Le plastiche da utilizzare per la conservazione

Per quanto riguarda le plastiche in cui conservare i vari materiali filatelici, sappiate che ci sono due “scuole di pensiero” basate su due materiali plastici diversi:

1. POLIESTERE (PET)
Per quanto riguarda il poliestere o PET, la maggior parte dei restauratori/conservatori lo usa perché giudicato in assoluto il migliore, vuoi perché è uno dei pochissimi materiali plastici che ha superato i test scientifici di trasferimento dell’inchiostro dai francobolli alla plastica, sia perché è un materiale chimicamente stabile. L’unico “neo”, se così si può dire, è dato dal fatto che il PET è sensibile ai raggi ultravioletti e che quindi dovrebbe essere esposto il meno possibile al sole, o comunque alla luce, pena un ingiallimento ed infragilimento del materiale plastico. E’ anche vero però, che questo deperimento è stato scientificamente dimostrato con un test in cui la plastica veniva esposta alla luce solare diretta per quattro mesi per sei ore al giorno (rischi che credo si possano escludere per quanto riguarda le nostre collezioni). Inoltre, a causa delle limitazione nelle tecnologie di fabbricazione, il PET non è largamente disponibile nelle varietà di forme desiderate dai collezionisti. Se quindi scegliete il PET (anche chiamato commercialmente MYLAR) dovreste insistere nell’ottenere il tipo della Dupont denominato “Mylar-D”. Questo è il solo materiale plastico approvato ed utilizzato dai restauratori/conservatori. Una nota d’attenzione al fatto che esistono in commercio delle materie plastiche chiamate fraudolentemente “MYLAR” ma che in realtà non lo sono: generalmente sono a basso costo rispetto al MYLAR originale.

2. POLISTIROLO (PST)
Il polistirolo è una derivazione commerciale del polistirene, ed è anch’esso uno dei pochi materiali plastici che ha superato i test scientifici di trasferimento dell’inchiostro dai francobolli alla plastica. Questa plastica è flessibile ed ha una buona resistenza alla torsione ed agli ultravioletti. Inoltre è sicuramente più facile da trovare in commercio nelle forme più adatte per il collezionismo. Ma, anche il polistirolo ha una piccola pecca: ha un potenziale statico alto, che si traduce in una eccessiva “attrazione” di polveri e sporco che restano letteralmente appiccicati sulla superficie diventando così, possibili veicoli di batteri e funghi (la famosa RUGGINE terrore e angoscia di ogni collezionista di francobolli) che si sviluppano con l’aiuto dell’umidità presente nell’atmosfera e negli eventuali fogli d’album che sono igroscopici, cioè capaci di assorbire acqua ed umidità. Ma, a questo, si può porre rimedio ponendo i nostri fogli d’album in classificatori in propilene con chiusure a scatto che tengono lontana la polvere, magari con qualche “pallina” di sali igroscopici precondizionati al 50% (che mantengono cioè, nella giuste proporzioni di quantità x volume del contenitore, l’umidità relativa al 50%). Ecco una tabella riepilogativa delle caratteristiche fisiche dei due materiali plastici a confronto:

3. POLIPROPILENE (PPL)
Il polipropilene ha un’alta flessibilità e degrada solo ad alte temperature. Purtroppo, questo materiale, ha fallito i test di trasferimento dell’inchiostro dei francobolli. E’ stato sottoposto anche a test per essere utilizzato come contenitore per lo stoccaggio di materiali filatelici (come semplice scatola) ed ha dimostrato discrete caratteristiche di conservazione (certamente migliori rispetto a contenitori in legno).

