Due
cime himalayane, delle quali ignoriamo il nome, in uno squarcio di
cielo su Durbar Square di Bhaktapur.
Mentre siamo ancora affacciati alla
finestra del Palazzo delle 55 Finestre per godere della vista della piazza
dall'alto, con tutta la gente che va e che viene presa dalle proprie
incombenze, uomini con carretti, oppure con carichi anche pesanti sulle
spalle, venditori di cibi, vediamo in lontananza un aprirsi del cielo che ci
fa scorgere, tra i tetti dei templi e oltre, le montagne della vallata, due
cime himalayane innevate, più alte: è di buon auspicio per la gita che
andremo a fare fra qualche ora.
Tra i vari templi davanti al Palazzo delle 55 Finestre notiamo un recinto
formato da un muretto rialzato che delimita un rettangolo della piazza, con
alcune pietre che presentano dei bassorilievi. Questo è il luogo dove
esisteva il Chyasilim Mandap, un tempietto che era usato dai sovrani per
assistere alle feste ed alle cerimonie.
La costruzione venne rasa al suolo dal terremoto del 1934, ma i pezzi più
importanti furono recuperati e, pare, verrà ricostruito in futuro.
Sempre davanti al Palazzo delle 55 Finestre sorgono altri templi. Proprio
mentre passeggiamo sul luogo dove sorgeva il Chyasilim Mandap, vengo
salutato da una voce proveniente da un gruppetto (tre o quattro) di turisti.
Il volto di chi mi ha salutato non mi è nuovo, ma non riesco a capire chi
sia: è un mio coetaneo veneziano, che ora abita a Mestre. Anche lui non sa
dirmi dove ci siamo conosciuti (ai tempi del liceo o dell'università
forse?) ma sicuramente le nostre fisionomie ci sono familiari. Certo è ben
strano incontrarci a Bhaktapur in Nepal! Neppure ci fossimo dati un
appuntamento!
A fianco c'è un interessantissimo tempio, il Vatsala Durga che risale al
1672: è costruito interamente in pietra nello stile shikhara. Le
scale sono fiancheggiate dalle statue molto realistiche di leoni ed
elefanti.
A fianco del tempio pendono due campane sostenute da altrettante strutture:
la campana maggiore è la campana Taleju che venne fatta installare nel 1737
dal Re Ranjit Malla per suonare ogni mattina quando la divinità veniva
adorata nel suo tempio. Poteva essere suonata anche come segnale di allarme
in caso di pericolo.
Sul lato della scalinata c'è una seconda campana più piccola: la leggenda
racconta che al suo suono tutti i cani si mettono ad abbaiare fino alla
morte. Fu il Re Bhupatindra Malla a volerla, per spaventare e far fuggire i
demoni.
Il
Pashupati Temple nella Durbar Square di Bhaktapur.
Una
delle raffigurazioni erotiche sulle mensole del tempio di Pashupati.
Sempre su questo lato della piazza, un
po' più indietro, sorge un altro tempio a pagoda con due tetti: è il
tempio dedicato a Pashupati. Viene chiamato anche il tempio "del Sogno
del Re".
Si racconta infatti che il re di Bhaktapur fosse molto devoto
a Pashupati, Shiva come "Signore degli animali".
Una notte al re apparve in sogno il dio che gli ordinò di costruire un
tempio a lui dedicato di fronte al Palazzo Reale.
Le mensole che sostengono le falde del tetto di questo tempio sono decorate
con ricchezza di scene di genere erotico.
Lasciamo Durbar Square, dando quasi di sfuggita un'occhiata agli altri
numerosi templi che la riempiono.
Il tempo è tiranno: ci sono altre meraviglie con cui riempirci gli occhi
qui a Bhaktapur ed inoltre, dopo, ci aspetta anche un'escursione.
