Hackatao: L'Innovazione dei Crypto Francobolli nell'Arte Digitale, collaborazione con Poste Austriache

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Napoli1860
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Re: Hackatao: L'Innovazione dei Crypto Francobolli nell'Arte Digitale, collaborazione con Poste Austriache

Messaggio da Napoli1860 »

enrico54 ha scritto: 21 febbraio 2025, 12:15 Tanto per citare anch'io uno sconosciuto: "Non piace ciò che non si capisce".
Quasi dimenticavo: una delle esperienze di vita più frustranti in assoluto è capire che ciò che si è capito non meritava di essere capito. :abb:
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cirneco giuseppe
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Re: Hackatao: L'Innovazione dei Crypto Francobolli nell'Arte Digitale, collaborazione con Poste Austriache

Messaggio da cirneco giuseppe »

Napoli1860 ha scritto: 23 febbraio 2025, 8:47
Napoli1860 ha scritto: 21 febbraio 2025, 11:48 esiste una filatelia - mi riferisco all'area italiana - "fino a Vittorio Emanuele II" (o al più fino alle miste con Umberto) e una filatelia "dopo Vittorio Emanuele II".
enrico54 ha scritto: 21 febbraio 2025, 12:15 Questa è una affermazione, mi si passi il termine, "vecchia" che [...] ho letto e sentito più volte da ormai quasi 50 anni
Anche 2+2=4 è un'affermazione "vecchia", che sicuramente avrà "sentito più volte da ormai quasi 50 anni" e probabilmente oltre; eppure, a oggi, non hanno ancora trovato nulla di meglio con cui rimpiazzarla.

Perché segnando un confine tra Vittorio Emanuele II e tutto il resto è questo che si dice: 2+2=4.
enrico54 ha scritto: 21 febbraio 2025, 12:15la filatelia, per sopravvivere, deve necessariamente evolversi anche verso nuove forme di collezionismo
L'infondatezza della vostra angoscia per il futuro della filatelia è seconda solo ai fallimenti delle iniziative che dovrebbero servire a rilanciarla, si veda ad esempio - solo per dirne uno - i francobolli per i 18-enni.

Prima di entusiasmarsi per questa o quella iniziativa - solo perché sul momento ha fatto "boom" - si dovrebbe aspettare il giudizio più severo, quello del tempo, il test of time, che sinora - dati alla mano - ha sconfessato tutte, ma proprie tutte, le cosiddette "iniziative d rilancio".

E ciò è avvenuto per un fatto (banale) che continua a sfuggirvi: quelli che voi chiamate "gli anni d'oro" della filatelia erano semplicemente gli anni della vostra (nostra) gioventù, dove tutto appariva luccicante e scintillante, "d'oro" appunto. Ma quella filatelia - di per sé - di dorato non aveva proprio un bel nulla. Era solo pura speculazione, come testimonia - a titolo d'esempio - l'articolo postato sopra.

Non metto in dubbio che a un commerciante brillassero gli occhi nel vedere un rubicondo fattore tirar fuori un rotolo di banconote dallo stivale e dire "francobolli, voglio francobolli, a qualunque prezzo, purché siano francobolli", e che lui - il commerciante - ripensi a quei tempi come a "tempi d'oro". Peccato - per lui - che fosse solo una gigantesca bolla speculativa, che quando fatalmente è scoppiata gli ha fatto dire "eh, non esiste più a filatelia di una volta". Che lo dica lui - il commerciante - ci sta. Che noi - collezionisti - lo ripetiamo assieme a lui, lo trovo un po'... buffo, ecco. Cos'è, esattamente, che vorremmo rilanciare? Una nuova speculazione? Dai, su.

La filatelia non ha bisogno di essere rilanciata con nuovi appassionati. Sono le persone ad aver bisogno della filatelia - fino a Vittorio Emanuele II, s'intende - se vogliono "seguire virtute e e canoscenza"; e se invece non vogliono farlo, se preferiscono "viver come bruti", allora - con tutta evidenza - abbiamo un problema ben più grosso del declino della filatelia.

