Il soggetto
A seguito del nuovo tariffario entrato in vigore il 1° gennaio 2004 che,
tra l'altro, aveva portato l'affrancatura di una lettera di primo porto
(fino a 20 gr.) per l'interno da € 0,41 a € 0,45, si rese necessario
predisporre questo francobollo che andava a coprire la nuova tariffa.
Il francobollo fu emesso il 27 gennaio 2004.
Disegnato da Rita Morena, «la vignetta raffigura un particolare del
dipinto "Venere di Urbino" di Tiziano Vecellio, realizzato nel
1538 e conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze.
Completano il francobollo la scritta "Italia" ed il valore
"Euro 0,45".»
I tre colori dichiarati dal tardivo decreto ministeriale 6 aprile 2004
pubblicato più tardi nella Gazzetta Ufficiale n. 124 del 28 maggio 2004
sono: «figura femminile in rosso porpora, cornice in blu concentrato,
nero».
Il
numeratore con codice a barre.
Parte
della scritta con l'indicazione del valore del foglio di cento
francobolli sul bordo (che il decreto ministeriale indica sempre
come "cimosa").
Le caratteristiche
Il decreto precisa anche altre caratteristiche tecniche: «Il francobollo è
stampato in calcografia, su carta fluorescente, filigranata con stelline a
cinque punte disposte a tappeto su tutto il foglio; formato carta mm 25,4
x 30; formato stampa mm 21,4 x 26...»
La dentellatura, stando a quanto dichiarato dal decreto ministeriale, è
13½ x 13¼. Tuttavia si tratta di una dentellatura più vicina
al passo 13¼ x 13¼ ottenuta mediante una
perforatrice a piastra che consente di perforare contemporaneamente in un colpo solo tutti i
francobolli del foglio, ottenendo, grosso modo, una dentellatura simile a
quella a blocco.
In pratica i "dentelli" che circondano i lati del francobollo
sono 17 x 20, cioè 17 "denti" sui lati corti (orizzontali) e 20
sui lati lunghi (verticali).
La perforazione orizzontale di una riga di francobolli del foglio consta
di 175 fori, compresi quelli "d'invito" sul bordo.
Sul bordo destro del foglio, in posizione non costante, vi è un
numeratore affiancato da un codice a barre.
Sul lato opposto del bordo (che il decreto ministeriale chiama
"cimosa") compare la consueta indicazione, stampata in blu, del
valore del foglio di cento francobolli: «Il foglio di cento
francobolli vale € 45,00».
L'impiego
All'epoca dell'emissione il francobollo da € 0,45 assolveva da solo alla
tariffa per l'invio di una lettera ordinaria di formato standard fino a 20
gr. per l'Italia.
Questa tariffa, introdotta il 1° gennaio 2004, rimase in vigore fino a
tutto maggio 2006, per 2 anni e 5 mesi. Convenzionalmente le nuove tariffe
del 2006 si fanno decorrere dal 1° giugno, in quanto la loro applicazione
avvenne in maniera progressiva, non uniforme, a macchia di leopardo.
Un
blocco di sedici angolo di foglio della "Venere di Urbino"
falsa per frodare la posta. Trattandosi di un reato anche solo il
detenere un francobollo contraffatto, l'immagine è stata tratta da
un sito Internet.
La falsificazione del francobollo
Di questo francobollo è stata effettuata una falsificazione per frodare le
Poste che è stata segnalata nell'aprile 2006.
I colori dell'imitazione sono molto simili all'originale: rosso porpora, blu carico e nero.
Il nero non è stato impiegato solamente per le scritte, ma alcuni tratti
di nero, quasi una doppia stampa, sono stati impiegati nella cornice blu e
per rinforzare alcuni segni del volto muliebre.
Con questo artificio si è voluto simulare la stampa calcografica dando
profondità al disegno.
Pare che la carta sia più pesante di quella originale: osservata alla
lampada di Wood dimostra un impasto di scarsa qualità, molto eterogeneo,
con alcune zone che danno irregolarmente una risposta alla fluorescenza
gialla.
La gomma non è stesa uniformemente ma quasi a "strisciate"
presentando delle striature.
La dentellatura è approssimativa, in quanto la perforazione non è stata
netta e precisa ed il passo è di circa 14 x 14½.
Un
francobollo falso bordo di foglio della "Venere di
Urbino": il francobollo faceva parte di un'affrancatura
da € 1,50 (terzo porto per l'interno da gr. 51 a gr. 100)
composta da una striscia verticale di tre di questi falsi
(della quale si presenta l'esemplare centrale) e da un valore
(autentico) da € 0,10 annullati dal CMP di Roma il 3 marzo
2007. L'immagine è stata tratta da un sito Internet.
Un esame più particolareggiato di questa falsificazione ed alcune
considerazioni sulla sua "metamorfosi" filatelica si possono
leggere in questa pagina.
Sono state raccolte notizie di un suo effettivo uso postale, ma al momento
non si è in grado di dire dove venne prevalentemente impiegato (quello
mostrato è stato annullato dal CMP di Roma il 3 marzo 2007).
E' da ricordare che per la legislazione italiana è reato introdurre nei
confini dello Stato, acquistare, detenere o mettere in circolazione
francobolli contraffatti, anche «...non in corso, ma che hanno avuto
corso legale, emessi sia dallo Stato italiano che da Stati esteri...».
Una
striscia verticale di sei: sei è il numero massimo di righe di
francobolli completi che si trovava in ogni blocco dopo l'azione
della taglierina.
La dentellatura lineare 11¼
di origine privata
Tra le tante "stranezze" che riguardano questo francobollo, un
discorso particolare merita la "Venere di Urbino" con
dentellatura lineare 11¼, eseguita con due diversi perforatori.
Proviene sicuramente da un certo numero di fogli, probabilmente non meno
di una trentina, scartati dal Poligrafico dopo essere stati stampati senza
aver ricevuto la perforazione.
I fogli furono tagliati orizzontalmente in blocchi alti poco più di 18
centimetri contenenti in questo modo sei righe complete di vignette
(almeno per quelli che sono giunti fino a noi).
Per il taglio furono posti sotto la taglierina senza molta attenzione:
infatti i tagli della lama non risultano perfettamente orizzontali e
paralleli fra di loro.
I fogli non dentellati, così ridotti in blocchi, erano evidentemente
destinati alla distruzione.
Evidentemente non possiamo conoscere chi se ne sia impossessato
all'interno del Poligrafico o all'esterno, nel loro viaggio verso il
macero.
Quasi certamente chi se li ritrovò in mano non doveva avere grande
dimestichezza del mercato collezionistico, che avrebbe molto apprezzato
francobolli di questa serie genuinamente non dentellati.
Chi li ebbe in mano pensò invece di realizzare il più modesto guadagno
cedendoli come francobolli per l'affrancatura.
Per renderli negoziabili però era necessario perforarli.
Per eseguire questa operazione venne impiegato un primitivo perforatore
lineare con un passo leggermente inferiore a 11,2 (per convenzione
dentellatura 11¼).
Quartina d'angolo
della "Venere di Urbino" dentellata linearmente:
sono evidenti le irregolarità della perforazione e l'impiego
di due serie di aghi perforatori che si distinguono
soprattutto per il differente diametro dei fori.