Per una stradina a destra scendiamo verso Taumadhi Tole (tole
significa piazza), dove si trova quello che forse è il più famoso tempio a
pagoda di tutto il Nepal: il tempio Nijatapola che vediamo, date le sue
dimensioni, ancora prima di giungere nella piazza.
Il suo nome, contrariamente a quanto succede per la quasi totalità degli
altri templi, non indica quello di una divinità alla quale esso è
dedicato, ma descrive in lingua newari le particolarità della sua
struttura architettonica: nijata (o nyata) significa
"cinque piani" e pola "gradini".
Il
tempio Nijatapola a Bhaktapur.
Si tratta infatti di un edificio a pagoda di cinque piani coperti da
altrettanti tetti, costruito su cinque piattaforme che lo rialzano. E'
l'unico tempio nepalese ad avere cinque tetti.
Vedremo più avanti come questo numero cinque ritorni con altri aspetti in questo
tempio.
Inoltre con i suoi 30 metri risulta essere anche il più alto tempio del
Nepal.
Venne costruito in soli cinque mesi, attorno al 1708 circa, per ordine di
Bhupatindra Malla, anche se è difficile credere che possa essere stato
eretto in così breve tempo: probabilmente questi cinque mesi sono indicati
per mantenere il valore simbolico del cinque.
Il
complicato lucchetto che chiude il "sancta sanctorum" del
Nijatapola di Bhaktapur.
Fu comunque costruito bene, ben robusto, se il terremoto del 1934 lo
danneggiò solo lievemente, richiedendo solo dei ripristini molto parziali
di alcune parti.
La leggenda narra che il dio Bhairav (la forma tantrica di Shiva), che qui
aveva il proprio tempio, si fosse adirato con la popolazione colpendola
con varie epidemie. Per placare la divinità, si decise di costruire
vicino al suo tempio questo, dedicato a Siddhi Lakshmi, la corrispondente
forma tantrica della dea Parvati (Durga), nel suo aspetto sanguinario.
Si racconta che sia stato il re in persona a portare i primi mattoni per
la costruzione.
Pare che in questo modo Bhairav si chetasse cessando di infierire sulla
popolazione.
L'immagine di Siddhi Lakshmi è conservata nel sancta sanctorum, la
stanza principale del tempio alla quale si accede per una delle quattro
porte, una su ciascun lato. Si dice che questa statua della dea sia così
terrificante che solo i sacerdoti sono autorizzati a vederla entrando
nella stanza, la quale effettivamente è ben chiusa con un complicatissimo
lucchetto. Come accennato prima, la simbologia del numero "cinque", i
cinque elementi, pervade tutta la costruzione.
Già si è detto che il tempio è collocato sopra cinque piattaforme, o
terrazze, e che il tempio stesso, di cinque piani, è coperto da cinque
tetti.
Ma non basta.
Cinque sono le coppie di esseri che presidiano il tempio, collocate ai
lati della gradinata d'ingresso.
Dal basso verso l'alto sono: la coppia dei lottatori leggendari di
Bhaktapur (Rajput Jayamel e Phattu) che, inginocchiati, impugnano delle
pesanti clave; una coppia di elefanti con il drappo della sella adornato
da un motivo floreale; una coppia di leoni agghindati con delle
campanelle; una coppia di grifoni con il robusto becco ben evidenziato e
con le corna di montone; infine una coppia di divinità (Baghini e
Singhini).
Il
tempio di Nijatapola è così famoso da aver meritato di
essere raffigurato in alcuni francobolli, come questo.
Ciascuno dei due lottatori leggendari, posti sul primo terrazzamento del
tempio, era cinque volte più forte rispetto ai comuni mortali (quindi la
coppia era dieci volte più forte e potente, 5x2) e così ognuno di questi
guardiani del tempio è cinque volte più forte e potente della figura
sottostante (la coppia dieci volte di più, 5x2).
Sulla travatura di ciascun tetto sono appese delle campane a vento (ghanti):
ci sono 48, 80, 104, 128 e 168 campane rispettivamente sul quinto, quarto,
terzo, secondo e primo tetto.
