ciao Paolo,
rispondo solo oggi con colpevole ritardo dovuto un po'agli impegni lavorativi un po'alla scarsa vena collezionistica post-vacanze 2008.
avevo letto non ricordo dove la teoria che porti tu riguardo il motivo dell'affrancatura a carico del destinatario. hai fatto bene a ricordarmela tanto che io stesso la ritengo piu'attendibile della mia: nel 1731 le probabilita'che la lettera giungesse a destino erano gia'sufficientemente alte da non richiedere un porto a carico del destinatario che servisse da incentivo per velocita'e qualita'del servizio come invece succedeva nel secolo precedente.
tuttavia permettimi qualche osservazione "milanocentrica": nel 1730 le poste tornarono sotto il controllo statale dopo anni di appalti a famiglie . questo precesso si chiama "avocazione della regalia", cioe' esproprio o statalizzazione a secondo del punto di vista. finche'la posta era stata gestita privatamente dopo versamento di canoni annuali pattuiti con la signoria prima e l'imperatore poi (soldi che venivano utilizzati sia per mantenere il tenore di vita della corte che per assoldare truppe mercenarie ecc.) si fece finta di non vedere tutti quelli che viaggiavano gratis in posta o ne utilizzavano il circuito per motivi privati . con il ritorno allo stato della posta si decise pero'di "guardarci dentro": vennero trovati esenti (o abusivi)tra l'altro magistrati, questori, senatori,cancellieri e diversi nobili con la passione epistolare tanto che "nell'ottobre 1733 il conte castelbarco risultava scoperto per lire 539 ed il conte arconati per piu'ancora"(b.caizzi "il corriere maggiore dello stato di milano da simone tasso all'avocazione della regalia").
aggiungo che nel periodo suddetto si cerco'una via per liquidare la famiglia genovese dei serra al momento titolari del corriere maggiore: alla fine si arrivo' ad una buonuscita galattica di 320.000 scudi senza pero' dimenticare un ulteriore benefit personale "lasciando loro anche per honore esteriore l'uso di una sedia da posta gratis, come hora godono, et il privilegio di pagare le poste per la loro famiglia, come paga la Camera" cioe'di non pagare.
tutto questo per dire che se e'vera se la teoria "paghi tu perche'se pago io sembra che tu non puoi" la situazione era grottesca: il mittente, magari di rango inferiore, lasciava pagare il destinatario senza sapere che quest'ultimo si era forse gia'dato dar fare per schivare non solo il porto ma magari ottenere un benifit (la sedia gratis) ulteriore dalla posta
oltretutto (cosa strana)con il regolamento postale del 1731, oltre ad introdurre il bollo MM nero in cartella, si caldeggio' l'invio "franco"delle lettere: eppure la quasi totalita'delle missive di questo periodo sono tassate in arrivo.
discorso franchigia: nella lombardia austriaca del '700 la franchigia veniva evidenziata della scritta "ex off" e/o dall'apposizione al verso del sigillo del mittente. tuttavia questo metodo era fonte di truffe e di difficile attuazione. furono i napoleonici che introdussero un metodo di franchigia sul modello francese: troviamo la franchigia assoluta, illimitata, limitata e, nel titolo III del avviso del 21 settembre 1805, tutta la serie di enti e/o funzionari che avevano a disposizione un timbro di contrassegno e far scattare la franchigia per le lettere spedite per MOTIVI DI SERVIZIO ai propri superiori. pubblico il parziale del documento tratto da "1796-1850
cenni storici di prefilatelia in lombardia": mi sembra di potere fare rientrare nel gruppo 17 il nostro ispettotore alle caserme che nel 1802 non disponeva ancora di un tipario inchiostrabile e che sopperi'come da regolamento con un'annotazione grafica sostitutiva.
discordo "cittadino": ero convinto di avere anche una lettera spedita ad un religioso con l'aggettivo cittadino ma mi sbagliavo. tuttavia su CF di questo mese clemente fedele pubblica una lettera del 1803 "politicamente corretta"indirizzata "al cittadino monsignore baldassarre rasponi". all'interno pero'viene utilizzata la formula classica "eccellenza".
chiudo il discorso pubblicando una lettera che sara'in asta union phil (lotto 56)questo mese e che richiama il discorso franchigia: la descrizione dice solo "annullata in arrivo". io ho provato ad interpretarla: e'una franchigia #2827 "dalle attribuzioni delegate" di rovigo (bollo circolare SIGILLO DELLA REALE CITTA' DI ROVIGO)spedita ad un avvocato di venezia, cioe'un privato.
non riconoscendo il diritto di franchigia pur essendo dichiarata in partenza erroneamente "d'ufficio" il direttore veneziano applico'la tassa di porto di c.mi30 annullando il francobollo con il timbro SD senza data in sue mani. la mancata tassazione a penna in partenza non produsse alcuna sovrattassa a carico del destinatario che difatti pago'solo il regolamentare porto tra rovigo e venezia che era appunto di c.30
voi che ne pensate?

francesco
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