Il perforatore non doveva
essere di gran qualità, o almeno era molto usurato, in quanto si notano
dei disallineamenti e delle irregolarità nei fori e delle sbavature nel
taglio che farebbero supporre un cattivo accoppiamento tra gli elementi
maschi e femmina del dispositivo.
Inoltre si possono rilevare delle differenze nel diametro e nella
disposizione dei fori che, pur mantenendo il passo 11,2, lasciano
intendere l'impiego di due distinte serie di punzoni.
Questi francobolli cominciarono ad essere noti a partire dall'inizio
dell'estate 2007, quando un collezionista veneto, S. F., notò un blocco
di sette esemplari (angolo inferiore destro del foglio) su una busta che
aveva ricevuto, partita da Roma il 31 maggio 2007.
Particolare
dell'affrancatura della busta.
La
raccomandata spedita da Roma il 31 maggio 2007 affrancata per €
3,15 (sottoaffrancata di 5 o 10 centesimi, secondo quanto pesava)
utilizzando un blocco di sette francobolli da € 0,45 con
perforazione lineare 11¼ applicata non certamente dal Poligrafico.
Francobollo
da € 0,45 con dentellatura lineare postuma 11¼: in origine si
trattava di scarti di stampa non dentellati che ricevettero
privatamente una perforazione lineare.
Insospettitosi per l'inusuale dentellatura lineare, ben evidente sul bordo
del foglio, condusse una ricerca presso il mittente di quella
corrispondenza il quale dichiarò di aver acquistato quei francobolli
presso una bancherella di un mercatino domenicale di Roma.
In questo modo S.F. riuscì a recuperare, tra blocchi grandi e piccoli e
francobolli sciolti (compresi i sette usati sulla sua busta) 148 pezzi.
Non è possibile stabilire quanti siano stati i blocchi (e quindi i
francobolli) ai quali venne applicata privatamente questa dentellatura.
Da uno studio coordinato dal C.I.F.O.
(Collezionisti Italiani di Francobolli Ordinari) e
dall'A.F.I.S.
(Associazione Filatelia Italiana Specializzata), dal quale sono state
tratte queste notizie e che cortesemente hanno messo a disposizione alcune
di queste immagini, risulterebbe che i 148 francobolli (in blocchi di 60
fino a pezzi singoli) provenirebbero da quattro distinti fogli, di cui uno
numerato BA010105861 ed un altro numerato BA010105892.
In teoria potrebbero essere più di una trentina i fogli di scarto non
dentellati, tagliati e destinati al macero, cui potrebbe essere stata
applicata questa dentellatura lineare: tra l'altro non pare molto
credibile che si sia affrontata l'operazione di dentellatura per meno di
quattrocento esemplari, che non arriverebbero neppure a duecento euro di
valore nominale e molto meno di realizzo, venendo chiaramente ceduti sotto
il facciale.
La
"Venere di Urbino" non dentellata: proviene dagli stessi
scarti di produzione che, in parte, vennero dentellati privatamente.
Si deve osservare che, in base ai francobolli recuperati (a tutt'oggi
restano gli
unici conosciuti) almeno un blocco di sessanta francobolli non subì
l'ultima perforazione verticale di destra (tra l'ultima colonna del foglio
ed il bordo): infatti sono stati rinvenuti cinque francobolli (con il
bordo destro del foglio) non dentellati a destra: quindi si deve supporre
che ne sia esistito un sesto, visto che ogni blocco tagliato al
Poligrafico comprendeva sei righe di vignette complete.
Una
coppia del francobollo da € 0,45 con dentellatura lineare
applicata privatamente dopo la stampa. Il francobollo di
destra presenta la dentellatura mancante sul lato destro. Sono
stati rinvenuti cinque francobolli con questa particolarità,
appartenenti all'ultima colonna di destra dello stesso blocco.
Quindi, in teoria, ne dovrebbe esistere (o è esistito) un
sesto.
Attorno al novembre 2010 venne ritrovato un certo quantitativo di resti di
fogli (mutilati dalla taglierina come si trattasse di scarti) privi di
perforazione.
La notizia venne diffusa ufficialmente il 1° dicembre di quell'anno.
Dagli accertamenti compiuti si poté stabilire che questi francobolli non
dentellati appartenevano alla stessa partita di scarti dalla quale
provenivano quelli cui era stata applicata la dentellatura lineare
"casalinga" con il passo 11¼.
E' possibile che quegli scarti abbiano preso due vie differenti (e non è
detto contemporanee): da un lato ci fu l'interesse di recuperarli
(dentellandoli) per venderli come fossero normali francobolli, dall'altro
furono conservati in quel modo nella consapevolezza che un francobollo non
dentellato nel mondo collezionistico rappresentava una varietà pregiata.
Curiosità ed anomalie
Una caratteristica costante e comune a tutti gli esemplari prodotti è una
piccola rottura sul disegno della cornice vegetale, precisamente verso la
base del gambo.
Non si tratta di una falla di colore, ma proprio di una imperfezione
dell'incisione.
Sicuramente saranno stati realizzati più d'un cilindro di stampa per
tutte le numerose tirature che sono state fatte di questo francobollo, ma
l'impianto non è mai cambiato portandosi sempre dietro questo difetto,
neppure tanto piccolo da passare inosservato.
Il
difetto costante del gambo "rotto" presente su tutti
gli esemplari di questo francobollo.
Una
cattiva distribuzione del colore blu ha prodotto questo
"orrore" in un foglio venduto a Mestre (Ve) (Il
Collezionista Francobolli n. 6/2004).
Questo francobollo, forse più
degli altri della stessa serie, ha subito molti inconvenienti nella
distribuzione del colore, dando luogo a varietà di un certo effetto.
A sinistra è mostrata una cattiva distribuzione del colore blu,
pubblicata dalla rivista "Il Collezionista Francobolli".
Il collezionista che ha compiuto questo ritrovamento a Mestre (Venezia)
precisa che solo questo foglio era interessato dall'anomalia e non i fogli
successivi e quelli precedenti.
Giovanni Riggi di Numana che commenta il ritrovamento osserva che la
macchina impiegata per la stampa dovrebbe essere stata la Goebel "brm-t
350 p" (questa macchina però è progettata per la stampa in
rotocalco, probabilmente voleva scrivere Goebel "brm-s 350 p").
Tuttavia ipotizza che la macchina produttrice potrebbe essere stata anche
un'altra, come la Epikos Cellini, inizialmente utilizzata per le marche da
bollo.
Tale incertezza sulla macchina effettivamente impiegata, prosegue Riggi di
Numana, «non ci consente di proporre alcuna ipotesi, perché le nozioni
sui vecchi sistemi di stampa e di perforazione sono state in gran parte
superate dalle innovazioni apportate ai sistemi produttivi.
E' molto probabile che il sistema di distribuzione degli inchiostri di
stampa sia molto diverso da quello applicato nelle vecchie BRM.»
Successivamente un altro analogo ritrovamento è stato effettuato da un
collezionista di Molfetta (Bari): in questo caso in un intero foglio del
45 centesimi due colonne di francobolli (quelle centrali, la quinta e la
sesta) sono interessate da una decisa colorazione viola sul volto di
Venere, causata dalla mescolanza del blu con il rosso porpora.
