Daniele ha scritto: 24 febbraio 2025, 15:50
E per parlare solo di collezionismo, non credo che collezionare A sia meglio di B, e soprattutto non si escludono, ma si possono collezionare sia i classici che i crypto stamps.
A giocare con le parole siamo capaci tutti, e non è che se appiccichi la parola "stamp" alla parola "crypto" hai creato qualcosa che ha a che fare con la filatelia, così come - dicevo - non è che se la signorina di Only Fan la metti dentro un riquadro dentellato hai creato un "sexy-stamp", e quindi sì, dai, siccome ognuno può collezionare quel che vuole, allora si possono collezionare sia i classici, sia i crypto stamps, sia i sexy stamps, e vedi tu che altro.
Un francobollo è un francobollo perché è un francobollo - ohibò, l'avresti mai detto? - cioè un oggetto che serve a pagare in anticipo la spedizione della corrispondenza.
Ora, noi viviamo in un mondo dove questo oggetto - il francobollo - è stato superato, così come, per capirci, sono state superate le macchine da scrivere (che non credo ormai usi più nessuno). Ma il fatto che l'oggetto-francobollo sia uscito dalla vita di ogni giorno non vuol dire che il suo collezionismo abbia perso (o debba perdere) attrattiva.
Noi amiamo i francobolli perché questi oggetti sono carichi di storia, di significati, di messaggi, perché sono - con un'immagine che adoro - "oggetti visibili di un mondo invisibile", testimonianze straordinarie di epoche, di personaggi, di vicende, di luoghi, di situazioni che hanno segnato la Storia, attraverso tante piccole storie individuali veicolate tramite l'istituzione "Posta".
E' questo che affascina più d'ogni altra cosa il collezionista: il poter ricreare un mondo dentro il proprio album, attraverso una selezione ragionata di oggetti, attraverso la loro opportuna messa in sequenza. L'album, quando contiene una vera collezione, diventa a tutti gli effetti uno
stargate verso mondi perduti o lontani o sconosciuti.
Il collezionismo filatelico è qualcosa di intrinsecamente legato al "passato", e ha cominciato a indebolirsi quando gli si è voluta dare una dimensione "presente", solo che nessuno se ne accorgeva perché per tanti anni tutti guadagnavano, o almeno così gli pareva.
Daniele ha scritto: 24 febbraio 2025, 15:50
Lo si capisce da chi paragona questi crypto stamps ai fogliettari degli anni 60 e partendo dai tulipani olandesi a tutte le forme di bolla.
Ma sì, certo, ...
questa volta è diverso... in attesa di una nuova edizione, che accolga un capitolo in più
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Dopodiché, lasciami dire ancora una cosa sulle cosiddette "cripto-valute". Già: cosiddette. Perché queste "cripto-valute" di "cripto" hanno tutto, ma di "valute" non hanno nulla, e quindi il loro inganno è già nel loro nome (perché, di nuovo, non è che se prendo la parola "cripto" e l'appiccico alla parola "valuta", ho ottenuto qualcosa che nella realtà fattuale è pertinente col fenomeno monetario) .
"Money is what it does", è la splendida definizione di moneta, di valuta, data del Premio Nobel Tobin.
E le cosiddette cripto-valute non fanno nulla, ma proprio nulla, di ciò che una moneta dovrebbe fare: non sono "numerari" (se non per i malviventi), non sono "intermediari dello scambio" (se non per i malviventi) e non sono nemmeno "riserva di valore" (nemmeno per i malviventi, mirabile a dirsi).
Onestà vorrebbe - quindi - che quantomeno la si smettesse di apparentarle alla "moneta", perché della moneta (della valuta) non hanno proprio nulla.
C'è in realtà un quarto requisito che la "moneta" deve possedere, così scontato che lo si dà per implicito: deve esserci un soggetto pronto a dire "whatever it takes", se e quando occorre dirlo, e nel caso delle cosiddette cripto-valute, invece, non c'è una beneamata. Ma si sa: secondo una certa percezione - spero non troppo diffusa - "whatever it takes" sarebbe il simbolo dell'establishment, dei poteri forti, della dittatura finanziaria, quando invece il popolo deve essere libero, libero, libero, libero, ...
Di queste cripto-valute si potrebbe ripetere ciò che - non ricordo chi - disse del capitalismo: l'assurda convinzione che poche persone malvage faranno un sacco di cose tremende, per il bene di tutti. Con la differenza che se in fatto di capitalismo, per quanto criticabile, e per quanto se ne possa dir male, nessuno ha mai trovato nulla di meglio con cui sostituirlo, di queste cosiddette "cripto-valute" nessuno sentiva il bisogno.
Perché vedi - conclusione delle conclusioni - la verità è che io di filatelia capisco pochissimo, praticamente nulla, ma combinazione vuole che invece sia pagato, retribuito, stipendiato - tra le altre cose - per proteggere le masse da questa immondizia che sono le cripto-valute, e per quanto i colleghi a volte mi dicano che si possono difendere le pecore dai lupi, ma che nessuno può difendere una pecora da sé stessa, io continuo invece a pensare - visto che mi pagano per farlo - che, no, io ho il dovere - in tutte le sedi, fosse pure un forum di filatelia - di difendere comunque chi va difeso, fosse pure da sé stesso.
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