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Lo
sbocco della calle del "tragheto" della Maddalena sul
Canal Grande attraverso questo "sotopòrtego". |
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Alla Maddalena.
Questa calle deve il suo nome alla presenza di un tragheto (traghetto) che portava all'altro lato del Canal Grande, sulla riva di
campo San Stae.
Un piccolo approfondimento sui tragheti si può leggere su questa
pagina.
La calle si trasforma in sotopòrtego nell'ultima parte, quando
incontra il palazzo Molin, di proprietà di quel ramo della famiglia
chiamata anche del Molin d'oro che si era trasferita qui verso la
metà del Quattrocento.
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Il
palazzo Molin-Querini su Canal Grande sotto il quale sbuca con
un "sotopòrtego" la calle del "tragheto"
della Maddalena. |
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Stemma
non identificato sopra il portone di ingresso da terra a palazzo
Molin-Querni. |
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A seguito di questo trasferimento, quel
ramo della famiglia Molin venne chiamato Molin al tragheto. A questa
famiglia è appartenuto il cardinale Giovanni Molin (1705-1773) che fu
anche vescovo di Brescia. Il palazzo, di impianto seicentesco e rimaneggiato nel
XVIII secolo, passò poi ai Querini.
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Il
"sotopòrtego" sotto palazzo Molin-Querini
attraverso il quale calle del Traghetto giunge fino al Canal
Grande. |
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Una
croce devozionale incisa su una colonna del "sotopòrtego",
forse dai barcaioli del "tragheto". |
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Al
palazzo si accede, da terra, attraverso un portone che si apre sulla calle
del Traghetto, sormontato da uno stemma non identificato con il motto «LAETA
PARANT».
Dal lato opposto della calle si può vedere una corte interna del vicino
palazzo Emo, probabilmente del XVI secolo con ricostruzione nel XVII
secolo che ha conservato degli elementi originari.
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Corte
interna di palazzo Emo, vista dalla calle del Traghetto. |
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In questo palazzo abitò Angelo Emo (1731-1792), ultimo ammiraglio della
flotta veneziana.
Ai due lati del sotopòrtego sono visibili due pietre angolari di
rinforzo che non sono coerenti con il resto della
costruzione.
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Due
frammenti architettonici recuperati ed utilizzati per
rinforzare gli stipiti del "sotopòrtego". |
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Attorno a palazzo Molin-Querini ne sono presenti altre di simili:
ricordiamo quella nell'angolo dove la calle
Piovene si unisce a questa calle e si innesta con
il sotopòrtego che incontra le calli del Forno e
de le Colonnette
e quella
sullo stipite del sotopòrtego che immette nella corte
Michiel de la Commedia.
Evidentemente si tratta di frammenti architettonici recuperati dalla demolizione di un precedente
fabbricato insistente in questa aerea.
Sulla colonna centrale del sotopòrtego affacciata sul Canal Grande
si può notare una croce scavata ad incavo: probabilmente un segno di
devozione dei barcaioli che qui lavoravano al tragheto.
Segnaliamo un'altra pietra con iscrizione purtroppo corrosa e non più
leggibile: si trova murata su una parete del sotopòrtego. Sono poche le
lettere che si riescono ancora a distinguere con chiarezza (e forse fra pochi anni non si
leggeranno neppure queste):
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Una
iscrizione, purtroppo illeggibile, all'interno del "sotopòrtego". |
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