Espressioni reverenziali verso i destinatari della posta

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Plinio Richelmi
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Re: Espressioni reverenziali verso i destinatari della posta

Messaggio da Plinio Richelmi »

Andrea61 ha scritto:
Plinio Richelmi ha scritto:Ad un Professore Ordinario
Chiarissimo Professore
Signor Pinco Palla


Quand'ero studente, conoscendo certi professori, pensavo che il titolo di Chiarissimo fosse un po' una presa per il c........ :evil: :evil:


Mi sorge il dubbio che in molti casi il titolo di "Chiarissimo" non si riferisca all'abilità didattica del Docente
ma bensì al fatto che per solito il suddetto veste in bianco o in colori chiari :oo: :oo: :oo:

Ciao: Ciao: Ciao:
Plinio
Plinio Richelmi
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agrome
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Re: Espressioni reverenziali verso i destinatari della posta

Messaggio da agrome »

Salve a tutti,

lo scrivere " Signor Signor" due volte, ha origine medioevale: allora era "Dominus, Dominus", ad indicare la superiorità di un signore feudale rispetto ad un semplice feudatario.

Ecco, poi, una lettera del 20 giugno 1591 da Roma ad Acquapendente, che riporta una formula elaborata:

http://i38.tinypic.com/14vojlv.jpg
14vojlv.jpg


Alli Molto Mag:(ci) ... e Proni Miei Oss:(mi)
Li Chi: Confaloniero e Priori
della Terra di Acquapendente

ossia

Ai Molto Magnifici ... e Padroni Miei Ossequiatissimi
I Chiarissimi Confaloniere e Priori ...

Cordiali Saluti
Andrea
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Andrea Grimaldi

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Giovanni Piccione
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Re: Espressioni reverenziali verso i destinatari della posta

Messaggio da Giovanni Piccione »

Ciao Andrea,
considerando che all'epoca l'alfabetismo era dote di pochi e di solito non proprio popolani, mi chiedo chi fosse il mittente che si rivolgeva al destinatario con questa formula.
Ciao:
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” Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia."(Erasmo da Rotterdam)
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agrome
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Re: Espressioni reverenziali verso i destinatari della posta

Messaggio da agrome »

Giovanni Piccione ha scritto:Ciao Andrea,
considerando che all'epoca l'alfabetismo era dote di pochi e di solito non proprio popolani, mi chiedo chi fosse il mittente che si rivolgeva al destinatario con questa formula.
Ciao:


Ciao Giovanni,

la lettera è firmata TAURELLO TORELLI senza titoli particolari.

Nel testo sono però citati personaggi quali IL COMMISSARIO DELLA CAMERA, IL GOVERNATORE, UN MONSIGNORE.

Uno qualunque non doveva essere, anche perchè - come giustamente fai notare - all'epoca solo in pochi sapevano leggere e scrivere: nel 1861 la percentuale di analfabetismo in Italia era del 75%. Non ho dati sottomano per il 1500, ma sarà stata - ad occhio - 90%.

Cordiali saluti
Andrea
Andrea Grimaldi

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fildoc
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Re: Espressioni reverenziali verso i destinatari della posta

Messaggio da fildoc »

Credo che chiarissimo derivi dal latino Clarus = famoso....
+-x:
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!


ciao
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Fildoc
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Ellas
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Re: Espressioni reverenziali verso i destinatari della posta

Messaggio da Ellas »

fildoc ha scritto:Credo che chiarissimo derivi dal latino Clarus = famoso....


Pensavo si riferisse al fatto che ad un chiarissimo professore, tutte le cose siano chiare, dall'alto della sua scienza.
Amplissimo preside? Vedo con google che è molto diffuso. Io, dal mio canto l'ho chiamato sempre preside e null'altro, magari "Illustrissimo Signor Preside" in una richiesta scritta.

Certo che a frequentare questo forum si impara di tutto, anche l'etichetta accademica! Ciao: Ciao:
Walter Greco
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Fiore
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Re: Espressioni reverenziali verso i destinatari della posta

Messaggio da Fiore »

Mi sbilancio nel dichiararmi d'accordo con fildoc :clap: sul fatto che "chiarissimo" derivi da "clarus" ovvero "famoso". Credo di aver pure visto da qualche parte l'uso di un "Preclaro" (da "Praeclarus"=famosissimo) ma non ricordo dove...

