México y Yucatán

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   Viaggio effettuato nel gennaio-febbraio 1993
   
La raffigurazione della partenza di don Nuño Beltrán de Guzmán da Città del Messico alla conquista di nuove terre, tratta dal foglio 44-r del "Codex Telleriano Remensis" (conservato presso la  "Bibliothèque Nationale de France" a Parigi). Il testo recita: «año de onze casas y de 1529 se partio nuño de guzman para jalisco yendo a sujeptar aquella tierra finjen que sale la culebra del cielo diziendo que les venia travajo a los naturales yendo los cristianos alla», ovvero: «Nell'anno di "11 case" (cioè "Mahtlactli Calli" e nell'immagine del codice si vede il numero 11 espresso con 11 puntini nel cartiglio quadrato sopra il cavaliere) e del 1529 Nuño de Guzman partì per Jalisco per conquistare quella terra fingendo che un serpente uscisse dal cielo (nell'immagine del codice si vede a destra, verso l'alto) dicendo che stavano arrivando tempi duri per gli indigeni che non si convertivano al cristianesimo».
(Universitätsbibliothek Rostock - Codex Telleriano-Remensis, Loubat 1901)
All'arrivo a Guadalajara sono tutti ad attendermi all'aeroporto. E' un momento di grande festa. Durante il soggiorno a Guadalajara ho la possibilità di visitare la città che è la seconda, dopo Città del Messico, per numero di abitanti.
Le guide in genere scrivono che Guadalajara, la capitale di Jalisco, venne fondata nel 1542 da Juan de Oñote, ma in realtà le cose furono un po' più complesse. Infatti possiamo dire che l'attuale città di Gadalajara è la quarta che venne fondata.
Tutto ha inizio con don Nuño Beltrán de Guzmán, un giovane avvocato che si era fatto conoscere come un crudele e dispotico tiranno, al punto che fu costretto dal Viceré della Nuova Spagna Antonio de Mendoza a dimettersi dall'Audiencia.
Don Nuño allora decise di intraprendere una spedizione nel Messico occidentale, sia per acquisire dei meriti che lo potessero mettere in buona luce davanti al Viceré, sia per conquistare terre che gli avrebbero permesso di pretendere dei diritti. Partì da Città del Messico il 22 dicembre 1529 ed ovunque passasse lasciava dietro di sé una scia di morti e distruzioni.
 
Don Nuño Beltrán de Guzmán, in un codice.
 
