fabris ha scritto:Ciao: Un piano di legno che riceve pressione per ore da una stampatrice meccanica del 1860?

bè che ci siano solo delle crinature non visibili ad occhio nudo e per di più nemmeno su tutti gli FB è un vero miracolo.Di certo avranno usato innumerevoli tavole per stampare,il legno si deforma per natura già senza essere toccato.......figuriamoci sotto una "pressa" del 1860....... Altra considerazione sul legno.Lo stesso si può stagionare,cioè renderlo più duro,ma non diventa marmo,con le ore di lavoro (di una stampatrice intendo mica con una mano

) si riscalderebbe aumentando di volume e si sfalderebbero le sue fibre naturali.Ancora.Come può essere che un punzone metallico,dopo diverse battute (vari fogli stampati) quindi deformando anche solo leggermente il legno stesso,non produca strappi alla carta?Altra stranezza,parlando di legno,è che queste anomalie sono stabilizzate tutte nelle stesse posizioni e per di più con le stesse misure e forme!!!Parlando di legno,ti assicuro,MAI sentito nulla del genere,eppure di falegnami,ebanisti,intagliatori ne conosco per mestiere.

Fabris ,,,,basti pensare che le prime forme storiche di rilievografia venivano realizzate con la xilografia, cioè con punzoni in legno.....non è di certo un ipotesi così remota che si usasse il legno nel piano.....nonostante il rischio di usura...mica parliamo di produzione a rotativa di milioni di esemplari al giorno....
Nella stessa stampa tipografica dei francobolli della quarta emissione venivano usati accorgimenti come l'inserimento di pezzi di cartone per rendere più stabile la composizione della tavola ( quelli che poi danno origine ai " filettoni" del 1859/60....del 20 centesimi,) cartoni che ovviamente andavano eliminati e sostituiti spessissimo perchè erano intrisi di inchiostro dopo pochi passaggi.
Fino al 1861 la quantità di fogli stampata giornalmente non era così consistente da rendere necessari logorii esagerati, basti pensare , per dire qualche numero, che nel 1854 furono venduti circa 500.000 esemplari del valore da 20 cent ( quello più usato e dunque stampato) della seconda emissione e circa 250.000 della terza emissione ( forse molti meno),,
Ora la seconda emissione stampava in rilievo fogli da 100 esemplari ( in 4 gruppi di 25) e la terza in fogli da 50 esemplari...
In totale abbiamo allora 5000 fogli della seconda emissione per il 20 cent e 5000 fogli della terza per il 20 cent...
All'epoca si stampava praticamente tutti i giorni o quasi .... quindi diciamo 5000/120 per la seconda emissione ( fino a maggio 1854) fanno 41 fogli al giorno circa....
5000/180 per la terza emissone (da maggio a dicembre 1854)fanno 27 fogli circa ---
In totale abbiamo 68 fogli al giorno del 20 cent....diciamo che unendo gli altri valori arriviamo massimo a 100 fogli al giorno.....
A me non sembra uno stress esagerato per il piano e ritengo nemmeno per i punzoni dell' effige , entrambi potevano essere sostituiti in caso di avviso di cedimento senza dover
rallentare la produzione, almeno certamente per un piano in legno , non così per i punzoni dell' effige che era un lavoro di grande precisione da realizzare e che richiedeva molto tempo, quindi vennero usati con molta più continuità sempre gli stessi....
Questo ritmo di lavoro fu tenuto pressochè invariato fino a tutto il 1856 e 1857....ciò che si desume anche dalla relativa lentezza con cui quando si cominciò a vendere anche la quarta emissione ci volle un anno intero per rifornire tutti gli uffici postali del regno di sardegna...che all'epoca comprendeva solo liguria, sardegna nizza savoia e piemonte...
Certo i ritmi di lavoro furono incrementati dal 1860 in poi per le necessità delle varie annessioni, ma anche volendo triplicare questo ritmo o decuplicarlo....lo stress delle macchine era assolutamente nella norma...quindi un piano di legno poteva ben reggere questi stress...
A quel tempo (

scusate ) si lavorava poi in condizioni estreme senza luce o pochissima luce e i ritmi di lavoro anche quando esagerati erano comunque molto bassi...
L'unica cosa certa è che il punzone era in rame e non in legno come in xilografia...ma ci mancherebbe altro, un piano di lavoro da un punzone fa una bella differenza....e poi l' effige non veniva impressa insieme alla stampa tipografica del contorno , ma in un secondo momento quindi usandosi due distinti macchinari lo stress delle macchine era molto più ridotto...di una rotativa.
Insomma per me il piano in legno è del tutto verosimile e anzi visti i macchinari dell' epoca e le risorse economiche a disposizione direi del tutto probabile...
In basso posto l'immagine di una macchina tipografica del tutto simile e coeva a quella usata da MATRAIRE .Si può capire che non stiamo parlando di stampa a rotativa di milioni di fogli come accade oggi e dunque nemmeno di milioni di effigi al giorno ma al massimo di qualche migliaio....
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.