Ovviamente anche "Magnifico" deriva dal latino, col significato di "che fa grandi cose".
:mmm:

Ciao: Ciao: Ciao:
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francesco luraschi
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Re: Espressioni reverenziali verso i destinatari della posta

Messaggio da francesco luraschi »

giusto per rimanere in tema guerra e caserma allego una scan tratta da una prossima asta (ex collezione provera). si tratta di una franchigia del 1803 spedita al CITTAD.no TRIULZI MINISTRO DELLA GUERRA a milano
(dovrebbe essere alessandro teodoro trivulzio nominato ministro nel 1802)

in questo caso la differenza di rango viene annullata dal momento storico. difatti in periodo napoleonico vennero aboliti tradizionali titoli nobiliari sostituiti da nuovi titoli in base alla propria carica all'interno dell'amministrazione statale. non e'il caso di questa lettera! non sono rare neppure le lettere indirizzate al CITTADINO VESCOVO DI...

tutto questo nonostante il "sogno" cisalpino fosse finito ormai da almeno un anno e ci si trovasse gia'in periodo repubblicano. nel periodo cisalpino i giacobini usavano per es.chiamare pubblicamente "cittadina" le dame della ex nobilta' giusto per provocarne la reazione come pure venivano sanzionate le lettere in cui il mittente utilizzava il proprio titolo nobiliare "ancien regime"

faccio notare come la richiesta di franchigia sia stata ottenuta non mediante un tampone ad inchiostro (calligrafico rosso o nero) bensi' tramite l'annotazione grafica in basso a sinistra ISP.e ALLE CASERME DELL'ALTO PO di cui cremona era capoluogo (vedi bollo di partenza). la lettera non risulta tassata quindi il grado di franchigia venne ritenuto valido

tornano alla lettera del 1731: nonostante la formula epistolografica molto ossequiosa il mittente si guardo'bene dal pagare il porto che difatti risulta a carico del destinatario: 3 soldi.
questo secondo una consuetudine dell'epoca per cui una tassa in arrivo era (giustamente) ritenuta maggiore garanzia di arrivo a destinazione

Ciao:

francesco
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ari
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Re: Espressioni reverenziali verso i destinatari della posta

Messaggio da ari »

Caro francesco e' sempre bello leggerti e come tu ci faccia vedere quante cose abbia da dirci un documento postale prefilatelico
:clap: :clap:
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paolo
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Re: Espressioni reverenziali verso i destinatari della posta

Messaggio da paolo »

francesco luraschi ha scritto:questo secondo una consuetudine dell'epoca per cui una tassa in arrivo era (giustamente) ritenuta maggiore garanzia di arrivo a destinazionefrancesco


Mah... più che garanzia d'arrivo l'uso di far pagare al destinatario, almeno in Toscana, deriva sostanzialmente dal fatto che se fosse stato il mittente a pagare (ovviamente escludendo la posta ufficiale fra uffici), ciò sarebbe stato considerato un affronto dal destinatario, come a voler dire "te la pago io che sei un poveraccio che non hai i soldi..."
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francesco luraschi
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Re: Espressioni reverenziali verso i destinatari della posta

Messaggio da francesco luraschi »

ciao Paolo,
rispondo solo oggi con colpevole ritardo dovuto un po'agli impegni lavorativi un po'alla scarsa vena collezionistica post-vacanze 2008.

avevo letto non ricordo dove la teoria che porti tu riguardo il motivo dell'affrancatura a carico del destinatario. hai fatto bene a ricordarmela tanto che io stesso la ritengo piu'attendibile della mia: nel 1731 le probabilita'che la lettera giungesse a destino erano gia'sufficientemente alte da non richiedere un porto a carico del destinatario che servisse da incentivo per velocita'e qualita'del servizio come invece succedeva nel secolo precedente.