Un
altro esempio di cattiva distribuzione del colore blu: il volto
di Venere diventa di color viola nelle due colonne centrali del
foglio a Molfetta (Ba) (Cronaca Filatelica
n. 323/dicembre 2005).
Una
gradevole coppia dove, accanto ad un esemplare normale, ci è uno
che presenta estese infiltrazioni di blu concentrato al posto del
rosso porpora: ma un po' di rosso è ancora presente, quindi non è
un esempio di "donna blu" (anche se resta sempre un pezzo
interessante).
Ancora
più vistosa è questa infiltrazione del blu concentrato della cornice che
ha preso il posto del rosso porpora del volto di Venere.
L'anomalia occasionale modifica radicalmente l'aspetto dei francobolli,
come è avvenuto per la "donna verde" da € 0,77,
tanto che questo francobollo viene chiamato anche "donna blu".
Questa anomalia è stata riscontrata su un piccolo numero di fogli (10 o
12) rinvenuti in un ufficio postale del nord Italia ed in tempi diversi
anche in pochissimi altri fogli (forse meno di cinque) in luoghi
differenti.
Questa anomala e caratteristica infiltrazione del blu concentrato sul
volto della donna non è presente su tutti i cento francobolli del foglio,
ma solo su uno o due di ogni foglio.
Naturalmente in questi fogli può essere presente anche un certo numero di
esemplari dove l'infiltrazione è solo parziale, ma i più ricercati sono,
ovviamente, quegli esemplari dove il rosso porpora è stato completamente
sostituito dal blu concentrato.
Ecco
come possono presentarsi i blocchi che contengono qualche
esemplare di "donna blu": in questo caso un solo
francobollo è completamente privo del rosso porpora,
totalmente sostituito dal blu concentrato.
Questo
francobollo, oltre a presentare una più intensa sbavatura dei
colori, ha anche la caratteristica di una dentellatura
significativamente spostata verticalmente: con molte probabilità
faceva parte di uno scarto destinato alla distruzione.
Esiste
un certo numero di fogli completi dove i colori si presentano
"sbavati" in diversa misura a causa, forse, di una
sovrabbondanza di inchiostrazione che la racla, destinata a pulire la
superficie del cilindro di stampa, non è riuscita a smaltire
correttamente.
Qui è presentato un blocco di sei francobolli (angolo superiore destro
del foglio) dove tutti i colori risultano sbavati: il rosso porpora del
volto della "Venere di Urbino", il blu concentrato della cornice
ed il nero della legenda.
Un
blocco di sei francobolli che presenta una diffusa sbavatura
dei tre colori (blu concentrato, rosso porpora e nero) che
interessa anche il bordo del foglio.
Naturalmente, trattandosi di nero, è questa la "sbavatura" che
salta agli occhi per prima: ma sono ben visibili anche quelle degli altri
due colori che si diffondono fino ad interessare il bordo del foglio.
A sinistra invece è mostrato un esemplare singolo: l'inchiostrazione di
tutti e tre i colori è esageratamente sovrabbondante e le tre
"sbavature" sono particolarmente intense.
Il francobollo, che apparteneva alla decima riga del foglio (l'ultima) ed
è ancora unito al bordo inferiore, presenta anche uno spostamento
rilevante di dentellatura in senso verticale, a causa del mancato
allineamento della piastra perforatrice. Si nota il punto di congiunzione
delle due battute successive della piastra:
sotto la perforazione orizzontale inferiore tra il secondo ed il terzo
forellino di quella verticale.
In questo caso si può supporre che appartenesse ad un foglio da scartare.
Evanescenza
del rosso porpora, del blu e del nero in questo blocco (L'Informazione
del Collezionista n. 45/2005).
E' stata segnalata inoltre
l'esistenza di esemplari con stampa del rosso porpora fortemente
evanescente. Un esempio è dato da questo blocco dove la stampa che parte
quasi perfetta a sinistra prosegue sempre più evanescente a destra e gli
esemplari d'angolo sono quasi privi del volto di Venere.
Ad un attento esame si noterà come questa evanescenza interessi anche gli
altri colori, il blu concentrato della cornice (anche sull'ornato del
bordo del foglio) ed il nero (soprattutto nell'indicazione del valore).
Blocco
da un foglio del valore da € 0,45 con evanescenza del colore
rosso porpora e, in misura minore, anche degli altri colori
(blu concentrato e nero) (Cronaca
Filatelica n. 317/maggio 2005).
Un altro blocco con un'analoga evanescenza è mostrato qui a sinistra: il
proliferare di queste "evanescenze" dovrebbe consigliare il
ricorrere ad un attento esame da parte di un perito, che ne attesti
l'autenticità. Facilmente potrebbero essere ottenute con qualche diluente
o solvente adatti.
Sicuramente meno clamorosa è
questa Venere viola, dove tuttavia, per una cattiva distribuzione del blu,
il volto muliebre non appare rosso porpora bensì di un colore violaceo,
vinaccia.
Si trova su una busta annullata dal CMP di Verona il 16 giugno 2005.
Per
una cattiva distribuzione del blu, la colorazione di questo
francobollo è diventata viola (da Verona CMP, 16 giugno
2005).
Sulla
cimosa del foglio è ben distinguibile una "velatura" blu,
quasi un fondino.
Frequenti su questo francobollo
sono le "velature" di colore e le piccole diversità di
tonalità dei colori.
Grazie alla cortesia ed alla gentilezza di fildoc, un partecipante
al
Forum di Filatelia e Francobolli, sono evidenti sui francobolli qui
sotto a sinistra (Verona, estate 2005) dei colori decisamente più pallidi
e smorti rispetto ai francobolli tipo accostati nell'immagine.
Una
tonalità meno brillante e smorta nei francobolli a sinistra
paragonati con quelli tipo.
Evidente
una velatura, quasi un fondino di colore azzurro, su questi
francobolli da € 0,45.
Possiamo distinguere anche alcune tirature per la presenza di alcuni segni
accessori sul bordo del foglio, come nel caso mostrato sotto di una barra
di colore, probabilmente una guida ottica, posizionata sul bordo sinistro
del foglio, all'altezza dell'ultima riga di francobolli.
A
sinistra una tiratura con la presenza di una barra di colore,
assente invece nel foglio mostrato a destra.
In questo valore manca la
stampa del nero, che è stata parzialmente sostituita dal blu.
Manca l'indicazione del valore.
Altre anomalie di stampa che sono
state riscontrate in questo francobollo sono dovute principalmente alla
non perfetta aderenza del foglio al cilindro di stampa, ad una non
uniforme distribuzione degli inchiostri che ha lasciato qualche mancanza
di colore, ad infiltrazioni di colore, ad eccessiva inchiostrazione, ad
una cattiva pulitura del cilindro per opera della racla.
Nell'esemplare mostrato a sinistra, ad esempio, manca la stampa del nero,
che è stata parzialmente sostituita da quella del blu, con la conseguenza
di non avere l'indicazione del valore e la scritta "ITALIA" e la
scritta "in ditta" sono in blu.
Il nero mancante qui
è stato sostituito dal blu dando origine ad una "ITALIA"
blu.