Tutto il complesso del tempio, con i suoi cinque piani ed altrettanti
tetti che diminuiscono proporzionalmente per terminare con un pinnacolo
dorato, sorretti da montanti in legno elegantemente decorati ed
intagliati, rappresenta un esempio eccezionale di arte ed architettura
medievale newar. Tuttavia non è il tempio più antico della piazza: più antico è il
Bhairava Temple, risalente nella sua forma originaria agli inizi del XVII
secolo, custodito da due leoni dall'aspetto feroce. E' dedicato a Bhairav,
Shiva sotto l'aspetto terrifico (tantrico).
Il
Bhairava Temple in Taumadhi Tole a Bhaktapur.
Si
differenzia da tutti gli altri templi per avere una base a pianta
rettangolare, anziché quadrata. Altra particolarità è quella che,
guardando la base, non si presenta immediatamente come un luogo di culto.
Queste due particolarità potrebbero trovare spiegazione nel fatto che le
sue origini si trovano in un contesto ormai fortemente urbanizzato.
D'altra parte questa piazza era uno dei centri commerciali della Bhaktapur
antica.
Solo dopo l'innalzamento del vicino tempio di Nijatapola, nel
1718 il Bhairava venne ampliato con l'innalzamento dei due piani
superiori, affinché non sfigurasse accanto al nuovo tempio.
Ai quattro angoli del tetto ci sono altrettante raffigurazioni di uccelli
pronti a spiccare il volo: il Re Narendra Malla (1685-1705) aveva fatto
sapere che fino a quando gli uccelli non fossero volati via, lui sarebbe
rimasto sempre accanto al suo popolo, anche quando il suo corpo fosse
rimasto senza vita.
C'è un terzo tempio in questa piazza, anche se nascosto: si tratta del
Til Mahaved Narayan, sul lato meridionale, dentro una piazzetta o corte,
celato da altri edifici. Ci si arriva attraverso uno stretto passaggio tra
le costruzioni.
Nonostante l'aria dimessa e quasi dimenticato, è meta di numerosi
pellegrinaggi ed è anche molto antico: da un'iscrizione pare che
esistesse già nel 1080 mentre l'immagine di Til Mahadev sarebbe stata
posta qui nel 1170.
Il tempio, a doppio tetto, è fronteggiato da una colonna sopra la quale
c'è un Garuda in preghiera con un ombrello che lo protegge; su altre due
colonne i simboli sacri di Vishnu, il chakra (disco) e lo shanka
(la conchiglia).
In una specie di capitello a lato, davanti al tempio, protetto da una
grata c'è un lingham che poggia su uno yoni, simboli dei
genitali maschili e femminili.
Uno
scorcio della vecchia città di Bhaktapur.
In mezzo alla piazza Taumadhi (non al centro, ma verso l'angolo sud-ovest) si
erge una struttura che in origine doveva essere un tempio o una pagoda.
Venne restaurata qualche anno fa ed il piano superiore ospita un
caffè-ristorante.
Da qui godiamo di una bella vista sull'intera piazza, con il Nijatapola
sulla sinistra, il Bhairava di fronte, tutta la piazza sotto ai nostri
piedi con il suo viavai di gente.
Dopo questa sosta rilassante ci aspetta una passeggiata di dieci minuti
che inizia a fianco del tempio Nijatapola e che attraverso una strada di
bazar vivaci e pittoreschi, di case, di corti, di monasteri, di slarghi,
di pozzi e di fontane ci porta in una piazza, la Tachupal Tol, dove si
fronteggiano, ai lati opposti, due templi fiancheggiati da edifici
monastici. Questa piazza è
la parte più antica di Bhaktapur, risalente forse addirittura a prima
della fondazione della città stessa. Essa conserva il carattere primitivo
della città: in particolare è circondata da nove monasteri induisti, i mathas,
che sono l'equivalente dei bahal buddhisti.