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serviels
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Re: Hackatao: L'Innovazione dei Crypto Francobolli nell'Arte Digitale, collaborazione con Poste Austriache

Messaggio da serviels »

Grandi Hackatao! Se fosse possibile comprerei qualche serie autografata ... (ps abbiamo "un amico" in comune, lui fa il professore di Fisica a Messina...)
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enrico54
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Re: Hackatao: L'Innovazione dei Crypto Francobolli nell'Arte Digitale, collaborazione con Poste Austriache

Messaggio da enrico54 »

cirneco giuseppe ha scritto: 23 febbraio 2025, 9:56
Napoli1860 ha scritto: 23 febbraio 2025, 8:47
Napoli1860 ha scritto: 21 febbraio 2025, 11:48 esiste una filatelia - mi riferisco all'area italiana - "fino a Vittorio Emanuele II" (o al più fino alle miste con Umberto) e una filatelia "dopo Vittorio Emanuele II".
enrico54 ha scritto: 21 febbraio 2025, 12:15 Questa è una affermazione, mi si passi il termine, "vecchia" che [...] ho letto e sentito più volte da ormai quasi 50 anni
Anche 2+2=4 è un'affermazione "vecchia", che sicuramente avrà "sentito più volte da ormai quasi 50 anni" e probabilmente oltre; eppure, a oggi, non hanno ancora trovato nulla di meglio con cui rimpiazzarla.

Perché segnando un confine tra Vittorio Emanuele II e tutto il resto è questo che si dice: 2+2=4.
enrico54 ha scritto: 21 febbraio 2025, 12:15la filatelia, per sopravvivere, deve necessariamente evolversi anche verso nuove forme di collezionismo
L'infondatezza della vostra angoscia per il futuro della filatelia è seconda solo ai fallimenti delle iniziative che dovrebbero servire a rilanciarla, si veda ad esempio - solo per dirne uno - i francobolli per i 18-enni.

Prima di entusiasmarsi per questa o quella iniziativa - solo perché sul momento ha fatto "boom" - si dovrebbe aspettare il giudizio più severo, quello del tempo, il test of time, che sinora - dati alla mano - ha sconfessato tutte, ma proprie tutte, le cosiddette "iniziative d rilancio".

E ciò è avvenuto per un fatto (banale) che continua a sfuggirvi: quelli che voi chiamate "gli anni d'oro" della filatelia erano semplicemente gli anni della vostra (nostra) gioventù, dove tutto appariva luccicante e scintillante, "d'oro" appunto. Ma quella filatelia - di per sé - di dorato non aveva proprio un bel nulla. Era solo pura speculazione, come testimonia - a titolo d'esempio - l'articolo postato sopra.

Non metto in dubbio che a un commerciante brillassero gli occhi nel vedere un rubicondo fattore tirar fuori un rotolo di banconote dallo stivale e dire "francobolli, voglio francobolli, a qualunque prezzo, purché siano francobolli", e che lui - il commerciante - ripensi a quei tempi come a "tempi d'oro". Peccato - per lui - che fosse solo una gigantesca bolla speculativa, che quando fatalmente è scoppiata gli ha fatto dire "eh, non esiste più a filatelia di una volta". Che lo dica lui - il commerciante - ci sta. Che noi - collezionisti - lo ripetiamo assieme a lui, lo trovo un po'... buffo, ecco. Cos'è, esattamente, che vorremmo rilanciare? Una nuova speculazione? Dai, su.

La filatelia non ha bisogno di essere rilanciata con nuovi appassionati. Sono le persone ad aver bisogno della filatelia - fino a Vittorio Emanuele II, s'intende - se vogliono "seguire virtute e e canoscenza"; e se invece non vogliono farlo, se preferiscono "viver come bruti", allora - con tutta evidenza - abbiamo un problema ben più grosso del declino della filatelia.

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enrico54
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Re: Hackatao: L'Innovazione dei Crypto Francobolli nell'Arte Digitale, collaborazione con Poste Austriache

Messaggio da enrico54 »

enrico54 ha scritto: 23 febbraio 2025, 11:12
cirneco giuseppe ha scritto: 23 febbraio 2025, 9:56
Napoli1860 ha scritto: 23 febbraio 2025, 8:47
Napoli1860 ha scritto: 21 febbraio 2025, 11:48 esiste una filatelia - mi riferisco all'area italiana - "fino a Vittorio Emanuele II" (o al più fino alle miste con Umberto) e una filatelia "dopo Vittorio Emanuele II".
enrico54 ha scritto: 21 febbraio 2025, 12:15 Questa è una affermazione, mi si passi il termine, "vecchia" che [...] ho letto e sentito più volte da ormai quasi 50 anni
Anche 2+2=4 è un'affermazione "vecchia", che sicuramente avrà "sentito più volte da ormai quasi 50 anni" e probabilmente oltre; eppure, a oggi, non hanno ancora trovato nulla di meglio con cui rimpiazzarla.