Qui
il blu non è arrivato a prendere il posto del nero mancante
con la conseguenza che manca l'indicazione del valore. Si può
notare solo la traccia "a secco" lasciata sulla
carta dal
cilindro di stampa non inchiostrato.
Gli
esemplari di sinistra di questa quartina presentano la cifra
"4" di "0,45" evanescente.
Il
simbolo dell'Euro evanescente.
La cattiva distribuzione del colore nero ha fatto scomparire quasi del tutto
la cifra "4" di "€ 0,45" in alcuni esemplari della
quartina mostrata a sinistra ed alcune lettere con il nome della
disegnatrice..
L'accidente ha interessato tutti i dieci esemplari di una colonna: evidentemente
la mancanza di inchiostrazione si è protratta per tutta la lunghezza del
foglio, nel senso della stampa, e forse anche di più fogli.
In questa quartina i francobolli di sinistra fanno parte di quella colonna
dove il nero non era stato ben distribuito.
E'
evidente l'evanescenza della cifra "4" e di alcune
lettere del nome della disegnatrice Rita Morena in questi
particolari dei due francobolli di sinistra della quartina.
L'evanescenza della cifra "4", seppure meno completa, è evidente
anche in questo francobollo (del quale è riprodotto solo il dettaglio) che
affrancava una busta annullata a Napoli il 9 dicembre 2004.
Un'altra
cifra "4" evanescente in un francobollo usato a
Napoli.
Allo stesso modo si è formato il simbolo dell'Euro evanescente in questo
francobollo a sinistra.
Anche gli altri nove francobolli sulla stessa riga del foglio da cui
proviene questo mostrato avevano lo stesso difetto.
Vedendo il particolare ingrandito, si può supporre che si sia verificata
una momentanea interruzione della distribuzione del nero in quel punto.
Il cilindro, continuando a girare sulla carta, è andato via via
scaricandosi di colore impoverendosi di nero: se non è stata per
tempo ristabilita l'inchiostrazione, quasi certamente i fogli successivi a
questo non mostrano neppure questa leggera traccia grigiastra sul simbolo
dell'Euro, che dovrebbe essere mancante. Tutto naturalmente dipende dalla
tempestività con cui si è intervenuti (manualmente o automaticamente) a
regolare l'inchiostrazione.
Particolare
del simbolo dell'Euro evanescente.
Meno
clamorosa questa "Venere di Urbino" velata da una cattiva
pulitura del cilindro di stampa, probabilmente a causa di una scarsa
aderenza della racla. Quello in alto proviene da Creazzo (Vicenza)
con annullo del 15 giugno 2004, quello sotto da Mestre (Venezia) con
annullo del 25 agosto 2005).
L'Italia
diventa "TALIA" a causa della mancanza di nero che fa
sparire anche alcune lettere dell'acronimo "I.P.Z.S.". Usato
a Genova Brignole il 13 dicembre 2004 è stato segnalato da shaihulud,
un iscritto al
Forum
di Filatelia e Francobolli.
Una
cattiva distribuzione dei colori cambia l'aspetto all'"ITALIA"
ed il colore all'indicazione del valore di "€ 0,45". Usato
a Torino il 10 novembre 2004, è stato segnalato da Giuseppe Cirneco,
un iscritto al
Forum
di Filatelia e Francobolli.
Una infiltrazione del rosso porpora
dove mancava il nero dà origine a questa curiosità chiamata
"Morena rosso". Annullato dal CMP di Milano Borromeo l'8
luglio 2004.
Infiltrazione
parziale del rosso sull'indicazione del valore. Usato a Torino il 4
giugno 2005, è stato segnalato da ZanzaCR, un iscritto al
Forum di Filatelia e Francobolli.
Quando
un colore si infiltra abusivamente su qualche elemento
fisionomicamente caratterizzante, l'aspetto di un volto viene
alterato. Come nel caso degli occhi: a sinistra un "occhio con
l'ombretto" segnalato da fildoc, un iscritto al
Forum di Filatelia e Francobolli, a destra un "occhio
nero" (proveniente dal CMP di Padova, 15 novembre 2005).
Soprattutto
in determinate tirature è frequente questo difetto dove la mancanza
di colore è localizzata sotto il mento: quasi un Venere con la
barbetta!
Due
esempi del 45 centesimi con l'ornato a sinistra che sembra
"tagliato".
Particolare
dell'ornato di un francobollo "normale".
Particolare
dell'ornato di un francobollo "tagliato".
La Filatelica Pisana ha segnalato l'esistenza di una tiratura di questo
valore che presenta il disegno della cornice decorativa con le allegorie
vegetali "tagliato" sulla sinistra. I margini del disegno si
presentano quindi a sinistra rifilati ed allineati, leggermente interni
rispetto alla scritta "ITALIA".
La segnalazione, pubblicata da "L'informazione del Collezionista",
precisa che si tratta di un foglio intero acquistato nell'agosto 2004 che
presenta questa particolarità, il che farebbe supporre la presenza di un
nuovo cilindro di stampa. carta e dentellatura sarebbero identiche.
Coppia
del 45 centesimi con il disegno della cornice
"rifilato" a sinistra (L'Informazione
del Collezionista n. 44/2005).
Sono stati trovati alcuni di questi francobolli con l'ornato
"tagliato" a sinistra (grazie anche alla gentilezza di Giuseppe
Cirneco del
Forum di Filatelia e Francobolli) con annulli di altre città d'Italia:
Torino, Milano, Brescia, Padova, Venezia, Firenze con annulli che vanno dal
maggio 2004 al dicembre 2005.
Dall'esame diretto di questi esemplari si può escludere che si tratti di
una parte del disegno mancante.
Infatti osservando con attenzione questi francobolli si può osservare che
l'incisione del cilindro c'è ed ha lasciato una impressione "a
secco", cioè priva d'inchiostro.
Pertanto l'anomalia sarebbe riconducibile ad una mancanza
dell'inchiostrazione del colore blu della cornice.
Certamente è strana la diffusione e la ripetitività del difetto in varie
città d'Italia; per la tecnica e le caratteristiche della stampa questo
difetto d'inchiostrazione dovrebbe interessare colonne verticali di
francobolli e non interi fogli stampati.
Tuttavia Mario Marconcini della
Filatelica Pisana ha detto che ha potuto «vedere un blocco numeroso di
foglio, dove tutti i francobolli avevano la medesima effige mozzata a
sinistra».
Non si può ovviamente smentire questa affermazione, ma non si può neppure
negare che su tutti i francobolli con tale difetto visionati è sempre stata
rilevata la traccia "a secco" lasciata sulla carta dall'incisione
del cilindro.
Si potrebbe forse avanzare l'ipotesi (ma solo un'ipotesi, anche non
completamente condivisibile) di un nuovo cilindro di stampa dove l'incisione
della parte sinistra dell'ornato sia risultata debole, poco profonda, non in
grado di trattenere l'inchiostro al passaggio della racla.
Si potrebbe forse dire qualcosa di più se si riesce ad esaminare seriamente
almeno un foglio intero con questa caratteristica.
Particolare
della spiga di grano dell'ornato: ad un attento esame si riesce
a scorgere il disegno mancante della spiga impresso "a
secco".
La cornice "tagliata" è stata osservata anche sul valore da
€ 0,85 della serie.
