Siracusana 40 Lire "falso di Milano"

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E' reato introdurre nei confini dello Stato, acquistare, detenere o mettere in circolazione francobolli contraffatti, anche non in corso, ma che hanno avuto corso legale, emessi sia dallo Stato italiano che da Stati esteri.
  Questa falsificazione fece la sua comparsa nel 1974 soprattutto, ma non esclusivamente, in Lombardia.
Venne usato per posta, ma fu anche oggetto di una speculazione filatelica. Gli esemplari usati per affrancare le cartoline dei concorsi legati alle lotterie nazionali possono essere considerati falsi intesi esclusivamente a frodare le poste.
   
Siracusana (o Italia turrita) Lire 40.
Sassone n. 1075
Unificato n. 1075
Cei n. 1091
Bolaffi (numerazione 1956) n. 1026
Bolaffi (numerazione 1986) n. 1097
Bolaffi (numerazione 2002) n. 1170
Falso "di Milano".
Sassone n. F1075
Unificato n. 1075F
Cei n. F 1091
Bolaffi (numerazione 1956) n. --
Bolaffi (numerazione 1986) n. -- (segnalato in nota)
Bolaffi (numerazione 2002) n. --
   
Complessivamente l'imitazione risulta ben riuscita. A prima vista, ad una visione frettolosa e senza il confronto diretto con il francobollo originale, non è immediatamente riconoscibile. E' necessario soffermarsi con attenzione sul disegno della vignetta per scoprire, magari con l'aiuto di una lente, la retinatura tipica della stampa offset, metodo con cui è stata realizzata.
Il francobollo originale venne stampato in rotocalcografia con la Goebel bicolore arrivata al Poligrafico nel lontano 1928. Anche se il primo francobollo stampato con questa macchina fu il 20 lire della serie "Imperiale" (Sassone n. 259, emesso il 21 aprile 1929) viene in genere ritenuto erroneamente che il primo sia stato quello per il "Cinquantenario della morte di Vittorio Emanuele II" (Sassone n. 239) solo perché comparve prima (venne infatti emesso il 4 gennaio 1929).
Negli ingrandimenti successivi, ottenibili anche con una piccola lente contafili, è evidente la struttura tipica della stampa in rotocalco.
Nell'imitazione i falsari ricorsero ad una più economica stampa in offset caratterizzata dalla fitta puntinatura (retino) con cui tentarono di riprodurre le sfumature dei chiaroscuri dell'immagine con il profilo muliebre turrito disegnata da Vittorio Grassi (17 aprile 1878-22 agosto 1958).
Tuttavia a causa della retinatura utilizzata il disegno risultò più povero di dettagli, come si evince osservando, ad esempio, il volto della donna turrita.
 
Dettaglio del francobollo originale.
 
 
Dettaglio dell'imitazione.
 
Non solo sul volto sono evidenti i puntini dell'offset: il retino si nota bene anche sulle zone dello sfondo a mezzatinta.
 
Dettaglio del francobollo originale.
 
 
Dettaglio dell'imitazione.
 
Nella riproduzione fotografica e nel processo di tiponaggio per realizzare  i "typon" da montare per ottenere la pellicola con cui impressionare la lastra per la stampa offset si verificarono alcuni difetti, microrotture e graffi: alcuni sono costanti, in quanto originari nella retinatura, e si ritrovano su tutti i falsi, altri invece si verificarono al momento del tiponaggio, e si ritrovano solo su alcuni esemplari.
Nell'immagine qui sotto (messa a confronto con quella di un francobollo originale, a sinistra) possiamo osservare una piccola rottura sulla sottile linea della cornice sopra il numero «4» di «40» appena a sinistra del numero. Si tratta di un difetto costante che interessa tutte le imitazioni. Il piccolo trattino verticale che sporge fuori della vignetta sull'angolo superiore destro in origine era presente su tutti i "typon", ma venne ritoccato manualmente prima della preparazione della lastra di stampa: in questo modo è diverso in ogni esemplare.
 
Dettaglio del francobollo originale.
 
 
Dettaglio dell'imitazione.
 
La rottura della cornice davanti alla cifra «40», come si nota nella sequenza sotto a sinistra, si ripete su tutti gli esemplari dell'imitazione del 40 lire "Siracusana". Qui sotto invece è mostrato il difetto all'angolo superiore destro della vignetta: il piccolo trattino verticale era in origine presente su tutti gli esemplari. In fase di montaggio dei "typon" è stato ritoccato manualmente con uno sgarzino: in questo modo ogni angolo è leggermente diverso in ogni imitazione.
   
 
Dettaglio dell'imitazione: la rottura della sottile cornice sopra la cifra «4» è presente su tutti i falsi.
 
 
Dettaglio dell'imitazione: il piccolo trattino verticale all'angolo della vignetta è stato ritoccato manualmente.
 
Anche l'angolo inferiore destro presenta un'anomalia su tutti gli esemplari: oltre ad un trattino orizzontale che sporge dalla vignetta, si nota un raddoppio della sottile cornice di inquadratura. Piccole diversità riscontrabili sui vari esemplari fanno propendere per la possibilità che talvolta l'angolo sia stato ritoccato manualmente.
Un altro difetto costante presente in tutti i falsi è una piccola falla in prossimità della sottile cornice che delimita la vignetta a destra, all'altezza della parte inferiore del collo della donna turrita. Consiste nella mancanza di un puntino del retino (oltre ad una piccola rottura della cornice).
 