tuttavia permettimi qualche osservazione "milanocentrica": nel 1730 le poste tornarono sotto il controllo statale dopo anni di appalti a famiglie . questo precesso si chiama "avocazione della regalia", cioe' esproprio o statalizzazione a secondo del punto di vista. finche'la posta era stata gestita privatamente dopo versamento di canoni annuali pattuiti con la signoria prima e l'imperatore poi (soldi che venivano utilizzati sia per mantenere il tenore di vita della corte che per assoldare truppe mercenarie ecc.) si fece finta di non vedere tutti quelli che viaggiavano gratis in posta o ne utilizzavano il circuito per motivi privati . con il ritorno allo stato della posta si decise pero'di "guardarci dentro": vennero trovati esenti (o abusivi)tra l'altro magistrati, questori, senatori,cancellieri e diversi nobili con la passione epistolare tanto che "nell'ottobre 1733 il conte castelbarco risultava scoperto per lire 539 ed il conte arconati per piu'ancora"(b.caizzi "il corriere maggiore dello stato di milano da simone tasso all'avocazione della regalia").
aggiungo che nel periodo suddetto si cerco'una via per liquidare la famiglia genovese dei serra al momento titolari del corriere maggiore: alla fine si arrivo' ad una buonuscita galattica di 320.000 scudi senza pero' dimenticare un ulteriore benefit personale "lasciando loro anche per honore esteriore l'uso di una sedia da posta gratis, come hora godono, et il privilegio di pagare le poste per la loro famiglia, come paga la Camera" cioe'di non pagare.

tutto questo per dire che se e'vera se la teoria "paghi tu perche'se pago io sembra che tu non puoi" la situazione era grottesca: il mittente, magari di rango inferiore, lasciava pagare il destinatario senza sapere che quest'ultimo si era forse gia'dato dar fare per schivare non solo il porto ma magari ottenere un benifit (la sedia gratis) ulteriore dalla posta

oltretutto (cosa strana)con il regolamento postale del 1731, oltre ad introdurre il bollo MM nero in cartella, si caldeggio' l'invio "franco"delle lettere: eppure la quasi totalita'delle missive di questo periodo sono tassate in arrivo.

discorso franchigia: nella lombardia austriaca del '700 la franchigia veniva evidenziata della scritta "ex off" e/o dall'apposizione al verso del sigillo del mittente. tuttavia questo metodo era fonte di truffe e di difficile attuazione. furono i napoleonici che introdussero un metodo di franchigia sul modello francese: troviamo la franchigia assoluta, illimitata, limitata e, nel titolo III del avviso del 21 settembre 1805, tutta la serie di enti e/o funzionari che avevano a disposizione un timbro di contrassegno e far scattare la franchigia per le lettere spedite per MOTIVI DI SERVIZIO ai propri superiori. pubblico il parziale del documento tratto da "1796-1850
cenni storici di prefilatelia in lombardia": mi sembra di potere fare rientrare nel gruppo 17 il nostro ispettotore alle caserme che nel 1802 non disponeva ancora di un tipario inchiostrabile e che sopperi'come da regolamento con un'annotazione grafica sostitutiva.

discordo "cittadino": ero convinto di avere anche una lettera spedita ad un religioso con l'aggettivo cittadino ma mi sbagliavo. tuttavia su CF di questo mese clemente fedele pubblica una lettera del 1803 "politicamente corretta"indirizzata "al cittadino monsignore baldassarre rasponi". all'interno pero'viene utilizzata la formula classica "eccellenza".

chiudo il discorso pubblicando una lettera che sara'in asta union phil (lotto 56)questo mese e che richiama il discorso franchigia: la descrizione dice solo "annullata in arrivo". io ho provato ad interpretarla: e'una franchigia #2827 "dalle attribuzioni delegate" di rovigo (bollo circolare SIGILLO DELLA REALE CITTA' DI ROVIGO)spedita ad un avvocato di venezia, cioe'un privato.
non riconoscendo il diritto di franchigia pur essendo dichiarata in partenza erroneamente "d'ufficio" il direttore veneziano applico'la tassa di porto di c.mi30 annullando il francobollo con il timbro SD senza data in sue mani. la mancata tassazione a penna in partenza non produsse alcuna sovrattassa a carico del destinatario che difatti pago'solo il regolamentare porto tra rovigo e venezia che era appunto di c.30
voi che ne pensate?