Particolare
del numeratore stampato sui francobolli.
Si può ricondurre alle curiosità di stampa, ma in questo caso è una
stampa un po' particolare: quella del numeratore con il codice a barre che
numera ogni foglio.
In questo caso il numeratore ha impresso il numero progressivo ed il codice
a barre in una posizione spostata verso l'interno del foglio, andando a
colpire cinque francobolli.
Si tratta del foglio CA021779398, ma anche altri fogli (quelli con la
numerazione immediatamente precedente ed altri con la numerazione
successiva) portano questa curiosità.
E' da segnalare che questa anomalia, ancora più evidente perché
interamente all'interno delle vignette dei francobolli, è stata
riscontrata su pochissimi fogli
del valore da € 0,05 di questa stessa serie.
Il
numeratore progressivo del foglio spostato stampato sui
francobolli assieme al codice a barre.
Carta
ricongiunta sul valore da € 0,45 della serie ordinaria "La
donna nell'arte".
E'
d'obbligo segnalare su questo valore una anomalia che è un classico: la
stampa su carta ricongiunta.
E' una peculiarità che si ha nei francobolli stampati in bobina: quando
la bobina di carta si esaurisce, al termine del nastro di carta
viene fatto aderire il lembo d'inizio della nuova bobina.
Si ricorre alla ricongiunzione dei due lembi di carta anche quando, per
qualche accidente o per una non corretta tensione del nastro, la carta si
rompe.
Vari sono i mezzi impiegati per unire i due lembi: nastro adesivo di carta
di vario tipo, carta di seta, nastro plastico adesivo e altro.
Quando questa parte del nastro della bobina passa nei cilindri, riceve
ovviamente la stampa.
In genere il foglio che presenta la carta ricongiunta viene scartato dopo
essere stato demonetizzato.
In rari casi il foglio può sfuggire al controllo qualità e raggiungere
la distribuzione.
Dei francobolli della serie ordinaria "La donna nell'arte"
stampati su carta ricongiunta al momento sono noti, oltre al valore da €
0,45 di cui parliamo qui sotto, quelli da €
0,02,
da €
0,10 e
da €
0,41.
Del valore da € 0,45 della serie "La donna nell'arte" sono stai
ritrovati alcuni esemplari che contengono la carta ricongiunta trasparente
gialla.
Purtroppo non sappiamo come si presentava il foglio, in quanto deve essere
stato smembrato per dettagliarne i pezzi interessanti per il mercato
collezionistico.
A noi sono noti due blocchi, il primo contenente due strisce di tre
francobolli (sei pezzi), l'altro due strisce di cinque (dieci pezzi) per
complessivi 16 francobolli.
Entrambi i blocchi sono uniti al bordo superiore del foglio.
Il nastro adesivo trasparente giallo è posto orizzontalmente, ma
trasversale, e reca la stampa delle vignette e la perforazione.
Sui francobolli invece la stampa è fortemente evanescente e mancante.
Carta
ricongiunta sul valore da € 0,45 della serie ordinaria
"La donna nell'arte".
Dentellatura
spostata: "Italia" e valore in alto.
Sono stati segnalati anche
spostamenti di dentellatura su questo valore della serie "La donna
nell'arte". Un caso di dentellatura spostata che fa apparire in
alto anziché in basso le scritte "in ditta" è passato per
posta il 2 febbraio 2005 (la località dell'annullo purtroppo non è
leggibile) ed un foglio intero con un analogo spostamento di dentellatura
è stato rinvenuto dal Gruppo Filatelico di Vignola.
Spostamento
della dentellatura con le scritte "in ditta"
che vengono a trovarsi sopra la vignetta (Il
Collezionista Francobolli n. 6/2005).
La
stessa varietà in un foglio intero (del quale si riproduce
una parte) rinvenuto dal Gruppo Filatelico di Vignola (Cronaca
Filatelica n. 319/luglio-agosto 2005).
A sinistra un esemplare con una dentellatura ancora più spostata: tutte
le scritte stampate in nero, compresa l'indicazione del valore, appaiono
in alto della vignetta.
Il
timbro d'arrivo del 16 gennaio 2006 è applicato ripetutamente lungo
il lembo della raccomandata, quasi a volerla sigillare; il 18 gennaio
il «Central Post Office» di Manila appone due volte il proprio
timbro (la seconda e quarta impronta) che attesta l'avvenuta
registrazione della raccomandata e la notificazione inviata al
destinatario.
Raccomandata per l'estero
Raccomandata di primo porto (fino a gr. 20) per le Filippine (Zona 2) da
Venezia (5 gennaio 2006) a Manila. dove giunse il 16 gennaio e venne
registrata al «Central Post Office» di manila il 18 gennaio; nella
stessa data venne fatto avviso al destinatario per il ritiro, come
attestato dal timbro «FIRST NOTICE» e data a mano «1-18».
La tariffa di € 3,00 è stata assolta con l'applicazione di sei
francobolli da € 0,45 con la "Venere di Urbino", integrati da
due valori della serie "La donna nell'arte" da € 0,10 e da €
0,20.
Sei
esemplari de "La donna nell'arte" da € 0,45
(integrati da uno da € 0,10 e da uno da € 0,20) affrancano
questa raccomandata per Manila (Filippine). Da notare il
timbro «FIRST NOTICE» completato a mano con la data «1-18»
apposto per indicare l'avvenuta notificazione dell'arrivo
della raccomandata al destinatario.
Particolare
dell'affrancatura da € 1,50 con i tre valori da € 0,45 e quelli
non annullati da € 0,05 della serie ordinaria "La donna
nell'arte".
Corrispondenza di terzo porto
Busta di terzo porto (da gr. 51 a gr. 100) inviata da Torino per Venezia
il 23 ottobre 2006..
La tariffa di € 1,50 è stata assolta con l'applicazione di tre francobolli da € 0,45 con la "Venere di Urbino"
e di altrettanti valori della serie "La donna nell'arte" da €
0,05, "Fanciulla Velca" nella versione "con Sp.A.".
La
busta di terzo porto affrancata con tre valori da € 0,45 ed
altrettanti da € 0,05 (non colpiti dall'annullatore) per la
giusta tariffa di € 1,50.
Particolare
dell'affrancatura mista francobollo + TPLabel.
La donna e le TPLabel
Subito dopo il provvedimento tariffario che portò da € 0,45 a € 0,60
l'importo per un invio di primo porto per l'interno (fino a gr. 20), si
registrò una certa mancanza di francobolli di questo taglio (prioritari o
commemorativi).
Si dovette fare ricorso ad integrazioni del valore da € 0,45, a volte
usando, al posto dei francobolli, una etichetta TPLabel che attestava la riscossione
della differenza di € 0,15, come in questo caso di una corrispondenza da
Pavia 8 giugno 2006 con il francobollo successivamente annullato dal CMP
di Milano Borromeo.
Lettera
commerciale da Pavia 8 giugno 2006 affrancata per € 0,60
utilizzando un francobollo della serie "La donna
nell'arte" da € 0,45 integrato dall'importo di € 0,15
assolto mediante TPLabel.
Particolare
dell'affrancatura con la TPLabel compilata a mano.