Nel marzo 1530 don Nuño Beltrán arrivò con il suo esercito a Tonalá, prendendone possesso in nome dell'imperatore Carlo V.
Nelle settimane successive conquistò Tetlán, Tlaquepaque, Zalatitlán, Aquepaque, Mezquitán, Atemajac, Zapopan e Tesistán e molti altri villaggi, si spinse nell'attuale Zacatecas sottomettendo Moyagua, Xuchipila e Apozol. In aprile era già a Nochistlán, occupava il centro religioso di Teul e poi Tequila e Tepic; a metà ottobre era arrivato a Culiacán (oggi capitale di Sinaloa) che fondò chiamandola San Miguel de Culiacán.
Quando ritenne di aver conquistato territori a sufficienza, inviò il proprio luogotenente Juan de Oñate (chiamato Cristóbal in altre cronache) perché fondasse una città in una posizione strategica rispetto alle nuove conquiste.
La scelta cadde su una meseta di fronte a Nochistlán dove Juan de Oñate, attorno al 5 gennaio 1532, fondò la prima città alla quale diede il nome di Guadalajara in onore di don Nuño Beltrán de Guzmán che era nato a Guadalajara, la città spagnola a nord di Madrid. In tutto aveva 16 edifici ed una chiesa dedicata a San Pietro.
Il 15 maggio 1533 giunse don Nuño per visitare la città e per ascoltare le richieste dei suoi abitanti, che lamentavano che l'acqua del lago non era sufficiente per le loro necessità, ma soprattutto che subivano continui attacchi da parte degli indios Cazcanes.
Venne messa ai voti la proposta di spostare la città: il consiglio cittadino si espresse con 19 voti a favore del trasferimento contro 4 contrari.
Il trasferimento avvenne tra il 24 maggio e l'8 agosto 1533. Tuttavia alcuni proponevano di trasferirsi a Tlacotlán, ma Juan (o Cristóbal, secondo altre cronache) de Oñate si oppose perché era encomendero di quelle terre: in pratica gli erano stati assegnati quei territori con l'amministrazione degli indios che vi abitavano. Don Nuño non voleva il trasferimento a Tonalá perché voleva chiedere al re Carlo V la concessione di quella terra per fondare un proprio marchesato, in analogia con il marchesato di Oaxaca di Hernán Cortés.
Così quando don Nuño Beltrán ripartì, parte degli abitanti decise di andare a Tonalá ed altri a Tetlán, dove c'era un convento francescano.
La Guadalajara di Tonalá non fu mai un villaggio effettivo, anche perché non venne mai costruito un edificio pubblico e neppure una Casa Consistorial, dipendendo dalla giurisdizione di Città del Messico.
Così al termine di un lungo dibattito a corte, e contro la volontà di Juan de Oñate, ci fu un ulteriore trasferimento a Tlacotlán, all'inizio del 1535.
A sud-est di Tlacotlán c'è un monumento con una targa risalente alla metà del XX secolo che ricorda che quello era il luogo dove sorgeva la terza città di Guadalajara. Ma non è proprio vero, infatti la Guadalajara di Tlacotlán doveva essere un po' più a sud. Qui la città rimase sette anni: aveva frutteti, orti, recinti per il bestiame; si svolgeva anche un mercato che attirava gli indios vicini che venivano per commerciare i loro prodotti. La pratica del baratto era una cosa normale.
«Nova Hispania et Nova Galicia».
Tlacotlán si trovava dall'altra parte del rio Santiago, che appartiene oggi al municipio di Ixtlahuacán del Rio.
Il 25 gennaio 1539 il reggente della città, Santiago de Aguirre, fu autorizzato dall'assemblea cittadina ad andare in Spagna con tre richieste da rivolgere a Carlo V: ottenere per il villaggio di Guadalajara il titolo di Ciudad (città), uno stemma e che le terre della valle di Atemajac a sud del rio Santiago fossero attribuite alla giurisdizione della Nueva Galicia. Carlo V accolse le tre richieste l'8 novembre 1539 ed il documento scritto che le confermava giunse a Guadalajara il 10 agosto 1542, quando la città si era ormai stabilita nella sua sede definitiva.
Nel frattempo continuava a covare fra le popolazioni indigene la voglia di ribellarsi, fomentata da Tenamaxtli, un indio di nobili origini di Juchipila.
A seguito di alcune scaramucce, il 12 giugno 1541 arrivò Pedro de Alvarado, chiamato El Sol per soffocare rapidamente questi tentativi di ribellione. Pedro de Alvarado tuttavia sottovalutò le forze degli indios che cercò di attaccare tre volte ma, rendendosi conto di non riuscire a sopraffarli, si ritirò.
La mattina del 28 settembre un tale Pedro Placencia, mentre stava controllando i suoi campi, vide un gran numero di indios che si stavano dirigendo verso la città. Galoppò di corsa verso il paese e, senza neppure scendere da cavallo, entrò in chiesa (dove la gente era in attesa dell'inizio della messa delle sette) e lanciò l'allarme.
L'eroina di Guadalajara, Beatriz Hernández.
La battaglia durò tre ore e migliaia furono i corpi degli indios morti che furono gettati nelle acque del rio Santiago.
Due giorni dopo, il 30 settembre, si riunì l'assemblea cittadina per decidere di spostare Guadalajara in un luogo più sicuro. Erano state prese in considerazione le valli di Atemajac e di Toloquilla, si era discusso molto senza prendere alcuna decisione.
Fu allora che una donna molto tenace, Beatriz Hernández, moglie di Juan Sánchez de Olea, prese la parola in consiglio: «Io scommetto sul Re! Credo che dovremmo attraversare la valle di Atemajac e ogni nostra azione conseguente sarà fatta per servire Dio e il Re! Qualsiasi atto contrario sarà un atto di vigliaccheria! Che cosa può fare a noi Guzmán? Per causa sua abbiamo passato tutti questi pericoli!» Il 9 ottobre 1541 a Tetlán venne fatto il censimento delle famiglie che avrebbero pagato le tasse per la nuova città di Guadalajara nella sua ultima e definitiva collocazione.
Don Nuño Beltrán de Guzmán che aveva dato il nome di Nueva Galicia a questi territori, dal 1538 se ne stava in Spagna alla corte di Carlo V.
 
Juan Cristóbal de Oñate pianta il suo pugnale nel tronco di un albero nel luogo dove sorgerà definitivamente la città di Guadalajara (particolare).
 
Martedì 14 febbraio 1542 Juan Cristóbal de Oñate, con una solenne cerimonia durante la quale estrasse un pugnale che piantò in un albero che aveva davanti, invocando la benedizione di Dio, dichiarò fondata la città di Guadalajara in nome di Carlo V. Pose in questo modo fine alla lunga peregrinazione della città, durante la quale la sua popolazione aveva attraversato e riattraversato il rio Santiago ben sette volte: quando arrivò a Tonalá all'inizio del 1530, quando si diresse a Zacatecas, quando puntò su Tepic e Culiacán, quando tornò da Culiacán per fondare la prima città di Guadalajara, quando la città venne spostata a Tonalá, quando venne rifondata nei dintorni di Tlacotlán, quindi riattraversò il fiume per rifondarla nell'attuale posizione.
Il luogo dove avvenne questo si trova dietro l'attuale Teatro Degollado, dove sono collocate le sculture di Rafael Zamarripa che descrivono la fondazione della città.
Guadalajara contava nel 1542 63 famiglie (circa duecento abitanti); alla fine del 1500 era abitata da circa 500 spagnoli, altrettanti schiavi neri e 1.200 famiglie indigene nel circondario. Oggi, con quattro milioni di abitanti, è la seconda città del Messico.
 
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Pagina aggiornata il 18 novembre 2017. Io ho fatto molti importanti viaggi con Avventure nel Mondo