria,
Transilvania, Inghilterra, Danimarca ed il resto del Nord Europa.
L'ufficio della posta di Fiandra rimase attivo anche dopo la caduta della
Repubblica e chiuse solamente nel 1806 quando Venezia venne incorporata
nel napoleonico Regno d'Italia.