Poteva capitare un qualche malfunzionamento nell'apparecchiatura che
doveva stampare l'etichetta di ricevuta (la TPLabel, appunto) come in
questo caso: lettera ordinaria da Ciriè (Torino) dell'11 aprile 2006 di
secondo porto (da gr. 21 a gr. 50). Il mittente probabilmente l'aveva già
portata affrancata, come fosse di primo porto, all'ufficio postale che ne
verificò il superamento dei 20 grammi di peso. Integrò pertanto la
tariffa con una TPLabel per € 0,40, tuttavia la macchina registrò
l'operazione contabile senza stampare l'etichetta.
Su questa l'impiegato annotò a mano il numero dell'operazione e
l'importo, convalidando il tutto con il timbro in dotazione. Poi
francobollo e TPLabel vennero annullati il successivo 12 aprile dal CMP di
Torino.
Corrispondenza
da Ciriè (Torino) 11 aprile 2006 affrancata per € 0,85
(secondo porto per l'interno) utilizzando un francobollo della
serie "La donna nell'arte" da € 0,45 integrato
dall'importo di € 0,40 assolto mediante TPLabel: la macchina
però, pur registrando l'operazione, non fu in grado di
stampare l'etichetta adesiva che venne completata a mano con
numero di operazione, tipo di corrispondenza e valore e
successivamente convalidata dal timbro tondo dell'ufficio di
Ciriè.
Il
timbro d'arrivo all'ufficio di Verona Succursale 4 apposto al verso il
17 novembre 2006.
Donne in fermoposta (con segnatasse)
Lettera inviata in fermoposta a Verona. L'annullo di partenza è quello
del C.M.P. di Padova (16 novembre 2006).
La lettera è stata affrancata con tre valori della serie ordinaria
"La donna nell'arte" per complessivi 60 centesimi (la
"Venere di Urbino" da 45 cent. accompagnata per integrazione dal
volto muliebre in terracotta del III secolo a.C. e dalla "Fanciulla
Velca").
Il 21 novembre 2006 il destinatario si recò a ritirare la sua
corrispondenza dietro il pagamento del diritto di fermoposta, che
l'ufficio postale di Verona Succursale 4 calcolò forse un po'
arbitrariamente, utilizzando ancora dei segnatasse con valore in Lire che
aveva in dotazione.
Applicando le norme di conversione dei valori espressi in Lire
aggiornandoli con l'Euro, i segnatasse coprono un ammontare di € 0,77:
il quasi triplicare l'importo del diritto di fermoposta può trovare
solamente questa spiegazione: € 0,26 per diritto di fermoposta; € 0,26
per diritto di giacenza oltre i cinque giorni presso l'ufficio postale (in
realtà il timbro d'arrivo apposto al verso indica la data del 17
novembre, quindi nel giorno del ritiro, 21 novembre, non si erano ancora
compiuti i cinque giorni; la norma comunque apparteneva a tariffari
precedenti, probabilmente non era più in vigore all'epoca e nessun
ufficio l'applicava più); i restanti € 0,25 possono trovare spiegazione
solo in un'altra vecchia norma (anche questa probabilmente non più in
vigore all'epoca) che prescriveva comunque un diritto di giacenza per la
corrispondenza raccomandata: ma qui l'ufficio postale ha sicuramente
sbagliato, in quanto si tratta di una lettera non raccomandata. Anche lo
fosse stata, le 500 Lire corrispondevano comunque a € 0,26 e non ad €
0,25.
Lettera
proveniente dal C.M.P. di Padova il 16 novembre 2006 e
pervenuta in fermoposta alla Succursale 4 di Verona il
successivo giorno 17, come attestato dal timbro d'arrivo al
verso. Il destinatario si è recato a ritirare la
corrispondenza il 21 novembre, data nella quale sono stati
annullati i segnatasse: sbagliano un po' i conti all'ufficio
postale di Verona, ma in compenso offrono un bell'esempio di
utilizzo tardo dei segnatasse in Lire.
La non consueta affrancatura
in precisa tariffa che vede assieme i due valori da € 0,41 e da € 0,45
della serie ordinaria "Donna nell'arte", entrambi emessi
per assolvere la tariffa di una lettera di primo porto per l'interno
in due differenti periodi tariffari.
Due donne raramente assieme
Il francobollo da € 0,45 con il volto di Venere fu emesso per adeguarsi
ala nuova tariffa di una lettera di primo porto (fino a 20 gr.) per
l'interno.
In precedenza tale tariffa era di € 0,41 e veniva soddisfatta dal corrispondente
valore che raffigurava la "Donna con liocorno" di Raffaello.
E' evidente che per questo motivo è difficile incontrare i due distinti
valori base (primo porto per l'interno) riuniti assieme nello stesso
documento postale.
L'unico caso in cui è possibile trovarli assieme è la corrispondenza di
primo porto indirizzata in fermoposta, con il diritto di fermoposta pagato
dal mittente.
In questo caso l'affrancatura in partenza doveva essere così calcolata:
€ 0,60 per il primo porto (dal 1° gennaio 2004 di posta prioritaria,
dal giugno 2006 di posta standard non massiva) e € 0,26 per diritto di
fermoposta, per complessivi € 0,86, cifra che poteva essere ottenuta
applicando un francobollo da € 0,45 accompagnato da uno da € 0,41.
Busta
di primo porto spedita da Verona il 25 novembre 2006 in
fermoposta a Venezia, dove giunse il 28 novembre, come
indicato nel datario apposto dall'ufficio di Venezia Centro.
La tariffa di € 0,86 comprende il diritto di fermoposta
pagato dal mittente.
Il
cachet della stazione permanente di ricerca italo-francese Concordia e
l'anno della spedizione 2006-2007.
Il
cachet con il logo della spedizione italiana in Antartide "ITALIANTARTIDE"
al centro e la scritta in tondo "PROGRAMMA NAZIONALE DI RICERCHE
IN ANTARTIDE".
Donne dai ghiacci dell'Antartide
Il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide
(Italiantartide) iniziò
nel 1985 e si è sviluppato in una serie di campagne scientifiche annuali che
sono arrivate a coinvolgere quattro
enti italiani: ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente),
CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), INGV (Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia), OGS (Organizzazione Gestione Servizi).
La presenza italiana in Antartide è avvenuta dapprima nella base di Baia
Terra Nova, denominata Stazione Mario Zucchelli, e successivamente nel
sito Dome C
dove è stata realizzata in collaborazione con la Francia una
stazione permanente di ricerca, la Concordia Station,
a circa 1.200 Km di distanza dalla precedente.
Dalle varie spedizioni italiane che si sono succedute di anno in anno e
giunta della corrispondenza, come la lettera che si mostra.
E' stata affrancata con tre valori della serie ordinaria "La donna
nell'arte" (tra cui quello da € 0,45 con la Venere di Urbino) per coprire il primo porto per
l'interno, forse nella convinzione che la busta sarebbe stata postalizzata
in Italia.
Invece venne affidata alle poste neozelandesi che eccezionalmente annullarono
i francobolli italiani e la inoltrarono in Italia con i normali canali
postali.
Tre donne che vengono dal freddo dell'Antartide!
Sulla busta sono stati applicati i cachet della spedizione.
