E' reato introdurre nei confini
dello Stato, acquistare, detenere o mettere in circolazione francobolli
contraffatti, anche non in corso, ma che hanno avuto corso legale,
emessi sia dallo Stato italiano che da Stati esteri.
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Questa
falsificazione venne eseguita probabilmente a Milano nel 1920 (ma forse
già alla fine del 1919): in questa città ne venne effettuato un
sequestro nel febbraio 1920. |
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Leoni
cent. 15.
Sassone n. 108
Unificato n. 109
Cei n. 108
Bolaffi (numerazione 1956) n. 103
Bolaffi (numerazione 1986) n. 161
Bolaffi (numerazione 2002) n. 165
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Falso.
Sassone n. F108
Unificato n. 109F
Cei n. F108
Bolaffi (numerazione 1956) n. 103FPa e FPb
Bolaffi (numerazione 1986) n. 161FPa e FPb
Bolaffi Forum n. 165FPa e FPb
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Questo francobollo da 15 centesimi fece la sua comparsa nel settembre 1919. In realtà il
regio decreto n. 2456 del 31 ottobre 1919 che ne autorizzava l'emissione per
la francatura delle corrispondenze circolanti entro il distretto vide la
luce quando il francobollo era già in distribuzione per il pubblico.
Il francobollo da 15 centesimi subì più di una imitazione per frodare la
posta: oltre a questa di cui si parla, che ebbe due distinte tirature in
colore grigio ed in colore grigio cenere, nel 1923 ne venne scoperta
un'altra, sempre a Milano, che non arrivò ad essere spacciata e neppure
raggiunse il mercato filatelico.
Il francobollo originale era stato stampato con il metodo tipografico dalla
matrice originale incisa da Alberto Repettati, ricavata dal disegno eseguito
dal decoratore e miniaturista Nestore Leoni (L'Aquila 1862 - Roma 1940).
Per produrre questa imitazione si fece ricorso alla riproduzione
zincografica della vignetta. Le imitazioni furono stampate su carta priva della filigrana corona, di
qualità scadente, di grammatura
molto simile a quella degli originali, tendente leggermente al grigiastro. La gomma impiegata risulta
di discreta qualità, distribuita in modo piuttosto omogeneo; è lucida di colore
quasi bianco, leggermente avorio, spesso interessata da microscrepolature.
Fu impiegato un perforatore lineare con passo di circa 11½, quando invece i
francobolli originali erano generalmente perforati a pettine con passo 14x14¼.
Come si può notare anche dall'immagine complessiva in alto, la stampa appare a prima
vista generalmente grossolana e confusa, con i tratteggi piuttosto
imprecisi mancando della finezza e del dettaglio dell'originale.
Un esempio per tutti può essere dato dagli ornati agli angoli: non solo non
si riescono a distinguere i particolari, ma è anche difficile intuire la
forma del fregio. |
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Originale:
la precisione del tratteggio. E' ben distinguibile la forma del
fregio che riempie l'angolo della vignetta. |
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Falso:
il tratteggio
è grossolano ed impreciso. Il fregio d'angolo è praticamente
indecifrabile. |
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Le lettere delle diciture sono rozze
ed irregolari, risultando differenti rispetto agli originali. In particolare
si nota l'approssimazione dei caratteri della scritta «CENTESIMI».
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Originale:
particolare della scritta «CENTESIMI»; i caratteri sono nitidi e
ben incisi |
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Falso:
nella scritta «CENTESIMI» soprattutto la «S» è particolarmente
difforme. |
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La lettera peggio riuscita è, come
spesso accade, la «S» di «CENTESIMI», nell'imitazione più
grassa e larga rispetto all'originale. Inoltre le due curve, superiore ed inferiore, sono notevolmente difformi.
Ma anche le altre lettere non sono ben riuscite.
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Originale:
la lettera «S» di «CENTESIMI» è regolare. |
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Falso:
la lettera «S» di «CENTESIMI» è più grassa, larga e prolungata
in alto. |
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Continuando
a cercare i dettagli principali che contraddistinguono l'originale
dall'imitazione, si notano i due ovali che racchiudono le cifre indicanti
il valore: essi sono deformi, irregolari, presentano un rigonfiamento che
fa loro perdere la caratteristica "ovale".
L'ovale di destra manca inoltre del trattino inferiore, ma tutta la
cornice ovale in genere risulta grossolana e male imitata.
Anche le cifre che compongono il valore «15» sono molto diverse:
è evidente, ad esempio il trattino superiore orizzontale della cifra «5»
molto più lungo rispetto al disegno originale. |
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Originale:
i due ovali (rispettivamente di destra e di sinistra) che
racchiudono l'indicazione del valore «15» presentano una finezza e
regolarità nell'esecuzione. Anche le cifre risultano nette e
pulite. |
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Falso:
i due ovali sono grossolani, irregolari, con rigonfiamenti. E'
assente la doppia cornice ed in particolare l'ovale di destra manca
del tratteggio inferiore. Le cifre del valore sono male imitate. |
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Raccomandata
da Milano (17 febbraio 1920) per Tripoli affrancata per 75 centesimi
utilizzando un francobollo da 60 centesimi Michetti ed una imitazione
del 15 centesimi Leoni "falso di Milano". |
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Questa
imitazione ebbe due tirature, una stampata in grigio cenere, l'altra in
grigio (alcuni cataloghi indicano genericamente grigio ardesia); venne
subito scoperta a Milano nel febbraio 1920, a poco più di quattro mesi
dalla distribuzione di questi francobolli. In quell'occasione ne
venne effettuato un sequestro di 5.000 esemplari ancora prima che
cominciasse ad essere spacciata.
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Busta
spedita da Firenze a Genova il 31 maggio 1921, affrancata per
40 centesimi utilizzando un francobollo da 25 centesimi Michetti
ed una imitazione del 15 centesimi Leoni "falso di
Milano". Che si tratti di una costruzione filatelica è
evidente: reca infatti l'annullo dell'VIII Congresso
Filatelico di Firenze ed è indirizzata ad un noto
commerciante filatelico dell'epoca. |
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Comunque continuò a circolare nel mercato clandestino destando anche l'interesse
dell'ambiente filatelico. Si conosce infatti una busta che ha del
clamoroso. Fu spedita per espresso da Venezia il 3 novembre 1920 per
Firenze e venne affrancata con addirittura quattro francobolli falsi:
oltre a questo 15 centesimi Leoni falsificato, vennero apposti un
10
centesimi Leoni "falso di Milano" e due francobolli per
espresso da 25
centesimi "falso di Milano".
Sicuramente le poste vennero frodate, sicuramente si trattò di una
costruzione filatelica messa in essere da un collezionista, ma sicuramente
resta probabilmente un "unicum".
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Una
busta eccezionale che, pur essendo evidentemente una costruzione
filatelica, è stata affrancata con quattro imitazioni per frodare la
posta: oltre al 15 centesimi Leoni "falso di Milano", sono
presenti anche un'imitazione del Leoni da 10 centesimi "falso di
Milano" e due falsi
dell'espresso da 25 centesimi. La busta partì come lettera espresso da
Venezia il 3 novembre 1920 per Firenze dove arrivò senza che siano stati
individuati i falsi francobolli. |