La Famiglia Tasso

di Antonello Cerruti

Il Codogno, nel suo Trattato delle Poste, edito a Venezia nel 1620, parla di un certo Omodeo Tasso come dell’inventore della posta.
Omodeo nacque a Cornello, nella val Brembana, poco distante da Bergamo.
Vissuto nella seconda metà del XIII secolo, è ritenuto il primo esponente illustre della famiglia Tasso, che ebbe come famosissimo discendente anche quel celebre Torquato, autore della Gerusalemme Liberata.
Il nome della famiglia si trova negli archivi di tutti i paesi d’Europa anche con alcune varianti come Tassi, Tassus, Tassis, Tasis, Thassis, Tarsis, Targes, Taxus, Taxius, Taxis, ecc.
Verso la fine del secolo Omodeo Tasso fece rivivere l’antica istituzione dei corrieri a cavallo, anzi si ritiene che a lui si debba il primo vero e proprio servizio regolare di posta.

I Tasso erano peraltro una famiglia con origini antichissime ed il loro stemma recava un tasso in piena corsa ed un cornetto.
Prima l’Imperatore Massimiliano e poi Re Carlo V modificarono questo stemma, via via arricchendolo con un’aquila a due teste e con l’iscrizione Kaiserliche-Post (Posta Imperiale).
I corrieri dei Tasso, chiamati bergamaschi, formavano una Compagnia o Società, con tanto di regolare statuto che ottenne, già nel 1305, un solenne riconoscimento dal Senato Veneziano; ebbero inoltre privilegi speciali dai pontefici e da moltissimi sovrani di tutti i Paesi d’Europa.
La Società era ripartita in tante azioni suddivise fra 32 famiglie ed assicurava un regolare servizio fra l’Italia, la Francia, la Germania e la Spagna.
Dopo Omodeo, si hanno notizie di Ruggero Tasso e del nipote Francesco che alcune fonti indicano come il vero organizzatore, forse perchè questi, audace ed intraprendente, seppe approfittare delle condizioni politiche europee dei suoi tempi per dare un eccezionale sviluppo ad un servizio tanto utile ed importante.
Nel XV secolo vennero organizzate stazioni di posta per il cambio dei cavalli in un’ampia zona dell’Europa centrale e coloro cui era demandato questo incarico erano chiamati Maestri di posta.
Il servizio postale, riservato alla Corte Imperiale, fu talmente efficiente che Federico III nominò Ruggero Tasso Cavaliere dell’Impero per ringraziarlo della sua opera indispensabile sia in tempo di guerra che per il mantenimento delle relazioni commerciali con gli stati vicini e con i Turchi.
Dal 1504 al 1529 un Gabriele Tasso fu Gran Maestro delle Poste ad Innsbruck, da dove dirigeva le operazioni postali tra Vorms e Strasburgo, passando tra l’altro per Stoccarda, Salisburgo, Praga, Vienna, Gorizia, Verona, Trento, Costanza e Zurigo.
Dal 1523 dalla stazione di Trento partivano le coincidenze per le città d’Italia (fra cui Milano e Roma) e da Stoccarda quelle per i Paesi Bassi ed il Nord Europa; altri corrieri raggiungevano l’Ungheria e l’Europa orientale. Nessun corriere poteva partire senza il foglio d’avviso o di via , che – munito in alto del monogramma di Gabriele Tasso – accompagnava tutti i dispacci trasportati e trova la sua istituzione verso il 1500; questo foglio doveva essere annotato di stazione in stazione con l’ora di arrivo, di partenza, i motivi di eventuali ritardi, gli inconvenienti riscontrati, ecc.
Il corriere, nei suoi viaggi, era protetto da un salvacondotto imperiale che gli assicurava ovunque il passaggio ed il soggiorno.
La Posta di Omodeo, di Ruggero e di Gabriele Tasso fu perfezionata da Francesco, gentiluomo milanese che aveva sposato una fanciulla della famiglia Torriani, in quell’organizzazione quasi perfetta che dal 1450 al 1867, cioè per oltre quattro secoli, seppe assecondare in maniera impareggiabile gli interessi, le esigenze e le aspettative talvolta contrastanti di principi e sovrani spesso in aspro conflitto fra loro.
L’abilità di [Francesco Tasso|Francesco]] lo rese accetto e stimato alla Casa d’Asburgo come ai principi italiani, alla Corte di Spagna come ai nobili ungheresi, francesi, olandesi.
Nei primi tempi le Poste dei Tasso avevano il carattere di Poste auliche o Poste di Stato e, secondo le esigenze imperiali, si sopprimevano, si potenziavano o si spostavano da una località all’altra.
All’inizio del XVI secolo assunsero un aspetto sovranazionale e furono perciò chiamate Poste Internazionali della Casa d’Asburgo.
Nello stesso periodo Francesco Tasso era Maestro Superiore delle Poste dell’Impero, Capo e Maestro Generale delle Poste dei Paesi Bassi ed incaricato dei collegamenti postali con il Reame di Castiglia e con il Portogallo. Le lettere impiegavano cinque giorni e mezzo da Innsbruck a Bruxelles in estate e sei giorni e mezzo in inverno, quarantaquattro ore da Bruxelles a Parigi, quattro giorni da Bruxelles a Lione, dodici giorni per Toledo, quindici per Granada.
Erano previsti e predisposti anche i percorsi alternativi; per esempio quando l’Imperatore era in conflitto con Venezia, ed i corrieri non potevano attraversare il Veneto, deviavano per Trieste e di lì, per nave, raggiungevano Ancona e poi Roma con la celerità postale, cioè senza fermarsi nemmeno durante la notte.