Busta
dalla stazione italo-francese Concordia in Antartide affrancata
per 60 centesimi con tre valori della serie ordinaria italiana
"La donna nell'arte" (€ 0,05 nella versione
"S.p.A.", € 0,10 nella seconda versione
con "S.p.A." ed € 0,45). L'affrancatura italiana venne eccezionalmente
accettata dalle poste della Nuova Zelanda che annullarono i
francobolli con il proprio timbro con targhetta il 1° (?)
dicembre 2007. La busta reca due cachet della spedizione
italiana in Antartide.
Particolare
dell'affrancatura italiana annullata dalle poste neozelandesi.
Particolare dell'annullo di
Poste Italiane «OPERAZIONE "LEONTE" LIBANO».
Il timbro del Comando della
Task Force "Varco!" sostitutivo di quello amministrativo.
Il
timbro lineare del Comando della Task Force "Varco!".
Il
timbro lineare del Comandante della Task Force "Varco!".
La
donna fuori dei confini (Libano)
A seguito di un attacco avvenuto il 12 luglio 2006 presso il villaggio di
Zar'it da parte degli Hezbollah contro la Forza di Difesa Israeliana, nel
corso della quale otto soldati israeliani furono uccisi, altri feriti ed
altri ancora fatti prigionieri, Isrele iniziò una campagna militare in
Libano contro le milizie armate di Hezbollah.
Come sempre accade in questi casi, si verificò una escalation
nelle ostilità che durò 34 giorni durante i quali si svolse una intensa
attività diplomatica che culminò con la risoluzione n. 1701 dell'11
agosto 2006 del Consiglio di Sicurezza delle nazioni Unite.
A seguito di questa risoluzione l'Israeli Defence Force cominciò a
ritirarsi dal sud del Libano mentre veniva potenziato il contingente di
UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) del quale faceva parte
anche un contingente italiano aumentato a 2.450 militari.
A livello nazionale la missione venne denominata "Operazione Leonte",
dal nome latino del fiume Litani.
La missione militare disponeva di un ufficio postale con un proprio annullo
in dotazione con la scritta «OPERAZIONE "LEONTE" LIBANO» e
naturalmente l'indicazione di Poste italiane.
La lettera è stata spedita dal Comandante della Task Force
"Varco", che si è firmato, il 20 aprile 2007, affrancata per
€ 0,60 con un francobollo da € 0,45 "Venere di Urbino)
accompagnato da uno da € 0,10 e da uno da € 0,05, tutti appartenenti alla serie ordinaria "La donna
nell'arte", annullati dal timbro in dotazione presso il contingente
italiano.
Le tariffe postali per i militari in missione all'estero erano quelle
valide per l'interno.
La busta reca le impronte di un timbro sostitutivo di quello
amministrativo «OPERAZIONE LEONTE - TASK FORCE
"VARCO!"/UFFICIO SPROVVISTO DI BOLLO», dal timbro lineare del
Comando «OPERAZIONE LEONTE/TASK FORCE "VARCO!"/COMANDO» e da
quello lineare del Comandante dalla Task Force.
Busta
proveniente dal Comando dell'Operazione Leonte, Task Force
"Varco" in Libano affrancata per € 0,60 con i
francobolli italiani annullati dal timbro postale in dotazione
presso il contingente italiano.
Particolare
dell'affrancatura di € 0,60 dal Comando dell'Operazione
Leonte in Libano composta da tre francobolli della serie
ordinaria "La donna nell'arte".
Particolare
dell'affrancatura dal contingente militare italiano appartenente
all'ISAF.
Particolare
dell'annullo "ISAF-AFGHANISTAN" del 5 giugno 2006.
La donna fuori dei confini
(Afghanistan)
A seguito degli sviluppi della situazione politico-militare in
Afghanistan, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU con risoluzione del 20
dicembre 2001 (n. 1386) autorizzò il dispiegamento a Kabul e nelle zone
limitrofe di una Forza multinazionale denominata International Security
Assistance Force (ISAF).
Tra le forze multinazionali che composero la missione era compreso un
contingente italiano con compiti, tra l'altro, di mantenimento della
sicurezza del Comando della Missione e attività di bonifica da ordigni
esplosivi e chimica.
Il contingente italiano disponeva di un proprio ufficio postale con un
annullo in dotazione recante la scritta «ISAF-AFGHANISTAN».
La lettera spedita da un militare italiano dall'Afghanistan il 5 giugno
2006, è affrancata con un francobollo da 45 centesimi della serie
ordinaria "La donna nell'arte" annullata dal timbro in dotazione
presso il contingente italiano.
Le tariffe postali, che per i militari in missione all'estero erano quelle
valide per l'interno, cambiarono proprio in quei giorni, tuttavia venne
tollerata l'affrancatura da 45 centesimi, anziché 60 centesimi.
Lettera
proveniente da un militare del contingente militare italiano
in Afghanistan appartenente all'International Security
Assistance Force.
Particolare della Venere di
Urbino che compone l'affrancatura annullata con il timbro (non postale) del
«UNITED NATIONS MILITARY OBSERVAR GROUP IN INDIA & PAKISTAN».
Il
timbro utilizzato dal «UNITED NATIONS MILITARY OBSERVAR GROUP
IN INDIA & PAKISTAN».
La donna fuori dei confini (Pakistan)
Nel luglio 1949 venne costituito un Gruppo di Osservatori Militari delle
Nazioni Unite in India ed in Pakistan, a seguito di una risoluzione del
Consiglio di Sicurezza dell'ONU. L'attività dell'UNMOGIP trae origine
dall'accordo tra i rappresentanti militari dell'India e del Pakistan, noto
come trattato di Karachi, che determinò la tregua d'armi nel conflitto
indo-pakistano nato per la questione Jammu-Kashmir risalente alla
spartizione dell'ex India britannica nel 1947 e perfezionato poi nel 1972
con il trattato di Simla.
I compiti affidati all'UNMOGIP consistono nel vigilare e riferire alle
Nazioni Unite sull'osservanza del mantenimento dello "status
quo" lungo la linea di cessate il fuoco (linea di controllo) e del
rispetto delle clausole del trattato di Karachi.
A causa dell'instabilità della situazione la missione è tuttora in
corso.
La missione ha il suo Quartier Generale per sei mesi all'anno a Rawalpindi
(Pakistan) e per gli altri sei a Srinagar (India).
Fanno parte della missione alcuni osservatori militari italiani.
La busta presentata è stata inviata dal Capogruppo degli osservatori
militari italiani (che si è firmato) componenti la missione UNMOGIP; affrancata, tra l'altro, con il valore da
45 centesimi della serie ordinaria "La donna nell'arte", pur
priva di un annullo postale di partenza, è stata postalizzata a
Rawalpindi, in Pakistan, nel maggio 2006 (probabilmente il 17 maggio) ed
è arrivata in Italia il successivo 3 giugno.
Busta inviata da
Rawalpindi (Pakistan) dal Capogruppo degli osservatori militari
italiani facenti parte della missione delle Nazioni Unite UNMOGIP.
Affrancata con la Venere di Urbino della serie "La donna
nell'arte".
Il
timbro lineare del «GRUPPO OSSERVATORI MILITARI
ITALIANI/UNMOGIP» apposto al verso ed il timbro di
arrivo ad Alessandria del 3 giugno 2006.