Se una volta ospitavano comunità di sacerdoti con i loro insegnanti
religiosi, oggi sono le abitazioni di normali famiglie.
Sul lato ovest, quello dal quale entriamo provenendo da Thaumadi Tole,
troviamo il tempio dedicato a Bhimsen, il dio del commercio e degli
affari, secondo dei cinque fratelli Pandava, eroi del poema epico
Mahabharata; dobbiamo pensare che quando Bhaktapur ancora non esisteva
come città, è possibile che questo fosse un luogo di ritrovo e di sosta
per le carovane che univano con i propri commerci Tibet e India.
E' facile immaginare che per affrontare le fatiche ed i pericoli di questi
viaggi, i commercianti si affidassero con la preghiera al dio del commercio
Bhimsen.
L'attuale tempio, che risale al 1605, è a pianta rettangolare, composto da
due volumi sovrapposti abbastanza sproporzionati con il piano terra molto
ampio, aperto, che conduce ad una fontana sull'altro lato; il primo piano
invece è molto più stretto e piccolo, sopra il grande tetto del piano
terra.
E' sormontato da sette pinnacoli in bronzo dorato di forma diversa.
La struttura del piano terra, così ampia ed aperta, dà l'impressione che
potesse essere anticamente utilizzata come ostello o ricovero per gli uomini
delle carovane.
Di fronte a noi sul lato opposto, quello orientale, c'è il più imponente e
importante tempio Dattatraya la cui fondazione è contemporanea a quella del
Palazzo delle 55 Finestre. Venne infatti originariamente costruito su ordine
di Jayayakshya Malla (morto nel 1482) nel 1427, sul luogo dove esisteva un
edificio usato da monaci pellegrini.
Il
Dattatraya Temple sulla Tachupal Tol.
Secondo la credenza popolare, sarebbe stato costruito con il tronco di un
unico albero. Venne poi rimaneggiato nel XVI secolo e successivamente
restaurato.
E' l'unico tempio in Nepal ad essere dedicato a Dattatraya, una divinità
che unisce le tre principali divinità indù: Vishnu, Shiva e Brahma, la
trimurti induista. Dattatraya significa infatti "tre dei" (datta
= dei, traya = tre).
Una
bambina, ai piedi della colonna con il Garuda, vende dei
bastoncini di riso.
Il
"sanka" rappresenta uno degli attributi di Vishnu.
La
presenza del Garuda in bronzo dorato, posto su un'alta colonna di fronte
al tempio, potrebbe far supporre che sia dedicato a Vishnu, ma in realtà
Vishnu è considerato solo la divinità maggiore, in quanto "il
ricostruttore" o "il conservatore" (a Brahma
"creatore" si oppone Shiva "distruttore").
La colonna su cui è posto poggia su una tartaruga in pietra, simbolo
della nascita del mondo: Prajapati, infatti, quando creò la vita assunse
la forma di una tartaruga.
Oltre alla raffigurazione di Garuda, vi sono di fronte altre due colonne,
una a sinistra e l'altra a destra, che sostengono altri due attributi di
Vishnu, rispettivamente a sinistra il chakra (nel duplice
significato di ruota solare o del carro celeste che trasporta la divinità
solare, e di arma, quindi con il significato di potere e di protezione) e
a destra il sanka (la conchiglia soffiando nella quale si produce
un suono che fa fuggire i demoni, quindi anche essa sta a significare
potere e protezione).
Il Dattatraya è un massiccio edificio a tre piani, di stile un po'
arcaico, inconsueto per questi luoghi.
Nel 1860 vi venne aggiunto un portico nella parte occidentale assieme alle
due statue dei leggendari lottatori Jayamel e Phattu: le due statue sono
alte ciascuna più di tre metri.
Anche su questo tempio sono visibili sculture ed intagli lignei di genere
erotico.