4. POLIVINILCLORURO (PVC)
Questo materiale, conosciuto volgarmente come “vinile” è la pellicola plastica più controversa per l’utilizzo in conservazione. Anche se è una delle plastiche più usate per la realizzazione di prodotti domestici antigraffio, il PVC ha subito le critiche sulla sua resistenza ai fattori ambientali ed è stato mostrato come deleterio per la conservazione dei materiali filatelici.
Ma su questo bisogna fare una distinzione tra 2 differenti tipi di PVC, quello con plastificanti (pPVC) e quello senza (uPVC). Il pPVC è semplicemente uPVC con l’aggiunta di plastificanti. Questo lo rende più flessibile e viene a volte chiamato PVC “soft” o “flessibile” ed è stato dimostrato che i plastificanti sono deleteri per i francobolli (e di conseguenza anche il pPVC). L’ uPVC è a volte chiamato “duro” o “rigido” e sembra essere innocuo per i francobolli. Sebbene sia il pPVC che l’ uPVC non siano stati sottoposti ad ogni test immaginabile, devono essere smentite alcuni pregiudizi su questo materiale:
1) Il PVC emana acido cloridrico a temperatura ambiente. Si fa confusione con l’instabilità termica dei polimeri del PVC. I prodotti creati dai polimeri di uPVC sono termicamente stabilizzati ad una temperatura di 135° C e non possono emanare niente a temperatura ambiente.
2) Il PVC rilascia gas di cloro quando si degrada. Come spiegato al punto 1, i polimeri del PVC vengono stabilizzati a 135°C e non possono degradarsi a temperatura ambiente. Persino i polimeri non stabilizzati degradano in acido cloridrico e in una massa bruciacchiata. Nessun gas.
3) Il PVC si degrada con l’umidità. Questo può essere facilmente confutato dal fatto che i tubi delle nostre case sono in PVC! Il PVC è resistente anche al fuoco perché contiene il cloro. Quando si prova a bruciare il PVC, gli atomi di cloro vengono rilasciati e questi inibiscono la combustione.
4) L’uPVC è una miscela di svariati prodotti chimici. Questo non è corretto. Le moderne pellicole in uPVC sono normalmente costituiti dal 98-99% di co-polimeri di uPVC, e dall’1-2% di stabilizzatori termici aggiunti. Nient’altro.
5) Il pPVC contiene plastificanti che dissolvono gli inchiostri dei francobolli. Questo è vero ma attenzione a non confondere genericamente l’uPVC (che non contiene plastificanti) con il pPVC (dannoso per i francobolli).
6) La degradazione del PVC può essere rivelata da un’odore pungente. Gli stabilizzatori termici nell’uPVC potrebbero emanare un odore lievemente solforoso, ma innocuo. Questo non è il risultato di alcuna degradazione.
7) Il PVC è velenoso. Su questo purtroppo vi sono pareri contrastanti, ma sembrerebbe più probabile che non lo sia.

In sintesi, il moderno pPVC dimostra maggiori miglioramenti delle versioni iniziali meno performanti ma non dovrebbe essere utilizzato con i francobolli. Sebbene il plastificanti odierni migrano molto meno dalle miscele di PVC ai francobolli delle miscele delle versioni iniziali, il potenziale è sempre presente. Persino un collezionista attento potrebbe inavvertitamente sottoporre una collezione di valore a eccessiva pressione ed eccessiva temperatura che possono simulare diverse migrazioni deleterie dei plastificanti sui francobolli. L’uPVC, invece, sembra essere libero da qualunque problema per i collezionisti, come indicano i test condotti fino ad ora.

CARATTERISTICHE Poliestere (PET) Polistirolo (PST) Polipropilene (PPL) Polivinilcloruro (PVC)
Flessibilità MEDIA ALTA ALTA BASSA
Scivolosità (1) BASSA MEDIA ALTA BASSA
Potenziale statico (2) BASSO ALTO MEDIO ALTO
Resisteza ai graffi MEDIA ALTA BASSA MEDIA
Permeabilità ai vapori (3) BASSA MEDIA BASSA MEDIA
Resistenza alla torsione BUONA BUONA SCARSA BUONA
Resistenza agli ultravioletti (4) BUONA BUONA BUONA MEDIA

(1) – Le plastiche scivolose non trattengono bene i francobolli, che potrebbero quindi scivolare dalle taschine e dagli album.
(2) – Questo è il potenziale di attrazione alla polvere ed allo sporco attraverso la carica statica. Alcune proprietà anti-statiche potrebbero essere conferite con additivi e patinature, ma i loro effetti sulla carta dei francobolli e sui loro inchiostri sono sconosciuti.
(3) – Una bassa permeabilità protegge dall’umidità e da altri vapori. La bassa permeabilità però, diminuisce anche il passaggio d’aria, limitando quindi il bisogno necessario dei francobolli di “respirare”.
(4) – Le plastiche con una bassa resistenza agli ultravioletti, ingialliscono e si degradano alla luce solare ed in presenza di altre sorgenti ultraviolette: quindi state attenti anche all’esposizione dei francobolli alla lampada di Wood se sono ancora all’interno delle taschine.

[ Lucas ]

Giovanni Piccione 137 Articoli
Creatore, nel 1999, del sito Filatelia e Francobolli. Da subito ha accarezzato l'idea di creare una community di collezionisti filatelici on line e dopo varie piattaforme ed aggiustamenti fonda, nel 2002, il Forum di Filatelia e Francobolli, il primo Forum Filatelico italiano. Nel 2006 nasce, dal Forum, FilateliCa oggi l'unico Congresso Filatelico CULTURALE e non commerciale in Italia.

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