Il servizio garantito dai Tasso era di grande qualità ma assai ben remunerato se è vero che la famiglia godeva di notevole agiatezza oltre che di grande prestigio; Francesco fu nominato dall’Imperatore Massimiliano Cavaliere dell’Ordine dello Speron d’Oro e Conte di Palazzo, lo stesso titolo che fu dato ai fratelli Leonardo e Giovanni ed ai nipoti Battista, Davide, Matteo e Simone. Nel 1608 un altro Leonardo Tasso ebbe il titolo di Barone e, più tardi, altri Maestri Generali della stessa famiglia furono insigniti del titolo di Principe dal Re di Prussia ed ottennero diversi domini a titolo di benemerenza per i servigi resi “allo Stato ed all’umanità”.
Francesco morì poco prima del 1518 e la data viene desunta da un suo ritratto su un arazzo che illustra l’arrivo di Nostra Signora di Sablona a Bruxelles. Su di esso si nota infatti il ritratto di un uomo di aspetto non comune, senza barba, con capelli bianchi ed abiti sontuosi che porge con una mano una lettera cui è attaccato un sigillo.
Sugli orli dell’arazzo si vedono le armi gentilizie dei Tasso e la dedica, nella parte inferiore, così recita : ” EGREGIUS – FRANCISCUS DE TAXIS – PIE MEMORIE – POSTARUM MAGISTER – HEC FIERI FECIT – ANNO 1518″, chiarendoci oltre ogni dubbio l’identità del personaggio raffigurato, che doveva anche essere il magnanimo committente dell’arazzo, e la circostanza (“Pie Memorie”) che probabilmente non era riuscito a veder finito il suo dono.
Tutti gli agenti delle Poste ed i corrieri erano nominati con grande solennità e, a conferma dell’importanza e della delicatezza dell’incarico attribuito, erano sottoposti a giuramento che doveva essere prestato in forma pubblica e spettacolare, alla presenza dei cittadini del luogo di cui assumevano la titolarietà e dovevano essere, oltre che di notoria buona condotta, laboriosi, zelanti, fedeli, pacifici, benevoli, sobri, modesti e bene istruiti sulle loro funzioni e sugli itinerari loro affidati.
Erano esenti da ogni contribuzione fiscale e godevano di una sconfinata protezione contro ogni tentativo di furto.
Molte sono le tracce che si trovano della famiglia Tasso presso le varie Corti : la Posta spagnola era affidata nel 1600 a Giovanni Tasso, mentre un Pellegrino Tasso amministrava l’ufficio di Roma, un Simone Tasso quello di Milano, un Antonio Tasso quello di Anversa. Di Paolo e Ferdinando Tasso era la responsabilità della Posta del Tirolo, di Ottavio quella di Asburgo, mentre Leonardo Tasso, durante la guerra con i Turchi, organizzò una terza linea che univa i Paesi Bassi all’Italia, toccando Liegi, Asburgo ed il Tirolo.
Il conte Lamoral Tasso stabilì due nuove grandi linee postali: l’una che attraversava le Alpi, l’altra che da Francoforte sul Meno andava a Lipsia, Amburgo, Norimberga, Praga e Vienna.
Matteo Tasso dirigeva la “Posta della Corte” in Ungheria, mentre a Napoli ed in Sicilia il servizio postale restò, sino alla fine del XVI secolo, nelle mani della famiglia Capata (o Zappata), che aveva rapporti di parentela con i Tasso.
Al principio del XVIII secolo i membri della famiglia Tasso dirigevano la Posta in tutta l’Europa, con la sola eccezione della Francia e del Portogallo. Con i grandi privilegi acquisiti con il loro lavoro e la loro abilità, i Tasso divennero sempre più ricchi e potenti, accumulando prestigio e ricchezze.
Il cognome di Francesco Tasso unito a quello della moglie – Torriani – diede origine alla casata Torre e Tasso che si germanizzò in Thurn und Taxis.
Nel 1867 i Tasso cedettero i loro residui diritti postali alla Prussia, senza traumi e con l’abile mediazione del Direttore Generale delle Poste tedesche, il dott. Enrico Stephan (Stolp 1831-Berlino 1897) alla cui lungimirante opera si deve l’origine dell’Unione Postale Universale. Il nome della famiglia Tasso è sempre stato sinonimo di velocità e di puntualità, tanto che ancora oggi, senza avvedercene e magari sempre saperlo, quando abbiamo bisogno di un mezzo veloce e disponibile alle nostre necessità chiamiamo con fiducia quelle auto pubbliche che in tutto il mondo ancora ricordano il loro nome.

Antonello Cerruti

Per chi volesse ulteriormente approfondire la storia della famiglia Tasso consiglio una visita al sito ufficiale del Museo dei Tasso,  www.museodeitasso.com, e magari prenotare una visita all’interessante museo.
Giovanni Piccione

Giovanni Piccione 137 Articoli
Creatore, nel 1999, del sito Filatelia e Francobolli. Da subito ha accarezzato l'idea di creare una community di collezionisti filatelici on line e dopo varie piattaforme ed aggiustamenti fonda, nel 2002, il Forum di Filatelia e Francobolli, il primo Forum Filatelico italiano. Nel 2006 nasce, dal Forum, FilateliCa oggi l'unico Congresso Filatelico CULTURALE e non commerciale in Italia.

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