Particolare
dell'affrancatura dalla Bosnia con il timbro «JOINT FORGE BOSNIA» in
dotazione all'ufficio postale militare.
Una donna fuori dei confini (Bosnia)
Per garantire la sicurezza necessaria a favorire la normalizzazione della
Bosnia ed Herzegovina vennero impiegate in quella regione delle forze
militari dei paesi aderenti alla NATO che operarono prima nell'ambito di
un'operazione denominata «JOINT GUARD», poi in una denominata «JOINT
FORGE».
Il 9 luglio 2004 l'ONU approvava la risoluzione n. 1551 che accoglieva la
decisione della NATO di concludere il proprio impegno entro la fine del
2004 e la decisione dell'Unione Europea di inviare in Bosnia, dal dicembre
2004, una propria missione che comprendeva una componente militare nella
quale era presente anche un contingente italiano.
Dal 17 novembre 2005 il contingente militare italiano si stabilì alla
periferia di Sarajevo, da dove questa lettera partì il 7 marzo 2006.
Il contingente italiano disponeva di un proprio ufficio postale con un
annullo in dotazione recante la scritta «JOINT FORGE BOSNIA».
La lettera, spedita da un militare italiano, è affrancata con la Venere di Urbino da 45 centesimi; il
francobollo è stato annullato dal timbro postale in dotazione.
Le tariffe postali per i militari in missione all'estero erano quelle
valide per l'interno.
Busta
inviata da un militare del contingente italiano in Bosnia il 7
marzo 2006 ed annullata con il timbro postale in dotazione
presso il contingente.
Particolare
dell'affrancatura dal Sudan con la Venere di Urbino da 45 centesimi.
Il
timbro in dotazione all'ufficio postale del contingente italiano: «SUDAN-OPERAZIONE
"NILO"». Il datario non è leggibile, tuttavia la data è
riconducibile al settembre 2005.
Il
timbro del Comando della Task Force "Leone"
sostitutivo di quello amministrativo.
La donna fuori dei confini (Sudan)
L'ONU, con risoluzione n. 1590 del 24 marzo 2005, per «...dare sostanza
all'accordo di pace firmato a Nairobi il 9 gennaio 2005 tra il Governo
sudanese ed il Sudan People's Liberation Army», autorizzò una
missione di "peace-keeping" nel Sudan con l'impiego della
Multinational Standby High Readness Brigade - Shirbrig, una Brigata
multinazionale che costituisce lo strumento operativo di pronto intervento
delle nazioni Unite.
Della Missione UNMIS (United Nations Mission in Sudan) fece parte anche un
contingente italiano, denominato Task Force "Leone", con il
compito di concorrere alla costituzione della componente militare della
missione.
L'operazione in ambito nazionale fu denominata Operazione
"Nilo".
Questa lettera fu inviata dal Comando della Task Force "Leone" affrancata
con il 45 centesimi della serie ordinaria "La donna nell'arte"
annullato dal timbro in dotazione presso il contingente italiano con la
scritta «SUDAN-OPERAZIONE "NILO"».
La data del timbro non è leggibile, tuttavia è riconducibile al
settembre 2005.
La busta reca le impronte di un timbro sostitutivo di quello
amministrativo ("Ufficio sprovvisto di bollo") e del timbro
lineare del comando: «ITALFOR SUDAN TASK FORCE "LEONE"/COMANDO»
apposto come mittente a recto.
Le tariffe postali per i militari in missione all'estero erano quelle
valide per l'interno.
Busta
inviata dal Comando della Task Force "Leone" in
Sudan per l'Operazione "Nilo" affrancata con il
valore da 45 centesimi della serie "La donna
nell'arte". Il datario dell'annullo non è leggibile,
tuttavia è riconducibile al settembre 2005.
Il
timbro lineare del Comando della Task Force
"Leone".
Particolare
dell'affrancatura di una lettera da Belo Polje (Kosovo).
Il
timbro in dotazione all'ufficio postale italiano di Belo Polje (Kosovo):
«U.P. Belo Polje - KOSOVO/POSTE/ITALIANE/55849». Il numero indica
il frazionario assegnato all'ufficio.
Una donna fuori dei confini
(Kosovo)
A seguito della risoluzione n. 1244 del Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite nel giugno 1999 il contingente italiano facente parte di una
coalizione (KFOR) guidata dalla NATO entrò nel Kosovo.
I militari italiani avevano a disposizione un proprio ufficio di posta
militare.
Successivamente, dal 3 novembre 2003, presso la più grande base militare
italiana in Kosovo, il "Villaggio Italia" nelle vicinanze di
Belo Polje, a seguito di un accordo con Poste Italiane venne aperto il
primo ufficio postale italiano all'estero.
Non si trattava di un ufficio di posta militare, ma di un vero e proprio
ufficio postale della società Poste Italiane (con un proprio frazionario,
55849), aperto alla popolazione civile, abilitato a compiere una serie di operazioni postali comuni a
quelle degli altri uffici postali entro i confini nazionali: oltre ai
prodotti e i servizi di base (pagamento bollettini, invio telegrammi,
spedizione pacchi, ecc.) al momento sono disponibili i servizi di
cambiavalute, caselle postali, Certofax, Paccocelere 3, Postepay gift, PT
shop, trasferimento fondi MoneyGram, vendita al pubblico di valori
bollati. E' anche funzionante una macchina affrancatrice TPLabel.
Naturalmente l'ufficio postale di Belo Polje ha in dotazione un timbro con
la dizione «U.P. Belo Polje - KOSOVO» ove è indicato il frazionario
55849.
Lettera
dal Kosovo indirizzata in Italia affrancata con il 45
centesimi della serie ordinaria "La donna nell'arte"
annullato dal timbro dell'ufficio postale all'estero di Belo
Polje il 26 settembre 2005.
Particolare
dell'affrancatura dal contingente militare italiano di pace da
Nassiriyah.
Particolare
dell'annullo "IRAQ-ANTICA BABILONIA" del 16 dicembre
2005.
La donna fuori dei confini (Iraq)
A seguito dell'intervento americano in Iraq nel marzo 2003, l'ONU con
propria risoluzione del 22 maggio 2003 (n. 1483) sollecitò la comunità
internazionale a contribuire alla stabilità e sicurezza di quel paese e
ad assistere il popolo iracheno nello sforzo di riformare il paese.
L'Italia, aderendo all'invito delle Nazioni Unite, partecipò con un
proprio contingente militare nella provincia di Dhi Qar con finalità ed
attività sostanzialmente di pace.
La missione militare, denominata "Antica Babilonia", disponeva
da settembre 2003 di un ufficio postale con un proprio annullo in
dotazione con la scritta «IRAQ-ANTICA BABILONIA».
La lettera, spedita da un militare italiano da Nassiriyah il 16 dicembre
2005, giunse in Italia il 31 dicembre. E' affrancata con un francobollo da
45 centesimi della serie ordinaria "La donna nell'arte"
annullato dal timbro in dotazione presso il contingente italiano.
Le tariffe postali per i militari in missione di pace all'estero erano
quelle valide per l'interno.
Lettera
proveniente da un militare del contingente militare italiano
"Antica Babilonia" di stanza a Nassiriyah (Iraq)
diretta in Italia.