La Chiesa e la Posta

di Antonello Cerruti

La morte dell’Imperatore Carlo Magno, avvenuta il 20 gennaio 814 ad Aquisgrana, mentre segnò il principio del decadimento dell’impero romano-franco, che le successive lotte dei Carolingi avrebbero ben presto smembrato, diede nuovo impulso al potere della Chiesa.
Nel dissolversi del grande stato feudale, l’ordinamento religioso assumeva un nuovo e più importante ruolo di difesa della rinnovata civiltà occidentale.
La Chiesa che Costantino aveva riconosciuto nella sua essenza spirituale, aveva acquistato, attraverso continue lotte con gli Imperatori d’Oriente e con i loro alleati in Italia, dalle quali era uscita talora vinta e talora vincitrice, quella uniformità di azione e quel potere diffuso ed assoluto che caratterizza un vero Stato. Con in più la caratteristica di essere uno Stato che tendeva all’universalità.

Quando la tradizione della centralità del cattolicesimo, che l’aiuto devoto quanto interessato di Carlo Magno aveva contribuito a rinvigorire nella memoria dei popoli d’occidente, parve assurgere a realtà, i Romani, ammaestrati da tante sventure, la salutarono come l’alba del futuro e delle nuove forme di civiltà e di progresso. La Chiesa aveva progressivamente trasformato l’antico ordine imperiale in un sistema ecclesiastico, al centro del quale stava il Pontefice.
Il consiglio dei cardinali e dei vescovi circondava questo monarca spirituale elettivo, come il senato romano assisteva Cesare, senza annettere troppa importanza – e di qui la loro forza – alle differenze di stirpe e di nazionalità. Governavano le province i vescovi eletti e sorvegliati da Roma, mentre i chiostri, sparsi ovunque, rappresentavano le cittadelle della dominazione spirituale del papato, alla stressa stregua delle antiche colonie romane.
Allorquando Roma riuscì poi a soggiogare con le armi incruente della religione gli stessi pagani e gli stessi barbari da cui era stata sconfitta militarmente, la città eterna tornò a regnare con le sue leggi e con le sue istituzioni sulle regione più belle, più ricche e più civili del mondo.
E poichè in quei secoli, bui e privi di leggi, il primato cattolico era interpretato sempre più come una necessità, il rispetto, la reverenza e l’obbedienza che i popoli del medio evo nutrivano per la Chiesa di Roma non ebbe più limiti.
Lo stato di transizione era durato ben 400 anni: da Graziano II – primo degli Imperatori a rifiutare il titolo e la dignità di Pontefice Massimo -, a Carlo Magno, coronato nell’800 da Papa Leone III.
Ed anche se il dissidio fra Chiesa e Stato non tardò a manifestarsi, contribuì a rafforzare il potere del Papa, oramai in grado di opporsi, da pari a pari, all’Imperatore.
Stupisce che il potere della Chiesa, così esteso e ramificato, non abbia creduto nell’esigenza di promuovere una posta, di rinnovare quel cursus dimostratosi tanto utile al potere civile.
Quasi che il servizio postale, così vivo e pulsante, contrastasse con la mistica severità delle istituzioni religiose, anche quando erano ardenti, infaticabili e propagandistiche come nel medio evo. Basterebbe riflettere sull’importanza delle strette relazioni con la Corte di Bisanzio e con i Sovrani cattolici di tutta Europa per riconoscere l’importanza che avrebbe avuto per la Chiesa di Roma una posta sicura ed efficiente.
Eppure questo servizio – ci tramanda la Storia – non fu realizzato; fin dai primi anni del Cristianesimo, intimiditi da persecuzioni e denunce, i cristiani avevano adottato un servizio di corrispondenza clandestino, che tale ci appare ancora nel V secolo, anche attraverso le lettere di San Girolamo.
La Chiesa istituì dei messi speciali, che sotto l’abito del monaco o del pellegrino, sfidarono, quasi sempre a piedi, le difficoltà dei lunghi viaggi, conseguendo insperati successi nel loro duplice incarico di corrieri e di ambasciatori e diffondendo ovunque la parola di Cristo e le disposizioni di Roma,
quali indispensabili tramiti tra la testa e le membra del cattolicesimo. La civiltà, nel suo continuo trasformarsi e progredire, delineò quattro grandi esigenze che imposero la necessità assoluta delle relazioni epistolari e del loro sviluppo: l’ordinamento statale, la religione, i commerci e la scienza.
Il Sovrano e la sua corte, gli ordini monastici, le corporazioni mercantili e le università ravvisarono ben presto la necessità che i loro ordini, le loro direttive, i loro commerci e le loro conoscenze arrivassero a destinazione e nel minor tempo possibile.
Ed il passaggio dall’organizzazione dei servizi interni agli scambi lungo le strade internazionali, pur con tutti i limiti imposti dalla scarsità dei mezzi dell’epoca, resta una delle dimostrazioni più importanti dell’attività e del progresso nel Medio Evo.

Antonello Cerruti

Giovanni Piccione 137 Articoli
Creatore, nel 1999, del sito Filatelia e Francobolli. Da subito ha accarezzato l'idea di creare una community di collezionisti filatelici on line e dopo varie piattaforme ed aggiustamenti fonda, nel 2002, il Forum di Filatelia e Francobolli, il primo Forum Filatelico italiano. Nel 2006 nasce, dal Forum, FilateliCa oggi l'unico Congresso Filatelico CULTURALE e non commerciale in Italia.

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