Marmat ha scritto: 6 ottobre 2025, 15:14
Si ricordi in qualsiasi attività il futuro è nelle nuove generazioni. Solo i "dinosauri" non se ne rendono conto ed il Suo scrivere, mi spiace evidenziarlo, è da "dinosauro". E' la federazione che, insieme a poste, deve occuparsi della diffusione della filatelia. Tutti noi possiamo collaborare, con materiale, con collezioni da esporre, anche nelle scuole dove possono essere organizzati nei pomeriggi senza spesa per le famiglie, d'accordo con il dirigente scolastico, piccoli seminari per ragazzi dai 12 anni in su con power point, doc, exl e documenti. Oggi con i PC è tutto più facile. Ma manca la voglia da parte della classe dirigente FSFI e POSTE che a mio dire, sa solo bene scaldare la sedia. QUESTO SI CHIAMA VOLONTARIATO.
Non so se parlo da "dinosauro", a me piace pensare di essere realista. E di tutto ho voglia tranne che lottare contro i mulini a vento, men meno alla mia età.
Lei, me lo permetta per amore della discussione e non voglio assolutamente essere offensivo, parla un po' da illuso.
Capisco benissimo la passione che la muove, ma a volte la passione fa perdere il contatto con la realtà delle cose.
Per carità, nulla da eccepire su quello che dice, ma quanti di noi possono--per puro volontariato--affrontare con regolarità e a lungo termine un impegno come quello che lei prefigura? Come può un'attività del genere ambire ad avere una certa capillarità e non restare un fatto locale isolato che sopravvive sì e no una stagione?
Senza contare che lei dà per scontate alcune cose che invece sono fondamentali e per nulla garantite.
Lo vede lei un quindicenne di oggi, e la sua famiglia, acconsentire volentieri a fermarsi ore in più a scuola per parlare di francobolli? E la scuola che deve organizzare questi incontri nelle sue strutture?
Al di là di quello che a questi ragazzini si può dire o non dire, come fa ad aspettarsi che un ragazzino possa avere un qualunque interesse per dei pezzetti di carta che non gli raccontano nulla di più di quanto non possa raccontargli una qualunque immagine o un qualunque fatto scaricato da internet in un secondo senza bisogno di restare fra le quattro mura di un'aula scolastica?
Quando andavo alle elementari (alla "Garibaldi" a Roma), il mio maestro teneva nell'armadio nell'aula diversi albumi con francobolli usati di tutto il mondo e li usava come supporto didattico. Ricordo che ognuno di noi aveva la sua collezioncina e durante la ricreazione ci si scambiava doppioni (una volta riuscii a farmi dare 5 francobolli da un bidello in cambio di uno dei bandieroni danteschi di San Marino). Ma questo aveva un senso allora quando la collezione si espandeva "naturalmente" lavando i francobolli dalla corrispondenza che arrivava a casa propria o dai parenti più stretti. Quando, comunque, i francobolli erano un oggetto vivo, familiare, di uso comune e tutti ne avevano qualcuno.
Ma oggi? Come si può pensare di interessare dei ragazzini a oggetti mai visti, non usati quasi più da nessuno, di difficile reperimento (neanche dai tabaccai si trovano più) ?
Senza contare che anche ad interessare alla filatelia un quindicenne, dopo pochi anni, tra tempeste ormonali, studi più impegnativi ed altre attività più stringenti l'interesse è perduto, quasi sempre per sempre. Lo diceva già
Ingegné più sopra: già in un ambiente ancora favorevole, come poteva essere quello degli anni '60 e '70, solo un'esigua minoranza percentuale dei ragazzi esposti alla filatelia diventava un collezionista.
Per l'ambiente di oggi e per i mezzi che noi filatelisti (nessuno escluso) abbiamo a disposizione pensare di far "rinascere" la filatelia attraverso una diffusione tra gli scolari è semplicemente una pia illusione e persino uno spreco della già esigue risorse.
D'altra parte l'ha detto anche
Antonello più sopra: "La fidelizzazione di un bambino o di un adolescente ad un qualsiasi progetto è impresa titanica e destinata al fallimento."
Queste sono le domande da porsi: non se fare una presentazione in power point o meno.
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Detto ciò resta ancora una cosa da chiarire: ma
perché vogliamo che la filatelia rinasca? (e per "rinasca" intendo farla ritornare a livelli di popolarità paragonabili a quelli di una volta)
E' solo perché ci dispiace veder lentamente morire un'attività che ci appassionava (e magari per qualcuno vedere la propria collezione perdere di valore), o perché pensiamo che un filatelista--o più in generale un collezionista--sia una persona intrinsecamente migliore?
Nel secondo caso, la cosa andrebbe spiegata per bene e dimostrata.
Nel primo, la motivazione mi sembra persino un tantino egoistica.
Marmat ha scritto: 6 ottobre 2025, 15:14
Sà da buon meridionale sono superstizioso.
Se posso permettermi una battuta, non è bene essere superstiziosi: porta male.
Marmat ha scritto: 6 ottobre 2025, 15:14
Per il resto sia propositivo si aspettano "
le Sue idee".
Le mie idee le ho già espresse: penso che date le circostanze si può sperare che in futuro la filatelia diventi un collezionismo antiquariale di nicchia, dove gli operatori avranno la necessità di diversificarsi (come la Bolaffi ha già fatto) se vogliono sopravvivere e probabilmente associarsi. Data la quantità di materiale moderno esistente, è probabile che la quasi totalità di questo materiale perda totalmente di valore (in gran parte è già così) e venga trattato da commercianti e collezionisti solo o per la massima parte all'ingrosso.
Penso che il target naturale di questo collezionismo non siano gli adolescenti, che non ne hanno--salvo più che sporadiche eccezioni--ne' la pazienza, ne' la capacità critica, ne' un bagaglio culturale sufficiente, ne' la possibilità economica, ma i 30/40 enni con una solida base culturale ed una posizione di lavoro stabile.
Penso che se si vuole che la filatelia non muoia del tutto, la palla sia in mano molto più ai commercianti e gli operatori del settore che alla FSFI.