Dettaglio dell'imitazione: la mancanza di un punto di retino in prossimità della sottile cornice d'inquadratura che risulta anch'essa leggermente rotta.
 
 
Dettaglio dell'imitazione: anche sull'angolo inferiore destro è presente un trattino anomalo oltre ad un raddoppio della linea verticale della cornice.
 
Le imitazioni vennero stampate in fogli completi delle scritte sui bordi.
Senza voler esaurire tutti i piccoli difetti costanti che caratterizzano questa imitazione, si vuole solo segnalare anche la presenza di difetti che compaiono solo su taluni esemplari: si tratta evidentemente di graffi che hanno interessato con ogni probabilità la pellicola fotomeccanica.
 
Alcuni difetti presenti solo su taluni esemplari della falsificazione: furono causati, con ogni probabilità, da strisci e raschiature accidentali subiti dalla pellicola fotomeccanica.
 
L'imitazione venne stampata su carta non fluorescente, senza filigrana, con gomma chiara, semilucida, ben distribuita. I fogli erano completi delle consuete iscrizioni ai bordi accompagnate dal motivo grafico a sinusoide, come sugli originali. Ad una parte della provvista venne applicata a mezzo stampa anche una pseudo-filigrana stelle con un inchiostro quasi incolore. Poco distinguibile ad occhio nudo, si evidenzia al recto illuminata dalla lampada di Wood, oppure tanto al recto quanto al verso impiegando sorgenti di luce di differente lunghezza d'onda ed osservandola attraverso filtri ottici.
La pseudo-filigrana vuole imitare quella "stelle" del IV tipo, ma è orientata verticalmente anziché orizzontalmente, come sugli originali.
Come detto, non tutte le imitazioni ricevettero la stampa della pseudo filigrana: ne esistono infatti senza.
 
La pseudo-filigrana stampata al recto con un inchiostro quasi incolore evidenziata da una particolare illuminazione e dall'impiego di filtri ottici.
 
 
La pseudo-filigrana osservata al verso illuminata da una particolare fonte luminosa attraverso un filtro ottico. Essa appare orientata verticalmente, anziché orizzontalmente come sugli originali.
 
La dentellatura delle imitazioni appare ben eseguita, usando un perforatore a blocco con passo 14x14¼.
La tiratura (o tirature) di questo falso fu consistente: si valuta che siano stati stampati oltre mezzo milione di pezzi, forse 750.000.
Da quanto è giunto fino a noi, in gran parte furono utilizzati per affrancare le cartoline dei concorsi settimanali legati alle lotterie nazionali, in particolare la Lotteria Italia abbinata alla trasmissione televisiva "Canzonissima". Ricordiamo che in quegli anni era consuetudine per le case discografiche "gonfiare" l'ascesa dei propri cantanti o gruppi mediante l'invio di enormi quantitativi di cartoline (addirittura prestampate per risparmiare tempo) in modo da sbilanciare a loro favore quello che sarebbe stato l'esito della votazione popolare.
Le indagini della Guardia di Finanza, condotte congiuntamente con la polizia postale della Lombardia Escopost, durarono otto mesi e portarono all'arresto di cinque persone ed alla denuncia a piede libero di un'altra ventina: erano tutte legate a vario titolo a rivendite di generi di monopolio
L'accertamento dell'esistenza di grandi quantitativi di questi francobolli falsi, assieme a quella di altri valori della serie Siracusana da 150 Lire e 200 Lire a Milano e da 150 Lire, 300 Lire e 400 Lire a Roma, portò all'emanazione del decreto ministeriale 27 giugno 1977, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 317 del 21 novembre 1977, che li dichiarò fuori corso dalla stessa data: «Sono dichiarati fuori corso, con effetto a partire dalla data di pubblicazione del presente decreto, i francobolli ordinari da L. 40 (...) appartenenti alla serie denominata "Italia turrita", citati nelle premesse.» Il successivo articolo 2 prevedeva che i francobolli «... saranno ammessi al cambio, purché non sciupati né perforati, entro i sei mesi successivi all'entrata in vigore del decreto medesimo.»
Non sono molte le corrispondenze genuinamente viaggiate con questi falsi per frodare la posta. Forse perché la scoperta da parte dei collezionisti avvenne tardi.
Invece sono numerose le cartoline dei concorsi settimanali delle lotterie affrancate con queste imitazioni, con l'evidente intento di non pagare il servizio postale.
 
Cartolina del concorso settimanale abbinato alla Lotteria Italia 1974 affrancata con il 40 lire Siracusana falso per frodare la posta annullata a Torino Ferrovia il 29 X(..) 1973: con queste cartoline, oltre a partecipare a delle estrazioni settimanali di premi minori, si dava il proprio voto al cantante o gruppo musicale preferito tra quelli che si erano esibiti nella puntata della settimana. E' evidente come questa sia stata inviata da una casa discografica, o da qualche agente musicale: infatti il nome del gruppo è stampato, come pure le altre indicazioni (soluzione del quiz e mittente). E' anche curioso notare come la cartolina sia stata postalizzata a Torino, quando il mittente (forse un nome di fantasia), indicato a stampa sull'altro lato, fornisce un indirizzo di Milano.
 
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Pagina aggiornata il 30 settembre 2017.