Perché segnando un confine tra Vittorio Emanuele II e tutto il resto è questo che si dice: 2+2=4.
enrico54 ha scritto: 21 febbraio 2025, 12:15la filatelia, per sopravvivere, deve necessariamente evolversi anche verso nuove forme di collezionismo
L'infondatezza della vostra angoscia per il futuro della filatelia è seconda solo ai fallimenti delle iniziative che dovrebbero servire a rilanciarla, si veda ad esempio - solo per dirne uno - i francobolli per i 18-enni.

Prima di entusiasmarsi per questa o quella iniziativa - solo perché sul momento ha fatto "boom" - si dovrebbe aspettare il giudizio più severo, quello del tempo, il test of time, che sinora - dati alla mano - ha sconfessato tutte, ma proprie tutte, le cosiddette "iniziative d rilancio".

E ciò è avvenuto per un fatto (banale) che continua a sfuggirvi: quelli che voi chiamate "gli anni d'oro" della filatelia erano semplicemente gli anni della vostra (nostra) gioventù, dove tutto appariva luccicante e scintillante, "d'oro" appunto. Ma quella filatelia - di per sé - di dorato non aveva proprio un bel nulla. Era solo pura speculazione, come testimonia - a titolo d'esempio - l'articolo postato sopra.

Non metto in dubbio che a un commerciante brillassero gli occhi nel vedere un rubicondo fattore tirar fuori un rotolo di banconote dallo stivale e dire "francobolli, voglio francobolli, a qualunque prezzo, purché siano francobolli", e che lui - il commerciante - ripensi a quei tempi come a "tempi d'oro". Peccato - per lui - che fosse solo una gigantesca bolla speculativa, che quando fatalmente è scoppiata gli ha fatto dire "eh, non esiste più a filatelia di una volta". Che lo dica lui - il commerciante - ci sta. Che noi - collezionisti - lo ripetiamo assieme a lui, lo trovo un po'... buffo, ecco. Cos'è, esattamente, che vorremmo rilanciare? Una nuova speculazione? Dai, su.

La filatelia non ha bisogno di essere rilanciata con nuovi appassionati. Sono le persone ad aver bisogno della filatelia - fino a Vittorio Emanuele II, s'intende - se vogliono "seguire virtute e e canoscenza"; e se invece non vogliono farlo, se preferiscono "viver come bruti", allora - con tutta evidenza - abbiamo un problema ben più grosso del declino della filatelia.

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Antonello Cerruti
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Re: Hackatao: L'Innovazione dei Crypto Francobolli nell'Arte Digitale, collaborazione con Poste Austriache

Messaggio da Antonello Cerruti »

C'era una "rivista" che conteneva solo i prezzi di mercato.
Usciva due volte la settimana con i prezzi in continuo aumento...
Sembra una corsa all'oro; c'era una tale frenesia che ... i soliti traffichini non avevano neppure il tempo di rigommare o truccare i francobolli...
Il negozio di francobolli che stava allora a Piazza S. Silvestro, a Roma, aveva la fila fuori della porta e tutti cercavano un amico Monsignore per farsi raccomandare per poter comprare i francobolli del Vaticano alle Poste vicino all'ingresso di Sant'Anna.
La fila per accedere all'altro ufficio (quello del Colonnato) arrivava a piazza della Città Leonina.

Un noto collezionista romano, ancora vivente, rifiutò di scambiare il suo giro di Papa Giovanni in fogli con un attichetto a Trastevere...

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Matraire1855
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Re: Hackatao: L'Innovazione dei Crypto Francobolli nell'Arte Digitale, collaborazione con Poste Austriache

Messaggio da Matraire1855 »

Antonello Cerruti ha scritto: 23 febbraio 2025, 11:21
Un noto collezionista romano, ancora vivente, rifiutò di scambiare il suo giro di Papa Giovanni in fogli con un attichetto a Trastevere...

