Un saluto a tutti ed in particolar modo all’Amico
Apache, che ringrazio sinceramente per le immagini di questi gioielli napoletani.
Su questa lettera si dovrebbero scrivere tante pagine, perché presenta tantissimi contenuti. Tuttavia, proverò ad essere sintetico al massimo.
Per brevità inizio con l'immagine:
Napoli_Trieste2.jpg
L'Amministrazione postale del Regno delle Due Sicilie non aderì alla convenzione della Lega postale Austro-Italica che tra le tante cose stabiliva l'abolizione dei diritti di transito per le corrispondenze anche nello Stato aderente. La mancata adesione incideva pesantemente sulle tariffe per lettere inviate dai territori borbonici. Al momento della partenza non era obbligatorio il pagamento preventivo dell'intera tassa sino a destino.
Circa il quesito sul perché della via di Svizzera, ebbene tutto ebbe origine con l’inizio della II guerra d’indipendenza da cui scaturì l’interruzione delle relazioni postali dirette tra lo Stato Sardo e l’Austria. Intermediaria fu la Svizzera che attraverso le sue “vie postali” consentì lo scambio della corrispondenza tra i due belligeranti. La via di Svizzera venne utilizzata anche al termine delle ostilità, con la ripresa degli scambi diretti. Consentiva alle due Amministrazioni postali il recupero delle tasse dovute.
Dopo il 7 settembre 1860, a causa della partenza di Francesco II ed il concentramento delle truppe presso il Volturno, venne sospeso il servizio “via di terra” verso l’esterno delle ormai Province Napoletane (nel volume II – “Storia Postale” di Luigi Sirotti, ed Sassone 1999, riporta: ”I dispacci terrestri fra l’ufficio borbonico di Fondi e quello pontificio di Terracina, vennero sospesi dopo breve tempo e presumibilmente da prima della fine del mese di settembre fino verso la fine di novembre…..”.
Per le lettere spedite “via di terra”, transitanti per lo Stato Pontificio, era obbligatorio l’affrancatura fino al confine del Regno delle Due Sicilie. Per le lettere semplici – di un foglio – gr. 5 per i Paesi italiani e di grana 7 per i Paesi al di là dell’Italia.
Pertanto, pur non riportando, come spesso avveniva, la dicitura “per la vi di mare” o “con natante francese”, etc…, diveniva possibile spedire per la via di mare con natanti anche di diverse bandiere.
La lettera, di porto semplice (grammi 10), risulta affrancata per grana 16 (equivalenti a cent. 70 sardo-italiani), giusta tariffa da Napoli a Genova ed inoltrata con natanti postali francesi.
Una volta giunta a Genova venne marcata col bollo rosso su tre righe “PIROSCAFI POSTALI FRANCESI” ed assoggettata alla tassa interna, pari a cent. 20, secondo progressione Sarda. Quindi venne l’inoltrata per Trieste attraverso la via Svizzera, caricata della tassa per il diritto di transito Sardo (in precdenza vigeva convenzione postale tra lo Stato Sardo e quello Austriaco) e lungo il tragitto caricata degli altri diritti/tasse sino alla consegna.
Ricordo che dopo pochi giorni, le lettere provenienti dalla Sicilia e da Napoli non vennero più assoggettate a Genova alla tassa di 20 cent., scomparve il bollo su tre righe “PIROSCAFI POSTALI FRANCESI” e con l’attivazione della linea dell’amministrazione Sarda, la tariffa delle lettere inoltrate con quest’ultimi natanti venne ridotta a grana 5 (pari a 20 cent. di lira sardo-italiana).
Spero di non aver fatto troppa confusione.
pasfil
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