Ciao: francesco
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Che annullo non mi sono aggiudicato? Gargnano?

Messaggio da filippo_2005 »

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francesco luraschi
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Re: Che annullo non mi sono aggiudicato? Gargnano?

Messaggio da francesco luraschi »

non male la formulazione dell'indirizzo:

"all'illustrissimo signor signor padrone mio colendissimo sig.paolo taverna cavaliere della corona ferrea ..."
stranamente ancora utilizzato nel 1854.

tuttavia i taverna erano una delle famiglie piu'in vista di milano. paolo taverna fondo'un istituto per sordomuti poveri e nel 1848 risulta che pagava ben 40.000 lire annue di tasse.

con un nome cosi'la posta non poteva che essere recapitata direttamente a casa

Ciao: francesco
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francesco luraschi
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Re: Espressioni reverenziali verso i destinatari della posta

Messaggio da francesco luraschi »

proprio all'opposto per quanto riguarda l'accuratezza con cui venivano redatti gli indirizzi ecco una lettera in vendita su delcampe.

paraticamente si chiedeva di consegnare le lettere del sig.weiss insieme a quelle dei sigg.carera



Ciao: francesco

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StefanoR
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Re: Categoria Documenti postali (origini - 1900) 6ª giornata

Messaggio da StefanoR »

Ciao: Ciao: Ciao:

Mi piace questa prefilatelica (1732 ?) rappresentativa dello stile di quel periodo.
Certo che al giorno d'oggi le poste farebbero un po' fatica a capire il destinatario e tutti i suoi titoli.
Al verso è impresso il sigillo e c'è il conto della spesa (famulo compreso).

Stefano

1732.jpg

Scansione0003.jpg


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guido071619
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Doppio segno di tassazione Macerata 1813

Messaggio da guido071619 »

Ciao a tutti,
chiedo un vostro parere riguardo al seguente documento
http://imageshack.us/photo/my-images/526/macerata.jpg/
macerata.jpg

In particolare come deve interpretarsi il doppio segno di tassazione 3, considerato il periodo di caoas tariffario (baj -decimes) nel periodo pre-occupazione murattiana nelle Marche (a riguardo sto raccogliendo del materiale per un'eventuale pubblicazione).
Ringrazio anticipatamente.
Un caro saluto a tutti.
Guido
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paolo
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Re: Doppio segno di tassazione Macerata 1813

Messaggio da paolo »

sinceramente non vedo alcun segno di doppia tassazione...
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guido071619
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Re: Doppio segno di tassazione Macerata 1813

Messaggio da guido071619 »

intendo il 3 piccolo in alto a destra..o è un fronzolo?
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Erik
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Re: Doppio segno di tassazione Macerata 1813

Messaggio da Erik »

guido071619 ha scritto:intendo il 3 piccolo in alto a destra..o è un fronzolo?

Ciao,
è un fronzolo, per evidenziare l'abbreviazione Colmo, per Colendissimo. In effetti sembra proprio scritto con lo stesso inchiostro usato per l'indirizzo.
Anche sopra Illmo e sopra Prne ce n'è uno, di forma diversa, però

Ciao:
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francesco luraschi
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Re: Doppio segno di tassazione Macerata 1813

Messaggio da francesco luraschi »

" All'Illustrissimo Signor Signore Padrone Colendissimo Signor Gonfaloniere di Montalboddo per Belvedere"

Questo è l'indirizzo completo. Se pensiamo che solo 15 anni prima ci si sarebbe limitati a " Al cittadino... " si può comprendere come l'ondata rivoluzionaria sia ormai finita e siano tornate alla luce le formule reverenziali di stampo '700esco che comunque troveremo usate anche più tardi.

Riguardo la tassa: Montalboddo è oggi il comune di Ostra che dista circa 100 km da Macerata. Potrebbe trattarsi della tassa di 3/10 di lira necessari per la spedizione di una lettera del peso fino a 6 grammi proprio entro questa distanza.

Non vedo altre tasse: quello che sembra un 3 è invece un MO ruotato di 90°.

Di più non so dire, specialmente per quanto riguarda il periodo murattiano.

Ciao: Francesco
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Ciao: Francesco
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