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Vediamola da un altro punto di vista: se avesse preso questo attichetto quanto avrebbe speso fino ad oggi?
Ici, Imu, Tari, Tarsi, spese condominiali, Irpef e se affittato anche cedolare secca.
Le tasse gliela avrebbero mangiata tutta mentre con i francobolli, se riuscisse a venderli oggi forse si prenderebbe 200 Euro...
Ma sicuramente li avrà venduti prima, lasciando qualcuno con il cerino bruciato in mano al posto suo
Cerchi un volume di filatelia? Prova a cercarlo qui:
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Daniele
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Re: Hackatao: L'Innovazione dei Crypto Francobolli nell'Arte Digitale, collaborazione con Poste Austriache

Messaggio da Daniele »

Penso che alcuni giornali, soprattutto Repubblica per citarne uno, abbiano davvero fatto un pessimo (o forse ottimo lavoro visto i loro intenti) ad influenzare i lettori su cio che é il mondo crypto. lo si comprende leggendo alcuni di voi.

Crypto = speculazione = reciclo = mafia = bolle

Lo si capisce da chi paragona questi crypto stamps ai fogliettari degli anni 60 e partendo dai tulipani olandesi a tutte le forme di bolla.

Mi dispiace, chi si é fatto influenzare da quei giornalisti , ignoranti o in mala fede, non ha capito cosa stá succedendo.

qui si parlava di arte, ma visto che la mettete sul punto di vista finanziario, chi ha ascoltato i giornali, pensando che le crypto siano truffa ha perso il piu grande trasferimento di ricchezza ( e di libertá) degli ultimi secoli.

E per parlare solo di collezionismo, non credo che collezionare A sia meglio di B, e soprattutto non si escludono, ma si possono collezionare sia i classici che i crypto stamps.
Colleziono ASFE, poste locali, bogus e phantom stamps.
Raccoglione di Lombardo Veneto
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Napoli1860
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Re: Hackatao: L'Innovazione dei Crypto Francobolli nell'Arte Digitale, collaborazione con Poste Austriache

Messaggio da Napoli1860 »

Daniele ha scritto: 24 febbraio 2025, 15:50 E per parlare solo di collezionismo, non credo che collezionare A sia meglio di B, e soprattutto non si escludono, ma si possono collezionare sia i classici che i crypto stamps.
A giocare con le parole siamo capaci tutti, e non è che se appiccichi la parola "stamp" alla parola "crypto" hai creato qualcosa che ha a che fare con la filatelia, così come - dicevo - non è che se la signorina di Only Fan la metti dentro un riquadro dentellato hai creato un "sexy-stamp", e quindi sì, dai, siccome ognuno può collezionare quel che vuole, allora si possono collezionare sia i classici, sia i crypto stamps, sia i sexy stamps, e vedi tu che altro.

Un francobollo è un francobollo perché è un francobollo - ohibò, l'avresti mai detto? - cioè un oggetto che serve a pagare in anticipo la spedizione della corrispondenza.

Ora, noi viviamo in un mondo dove questo oggetto - il francobollo - è stato superato, così come, per capirci, sono state superate le macchine da scrivere (che non credo ormai usi più nessuno). Ma il fatto che l'oggetto-francobollo sia uscito dalla vita di ogni giorno non vuol dire che il suo collezionismo abbia perso (o debba perdere) attrattiva.

Noi amiamo i francobolli perché questi oggetti sono carichi di storia, di significati, di messaggi, perché sono - con un'immagine che adoro - "oggetti visibili di un mondo invisibile", testimonianze straordinarie di epoche, di personaggi, di vicende, di luoghi, di situazioni che hanno segnato la Storia, attraverso tante piccole storie individuali veicolate tramite l'istituzione "Posta".

E' questo che affascina più d'ogni altra cosa il collezionista: il poter ricreare un mondo dentro il proprio album, attraverso una selezione ragionata di oggetti, attraverso la loro opportuna messa in sequenza. L'album, quando contiene una vera collezione, diventa a tutti gli effetti uno stargate verso mondi perduti o lontani o sconosciuti.

Il collezionismo filatelico è qualcosa di intrinsecamente legato al "passato", e ha cominciato a indebolirsi quando gli si è voluta dare una dimensione "presente", solo che nessuno se ne accorgeva perché per tanti anni tutti guadagnavano, o almeno così gli pareva.
Daniele ha scritto: 24 febbraio 2025, 15:50 Lo si capisce da chi paragona questi crypto stamps ai fogliettari degli anni 60 e partendo dai tulipani olandesi a tutte le forme di bolla.
Ma sì, certo, ... questa volta è diverso... in attesa di una nuova edizione, che accolga un capitolo in più :fest:
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Dopodiché, lasciami dire ancora una cosa sulle cosiddette "cripto-valute". Già: cosiddette. Perché queste "cripto-valute" di "cripto" hanno tutto, ma di "valute" non hanno nulla, e quindi il loro inganno è già nel loro nome (perché, di nuovo, non è che se prendo la parola "cripto" e l'appiccico alla parola "valuta", ho ottenuto qualcosa che nella realtà fattuale è pertinente col fenomeno monetario) .

"Money is what it does", è la splendida definizione di moneta, di valuta, data del Premio Nobel Tobin.

E le cosiddette cripto-valute non fanno nulla, ma proprio nulla, di ciò che una moneta dovrebbe fare: non sono "numerari" (se non per i malviventi), non sono "intermediari dello scambio" (se non per i malviventi) e non sono nemmeno "riserva di valore" (nemmeno per i malviventi, mirabile a dirsi).

Onestà vorrebbe - quindi - che quantomeno la si smettesse di apparentarle alla "moneta", perché della moneta (della valuta) non hanno proprio nulla.

C'è in realtà un quarto requisito che la "moneta" deve possedere, così scontato che lo si dà per implicito: deve esserci un soggetto pronto a dire "whatever it takes", se e quando occorre dirlo, e nel caso delle cosiddette cripto-valute, invece, non c'è una beneamata. Ma si sa: secondo una certa percezione - spero non troppo diffusa - "whatever it takes" sarebbe il simbolo dell'establishment, dei poteri forti, della dittatura finanziaria, quando invece il popolo deve essere libero, libero, libero, libero, ...

Di queste cripto-valute si potrebbe ripetere ciò che - non ricordo chi - disse del capitalismo: l'assurda convinzione che poche persone malvage faranno un sacco di cose tremende, per il bene di tutti. Con la differenza che se in fatto di capitalismo, per quanto criticabile, e per quanto se ne possa dir male, nessuno ha mai trovato nulla di meglio con cui sostituirlo, di queste cosiddette "cripto-valute" nessuno sentiva il bisogno.

Perché vedi - conclusione delle conclusioni - la verità è che io di filatelia capisco pochissimo, praticamente nulla, ma combinazione vuole che invece sia pagato, retribuito, stipendiato - tra le altre cose - per proteggere le masse da questa immondizia che sono le cripto-valute, e per quanto i colleghi a volte mi dicano che si possono difendere le pecore dai lupi, ma che nessuno può difendere una pecora da sé stessa, io continuo invece a pensare - visto che mi pagano per farlo - che, no, io ho il dovere - in tutte le sedi, fosse pure un forum di filatelia - di difendere comunque chi va difeso, fosse pure da sé stesso.
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Giorgio Di Raimo
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Iscritto il: 31 agosto 2007, 17:20

Re: Hackatao: L'Innovazione dei Crypto Francobolli nell'Arte Digitale, collaborazione con Poste Austriache

Messaggio da Giorgio Di Raimo »

La migliore cosa sarebbe stata, col senno di poi son bravi tutti, scambiare i fogli del vaticano con l’attichetto, questo venderlo nel 2010 per 1 milione e con tutto comprarci bitcoin; oggi sarebbero diventati l’equivalente di credo 80 miliardi di euro ( nel 2010 credo stava a 1 oggi a 80k). Credo bastino per comprarsi tutto Trastevere, Prati, e Piazza di Spagna :-))…se il milione fosse rimasto invece in banca dal 2010, oggi, dopo gli “ whatever it takes” covid e guerre varie in corso , cioè stampa di denaro come se non ci fosse un domani, si sarebbero svalutati al punto che forse ci compri un paio di appartamenti a Roma Nord
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